Scritto da Erika.
11 - 13 Agosto 2016
Kathmandu ci ha dato tutto quello che aveva, ma adesso è ora di spostarsi ed andare ad esplorare qualche altro angolo di Nepal. Abbiamo deciso di spezzare il viaggio verso Pokhara fermandoci a Bandipur, un piccolo paese che ci è stato detto essere un vero gioiello. Così stamattina ci alziamo presto per andare a prendere l’autobus. Per questo spostamento abbiamo deciso per un autobus turistico per stare un po’ più comodi, dato anche la precaria condizione di salute di Marco che da un paio di giorni è raffreddato.
Prima della partenza ci godiamo lo spettacolo di un gruppo di cinesi che si è seduto in posti a caso e non in quelli assegnati (strano eh, ancora ricordiamo le discussioni in Cina per riuscire a sederci nei posti prenotati!!) e l’assistente dell’autista cerca in tutti i modi di spiegare loro che quei posti sono prenotati da altre persone che prima o poi arriveranno a reclamarli.
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Scritto da Marco.
05 - 08 Agosto 2016
Scendiamo dall’aereo in questo piccolissimo aeroporto e un bus ci fa percorrere i 50 metri che vanno dalle scalette dell’aereo all’edificio principale. Facciamo pochi metri e ci troviamo di fronte una folla disumana al recupero bagagli; questo è di vecchio tipo con il nastro che esce da una piccola porticina, fa diverse curve come un lungo serpentone e si infila nuovamente in una apertura. Tutta il grande stanzone è invaso di persone e di carrelli bagagli vuoti, disposti il più casualmente possibile, come un immenso ingorgo silenzioso. Cerco di farmi spazio e conquisto un posto in prima fila. Poi inizia la lunghissima e snervante attesa, nella quale, di tanto in tanto, quattro o cinque bagagli vengono messi sul nastro, e ogni volta la speranza di vedere il tuo, infranta puntualmente. Già ci immaginiamo la nostra roba in volo per il Madagascar, Erika fa amicizia con un monaco Tibetano che miracolosamente gli rivolge qualche parola e anche un sorriso.
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Scritto da Marco.
01 - 04 Agosto 2016
Arriviamo ancora una volta alla stazione degli autobus di Yangon ma questa volta ci sentiamo quasi a casa. Non abbiamo quel leggero brivido che ci percorre sempre prima di arrivare in un covo di tassisti: ce la faremo a evitarli? Ce la faremo a raggiungere la nostra meta senza essere presi per la gola? Oggi no.
Oggi sappiamo benissimo muoverci in questo ambiente quindi siamo rilassatissimi. Scendiamo dall’autobus e riconosciamo anche in quale delle tante stradine della stazione siamo e ce la prendiamo con calma. Andiamo in un localino e ordiniamo un milk tea per riprenderci dalla nottata in autobus. Poi lentamente ci dirigiamo a prendere il taxi collettivo che con un costo irrisorio ci porterà in centro-città.
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