Chiang May - A casa di Nuy (parte I)

28 Giugno – 02 Luglio 2016

Quando raggiungiamo Chiang Mai, dopo la epica traversata di 3 paesi in 6 giorni, siamo stremati. L’adrenalina cala vertiginosamente, ma adesso abbiamo 10 giorni per goderci la calma, la tranquillità, la routine, la noia di stare in un’unica città.
La guesthouse che abbiamo prenotato garantisce il significato del suo nome “Like Home” e rapidamente diventa “Come Casa”! Quando arriviamo troviamo il fidanzato della proprietaria, un ragazzo tedesco venuto in Tailandia per un viaggio breve a Gennaio, che poi per amore ha deciso di rimanere un po’ di più. Gentilissimo e dolcissimo, ci fa fare il giro della guesthouse mostrandoci la camera, i bagni in comune, la cucina e poi, cartina alla mano, ci mostra le principali attrazioni di Chiang Mai. Ci consiglia poi il baracchino a pochi metri dalla guesthouse per un buono ed economico frullato di frutta…accaldati non esitiamo a prendercene due e subito rientriamo e ci sediamo ai tavolini fuori con il ragazzo tedesco a parlare del più e del meno.

Ci racconta di essere stato in Australia con la Working Holiday Visa un paio di anni fa per poi trasferirsi in Nuova Zelanda, in cui ha lavorato per un anno mettendosi da parte dei bei soldi. Ci conferma che le probabilità di riuscire in Australia e Nuova Zelanda a trovare buoni lavori con paghe esorbitanti è molto alta e, se unita ad uno stile di vita low profile, permette di mettersi da parte gruzzoletti niente male. Siamo sempre più esaltati, ma anche impauriti, dell’avventura che ci aspetterà il prossimo anno…e ancora non sappiamo che stile di avventura sarà, ci dovremmo accontentare di un anno con Working Holiday o riusciremo ad ottenere il visto permanente per cercare lavoro come ingegneri?? Ancora non abbiamo ricevuto nessuna risposta da parte del governo australiano, i giochi sono ancora aperti!
Dopo la chiacchierata ci ritiriamo in camera per un po’ di riposo e usciamo poi per cena dirigendoci, sotto consiglio del ragazzo, alle bancarelle vicino alla porta sud delle mura. Ci prendiamo un paio di cose al volo, tra cui una crepe salata disgustosa, e poi rientriamo. Prima di andare a letto riusciamo finalmente a conoscere la proprietaria della guesthouse, molto, molto diversa da come ce l’aspettavamo. È una signora di mezza età, super tailandese, un po’ bassina e in carne, come molte donne tailandesi. Difficile immaginarla come sogno d’amore dell’alto e magro ragazzo tedesco, forse neanche 30enne!!! Con molte perplessità sulle motivazioni di questa strana relazione e sulla sua riuscita, ci addormentiamo in un sogno profondo.
Nuy, la proprietaria della piccola guesthouse, offre a tutti i clienti la colazione gratuita, ma stamattina non possiamo usufruirne, abbiamo un task burocratico molto importante da portare a termine a Chiang Mai: dobbiamo andare al consolato del Myanmar per ottenere il visto turistico e vogliamo andarci presto per evitare possibili file. Decidiamo di andare a piedi dato che sta piovendo, rinunciando anche al noleggio bici, anch’esso gratuito, offerto da Nuy. Percorriamo quindi questi 3 km, fermandoci velocemente per colazione e alla fine arriviamo davanti al cancello del consolato, accolti da un sorridente guardiano birmano che già ci dà un’idea della delicatezza con cui verremo trattati dal popolo del Myanmar. Compiliamo due moduli per la richiesta del visto, in cui ci viene chiesto di tutto, lasciamo i nostri passaporti, le foto tessere, paghiamo…adesso dobbiamo aspettare fino a venerdì. Il guardiano ci saluta benevolmente anche in uscita ricordandoci l’appuntamento per il ritiro dei passaporti e dicendoci che adesso è venuta l’ora di fare shopping! Caruccio!!!
Lo shopping non è mai uno dei nostri obiettivi principali, ma oggi è uno dei task da portare a termine, dobbiamo comprare due set di vestiti bianchi a testa per il corso di meditazione, in cui c’è il rigoroso obbligo di vestirsi di bianco. Ci rechiamo allora verso il mercato che ci ha indicato il boyfriend di Nuy, ma per la strada ci fermiamo in 2 o 3 libreria per comprare la guida della Birmania. In una delle librerie incontriamo un enigmatico proprietario italiano, rimasto ancora agli anni di gloria degli hippy, che, sentendoci parlare e riconoscendo la sua lingua, ci supplica di aiutarlo a liberarsi del signore tedesco che lo sta ammorbando da più di un’ora per cercare un particolare libro…da una rapida occhiata osserviamo che tale signore è ancora più strano del nostro, ormai amico, italiano!

Chiang Mai walk under sun
L’ombrello per ripararsi dal sole ha il suo perché...

Prima di continuare verso il mercato, ci fermiamo per pranzo e per riprendere un po’ di forze, è tutta la mattina che camminiamo avanti e indietro per la città. Vediamo un Burger King e ci ficchiamo dentro, siamo nel periodo di rifiuto del cibo asiatico e abbiamo voglia di qualche porcheria occidentale!
Quando arriviamo al mercato ci accorgiamo subito che la missione è più lunga di quello che avevamo pensato. Infatti uno dei due set di vestiti vogliamo prenderlo un po’ più carino e stiloso per mantenercelo anche dopo la meditazione, ma qui sembra che si trovino solo capi senza fronzoli e banali.

Chiang Mai Market
Spersi nel mercato

Compriamo una maglia e un paio di pantaloni per Marco, come set da battaglia, e un paio di pantaloni per me. Rimandiamo la ricerca di capi più raffinati ai prossimi giorni, adesso ci siamo decisamente stancati di fare shopping. Mentre siamo al mercato, però, incontriamo per caso la famiglia Malese con cui avevamo fatto amicizia ieri nel minivan da Huoxay a Chiang Mai e cogliamo l’occasione per andare a salutarli e scambiarci i contatti.
Rientriamo in guesthouse un po’ stanchi per la camminata lunghissima che ci siamo fatti, non manchiamo l’appuntamento con la signora dei frullati e poi ci riposiamo un po’, per andare poi a cena di nuovo alle bancarelle. Questa volta ne troviamo una che fa dei cibi più gustosi e rimaniamo molto più soddisfatti di ieri.
Iniziamo il terzo giorno a Chiang Mai con l’abbondante colazione, salata, di Nuy che però, conoscendo i gusti degli italiani (non manca di vantarsi di aver avuto anche un boyfriend italiano prima del ragazzo tedesco), ci porta anche della frutta con yogurt. Dopo colazione abbiamo appuntamento per il famoso massaggio tailandese: è da mesi che vediamo centinaia di insegne e ne siamo incuriositi, ma non abbiamo mai avuto la spinta di farlo. Grazie a Nuy, che tra le tante attività possiede anche un negozio per massaggi, riusciamo a provare anche questo.
Il ragazzo tedesco, galoppino di Nuy oltre che fidanzato, ci accompagna al negozio e ci lascia in mano di due prorompenti donne, una più giovane che, tutta contenta, si prende sotto le mani Marco e l’altra, un po’ più anziana, che, meno ingalluzzita, mi prende tra le grinfie. Ci fanno sdraiare vicini, su di un materasso, fortunatamente siamo vicini e posso tenere sotto controllo la signorina che massaggia Marco…è un attimo che si ritrova con le mani mozzate se fa qualche moina di troppo!!!!

Chiang Mai Thai Massage
Attenta a dove metti le mani…

In poco tempo capiamo che il massaggio tailandese è tutt’altro che rilassante, le due donne ci rivoltano come calzini, ci scrocchiano le ossa, ci camminano sopra con tutto il loro, poco modesto, peso, ci rigirano gli arti inferiori e superiori fino ad assumere posture mai pensate e doloranti. Sento Marco in difficoltà, e ogni tanto non riesce a trattenersi qualche grido di dolore. Quando riusciamo a riprendere fiato e le “delicate” mani delle signore si allontanano dai nostri corpi, ci sentiamo più leggeri…e con questa sensazione addosso ringraziamo e ci incamminiamo indietro!! Un’esperienza molto interessante e particolare, ma forse la prossima volta sceglieremo un massaggio con olio, molto più rilassante!!

Chiang Mai Thai massage
Sotto sopra

Prima di rientrare in camera, cerchiamo un posto per pranzo. Perdendoci tra le varie stradine tra il negozio di massaggi e la nostra guesthouse, riusciamo a scovare un posto di cui diventeremo poi habitué. È il negozio di una signora, dagli occhi dolcissimi, con un paio di tavolini fuori e pochi di più al coperto e un angolo cottura con enormi padelle wok. Ordiniamo due specialità della Tailandia, il famoso Pad Thai e una zuppa con noodles croccanti, il Khaw Soi. La cucina della signora ci rapisce subito, è tutto squisito e i prezzi molto molto modesti. Le promettiamo di tornare nei prossimi giorni.

Chiang Mai Thai Food
E brava signora Mary!

Nel pomeriggio ce la prendiamo un po’ più con comodo e ci posizioniamo nei tavoli fuori della guesthouse con tutto il nostro apparato tecnologico per fare qualche back up di foto, aggiornare il sito e continuare a scrivere il blog e sistemare le numerosissime foto! Presto, però, arriva l’ora del nostro appuntamento serale. Abbiamo letto sulla Lonely Planet che in un monastero vicino alla nostra guesthouse viene organizzato circa 3 volte a settimana il monk chat, ovvero un appuntamento serale con un monaco che si presta a rispondere a tutte le domande sul buddismo, sulla vita dei monaci e sulla pratica della meditazione. Dopo la chiacchierata il monaco approfondisce qualche aspetto della meditazione Vipassana e fa fare una prova pratica. Ne cogliamo subito l’occasione dato l’imminente appuntamento con la nostra settimana di meditazione…non vogliamo arrivare del tutto impreparati!!
Ci incamminiamo verso il monastero, che scopriamo essere anche uno dei più particolari di Chiang Mai, Wat Sri Suphan, con le sue decorazioni in argento, invece che in oro come tutti gli altri. La struttura più importante e più impressionante per le decorazioni argentee è il cosiddetto ubosot, ovvero la più sacra stanza di preghiera, in cui avvengono le ordinazione dei monaci…peccato che le donne non possano entrare!!

Chiang Mai Wat Sri Suphan
Là dove le donne non possono entrare

Alle 17.30 arriva il nostro monaco e, insieme ad altre 4 o 5 persone, ci sediamo dentro una sala del tempio. Il monaco ha una faccia gentile, una voce rilassante e un atteggiamento rasserenante. Ci spiega qualche punto saldo del buddismo, come i 3 segni dell’esistenza, le 3 ragioni della sofferenza e le regole principali che un buddista dovrebbe rispettare. Ma quello che ci colpisce di più dai suoi discorsi è l’importanza, per la filosofia/religione buddista del presente!! Il presente…non il passato…non il futuro. Sembra che la vita non sia proiettata verso un bene futuro, verso una vita migliore dopo la morte, ma la mente si deve concentrare sul momento presente. Questo ci può “salvare” da tutte le preoccupazioni che derivano dal passato o dal pensare al futuro, le prime non ci sono più, le seconde non ci sono ancora, allora stiamo bene adesso, nel presente, non rimandiamolo!!! Sembra semplice come principio e come ragionamento, ma, parliamoci chiaro, chi davvero lo sa applicare?? Quante sono le volte in cui siamo felici solo dell’attimo in cui stiamo vivendo? E quante quelle in cui la nostra mente è libera dal passato e dal futuro??
Dopo l’ora e mezza di chiacchierata facciamo una pausa di 10 minuti prima della “prova” di meditazione e sembriamo tutti molto più sereni e rilassati di quando siamo arrivati, il tono di voce del monaco è diventato anche il nostro, la lentezza dei suoi movimenti ci ha contagiato e ora ci scambiamo qualche parola sussurrando, senza frenesia. Una ragazza arriva adesso solo per la prova di meditazione e irrompe nella sala. Si percepisce subito la differenza tra di lei, appena arrivata, e noi: i modi di fare sono molto diversi, siamo in due dimensioni diverse, anche solo dopo un’ora e mezzo con un monaco! Lei parla a voce normale, si muove scattosa e inizia a fare i soliti discorsi da backpacker “dove siete stati a Chiang Mai?” “Cosa vedrete domani?” “Avete fatto il trekking nelle montagne?”…ma noi, tutti, eravamo in un momento di pace interiore e un po’ più concentrati sul presente e sulla delicatezza di quella esperienza.
Riprendiamo con la meditazione: il monaco ci spiega le posizioni della meditazione Vipassana, quella seduta, in piedi fermi, in piedi camminando e distesi. Ci spiega anche cosa dobbiamo fare durante la meditazione e a cosa aspirare di arrivare. Bisogna concentrarsi sul respiro, sui movimenti del corpo ed eliminare tutti i pensieri. Facile?? Assolutamente no, impossibile non pensare! Proviamo insieme al monaco le posizioni, tranne quella sdraiata, e per ognuna facciamo 10 minuti di meditazione. Ogni tanto, per pochi secondi o frazione di secondo, mi sembra di riuscire ad annullare i pensieri…e sono quindi fiduciosa per l’esperienza che andremo a fare la prossima settimana!!
Usciamo dal monastero, trascinandoci ancora per un po’ la lentezza e la delicatezza che il monaco e la meditazione ci hanno trasferito, e così ci immergiamo nel mondo reale, fatto di rumori, velocità e pianificazione del futuro!!
Per cena ci fermiamo alle bancarelle fuori dalle mura, vicino alla guesthouse, e lì incontriamo due delle ragazze che hanno partecipato insieme a noi al monk chat e per stasera decidiamo di andare fuori dalla nostra zona di comfort: ci sediamo con loro e ci uniamo alla conversazione! L’atmosfera è favorevole, il gruppo è ristretto e le ragazze sono simpatiche, così passiamo una buona serata! Una di loro ci sorprende con una domanda a bruciapelo: perché state facendo un viaggio così lungo? Non siamo bravi a rispondere a domande del genere, abbiamo un mondo di sensazioni dentro di noi, ma non siamo bravi a metterle in parole e sembrare “fighi”. Ma in realtà non ce lo siamo mai chiesto “perché un viaggio così lungo?”, l’abbiamo scelto e intrapreso con la naturalezza con cui si sceglie di mangiare la pasta o la carne la sera, Non abbiamo avuto bisogno di rispondere a questa domanda perché dentro di noi era scontato che fosse così, perché le nostre sensazioni e i nostri sogni bastavano già a dare tutte le risposte di cui una mente razionale ha bisogno!
Un altro giorno a Chiang Mai, la città dove abbiamo scelto di riposarci, di crearci delle abitudini, di fermare il tempo.
Al mattino facciamo un po’ di sport per poi passare la mattina nei tavolini della nostra “home away from home”, per metterci in pari con il sito e l’elaborazione delle vagonate di foto che facciamo. Verso l’ora di pranzo inforchiamo le bici che Nuy ci offre gratuitamente e andiamo a mangiare nel nostro posticino, dalla nostra amica Mary che cucina eccellentemente! Dopo pranzo decidiamo di mettere fine alla faccenda vestiti bianchi per il corso di meditazione e facciamo un secondo round al mercato e dintorni. Anche questa volta l’operazione è più estenuante di quanto pensiamo e non riusciamo a portare al termine l’obiettivo…ci manca ancora una camicetta carina che vorremmo mantenere anche dopo il corso. Appena fuori dal mercato scoviamo un negozio con tutti capi bianchi e di qualità e fattura molto migliore rispetto a quelli del mercato, lì riesco a trovarci la mia camicetta stilosa, purtroppo però non c’è nulla per uomini…ci arrendiamo all’idea che sarà necessario un altro round!!

Chiang Mai Market
Passeggiando al mercato…

 

Chiang Mai Market
…nel reparto sbagliato!

Con calma ci incamminiamo verso il consolato del Myanmar per recuperare i nostri visti, scontrandoci sempre con gli assurdi sensi unici di Chiang Mai che ci “costringono” ad andare per il 70% del tempo contro mano per evitare di fare chilometri in più di strada…fortuna che qui nessuno ci fa caso, a parte qualche occidentale che si prende fin troppo a cuore la questione!!
Arriviamo al consolato e ci accorgiamo che avevamo completamente sbagliato gli orari e vediamo il cancello che si chiude davanti a noi, fortunatamente il guardiano, che anche l’altra volta ci aveva preso in simpatia, ci apre e ci dice di sbrigarci ad andare allo sportello. Per un pelo riusciamo a riprendere i nostri passaporti con l’atteso visto di 28 giorni per il Myanmar!! Fantastico!!
Facciamo ancora qualche giretto burocratico per fare qualche fotocopia che ci servirà per i prossimi visti e poi rientriamo in guesthouse per prepararci alla grande serata: stasera ci concediamo una pizzaaaaa!!! Abbiamo trovato un ristorante che sembra davvero italiano e non ci abbiamo pensato due volte. Qualche metro prima di arrivare già sentiamo gli odori di casa, l’inconfondibile profumo della pizza, l’odore del basilico fresco…sempre un’emozione!!
Il ristorante non ci delude, le pizze sono ottime e ci godiamo una semplice ma saporita margherita, immancabilmente insieme alla birra. Per ultimo ci concediamo anche un dolcetto, io ho già intravisto la panna cotta e non me la sono più tolta dalla testa, la adoro!! Appena la assaggio entro in estasi…è una vera panna cotta, è lei!!!! La serata non poteva concludersi meglio!!

Chiang Mai Pizza
Mancanza di casa!

Il giorno dopo ci prepariamo per un’altra giornata “burocratica”, la mattina completiamo l’applicazione online per il visto indiano che andremo poi a richiedere a Yangon, in Birmania. Sì, perché sembra che in Thailandia gli stranieri non possano più richiederlo!! Poi prendiamo di nuovo le bici per dirigerci verso la stazione dove compreremo i biglietti per raggiungere Bangkok dopo il corso di meditazione. Mentre andiamo ci fermiamo in un supermercato in cui intravediamo dei negozietti di abbigliamento…e finalmente troviamo la camicetta bellissima per Marco. Ci mettiamo un po’ a sceglierla perché ci sono varie valide opzioni e alla fine scegliamo la più bella!! Tanto che ci siamo compriamo anche un libro di ricette Thai, per averlo nel caso in cui decideremo di non fare il corso di cucina.
Ci fermiamo poi per pranzo in un piccolo locale davanti al supermercato gustando ancora piatti tipici thailandesi.

Chiang Mai Thai Food
Altro round di cibo Thai: Rad Na e Pad See Ew

Quando ripartiamo inizia il solito acquazzone da stagione monsonica, ma non ci facciamo spaventare, la nostra attrezzatura è stata studiata e testata in situazioni ben peggiori (in Islanda in mezzo al nulla!!). Indossiamo il poncho (rosso così che sia anche maggiormente visibile nel traffico) e ci mettiamo in sella delle bici con destinazione la stazione. Durante il tragitto riceviamo l’approvazione dei passanti locali che schiudono i loro bellissimi sorrisi nel vederci così a nostro agio anche in un clima a cui assolutamente non siamo abituati!
Una volta portata dignitosamente a termine la missione biglietti, ci riavviciniamo verso il centro città per le altre commissioni. Prima di tutto cerchiamo un cambio valute: abbiamo letto che in Myanmar molte cose si pagano in dollari, ma non solo, le banconote devono essere nuove e immacolate, non ci deve essere nessun segno, nessuna piegatura, niente di “vissuto”. Siccome i dollari che abbiamo come back up stanno da 6 mesi nelle sacchette sotto i vestiti, proprio intatti non sono, quindi decidiamo di cambiare i bath in dollari nuovissimi. E così facciamo!
Andiamo poi a fare le fototessere per il visto indiano e per i successivi visti e finalmente portiamo a termine tutte queste piccole commissioni. Rientriamo in guesthouse per una doccia e poi ci avventuriamo verso il night market del sabato che ha luogo in una strada non lontana dalla nostra dimora. Appena arriviamo ci chiediamo subito che cosa ci facciamo qui: orde di gente, di tutte le nazionalità possibili, infesta la strada principale e quelle secondarie in cui si svolge il mercato. Centinaia di bancarelle, piene zeppe di souvenir, ormai visti ovunque, uguali in ogni posto del sud est asiatico. Piccoli studenti di musica che si mettono in mezzo alle strade con i loro strumenti e qualche cassa rabberciata per racimolare qualche soldo…e poi c’è lui: il bambino un po’ sovrappeso che senza alcun senso del pudore si esibisce in un raccapricciante spettacolo di Hula Hop; va detto a suo favore, però, che lo controllava molto meglio di me!!
Mentre passeggiamo, facendoci strada tra la folla, sentiamo un odore che ci avvolge, giriamo lo sguardo e vediamo la luce: una bancarella che vende waffles con la nutella, in qualsiasi combinazione con altri ingredienti!! Quella sarà LA NOSTRA bancarella!! Ma prima cerchiamo qualcosa di più sano per cena.

Chiang Mai Thai Food
Il maestro con la wok

 

Chiang Mai
Nuovo acquisto…felice con poco!

Scopriamo che nelle strade laterali si concentrano tutti i baracchini del cibo e ci fermiamo su quello che ci ispira di più…per poi correre verso i waffles!!! Per non buttare al vento tutti i sacrifici di alzarsi presto la mattina per fare sport, convinco Marco a prenderne uno a metà, anche se mi fa sentire tutto il suo disappunto fino all’ultimo boccone!!

Chiang Mai - Parte II



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