Lima - La mia banda suona il...mambo!

09 - 11 Ottobre 2019

l viaggio notturno da Huaraz a Lima è uno dei peggiori di tutto il viaggio (e forse anche di quelli passati). Siccome dalla montagna dobbiamo scendere alla costa, la strada è tortuosa, ma questo non ferma l’autista dal correre come un matto, con conseguente sballottamento dei passeggeri.
Non solo, l’autobus ha una sorta di allarme quando la velocità di guida sale sopra i 90 km/h (politica di sicurezza della compagnia) e il nostro caro conducente la supera innumerevoli volte facendoci ascoltare la rilassante melodia della sirena in piena notte.

Ma questo non è abbastanza! Uno dei passeggeri, ovviamente il più vicino a noi, russa tutta la notte come un trattore con il motore malfunzionante. E, mentre cerchi di prendere sonno e trasformare nella tua testa quel rantolo in dolce ninna nanna, pensi “prima o poi finirà”, ma no, non finisce affatto per 8 lunghissime ore e l’unica ancora di salvezza è mettersi le cuffie con musica rock sparata a palla (perchè con musica più soft il rantolo si sente ancora forte e chiaro).
Grazie al nostro audace guidatore, arriviamo a Lima alle 6 del mattino. Ma non poteva guidare più lentamente e farci arrivare un’oretta più tardi, quando non sembri scemo ad andare in giro per la città con gli zaini da 20kg sulle spalle??
Inutile dire che siamo stremati. Aspettiamo che si facciano le 7 al terminal del bus e nel frattempo facciamo colazione con un bel caffè caldo con la speranza che ci dia un alito di vita.

Dopodichè ci dirigiamo verso la guesthouse che avevamo prenotato e che potrebbe farci entrare in stanza prima dell’orario standard di check in. Ingaggiamo un tassista per portarci al quartiere Miraflores e, con sempre quel brivido di terrore di sottofondo, ci sediamo nei sedili posteriori dell’auto. La Lonely Planet e i blog di viaggiatori ci hanno messo il terrore dei tassisti in sudamerica, ma specialmente in Perù, e al minimo comportamento strano ci mettiamo subito sull’attenti. Come nel caso di stamattina quando, nel bel mezzo di una strada di raccordo, il tassista si ferma al lato della strada senza darci spiegazione e noi ci guardiamo subito intorno per vedere se ci sono bancomat nelle vicinanze in cui il tipo potrebbe minacciarci di ritirare la più alta somma di denaro possibile. Invece il buon tassista voleva solo dare un'indicazione al suo collega dietro di noi, per poi portarci sani e salvi all’indirizzo pattuito.

Dopo vari tentativi di comunicazione riusciamo a contattare i proprietari della guesthouse per farci entrare, ma la signora ci dice che la nostra camera non è ancora disponibile e dobbiamo aspettare fino alle 13! 5 lunghissime ore, con un clima fuori per niente invitante: freddo, umido e nebbioso. Ovviamente fortuna vuole che la guesthouse non abbia nemmeno uno spazio comune al chiuso in cui buttarci, ma solo un tavolino minuscolo fuori. Non sappiamo come sfangare queste 5 ore.
Fortunatamente, stavolta per davvero, prima che ce ne andiamo a cercare un posto dove stare, la signora ci offre una alternativa. Ha disponibile una camera più grande che di solito costa il doppio di quella che abbiamo prenotato, ma ce la dà a solo 5$ in più della nostra. Affare fatto!!
Ci buttiamo dentro la stanza, facciamo una bella doccia calda e ci infiliamo sotto il piumone cadendo in un sonno profondo per un paio d’ore. Adesso si che si ragiona!
Non abbiamo voglia di fare nulla, dopo i 3 giorni di fuoco a Huaraz, e ci culliamo nel dolce far niente fino a che i morsi della fame si fanno sentire. 

Andiamo a pranzo in un posto consigliato su Tripadvisor, dove si mangiano piatti di pesce buoni ed economici. Il posto è effettivamente curioso. La cucina è nel mezzo della stanza e i tavoli sono nel bancone che circonda la cucina. Ci sono pochissimi posti a sedere, da cui si può osservare la preparazione dei piatti. Prendiamo il piatto top della casa: un tris di risotto di pesce, frittura (chicharon de pescado) e ceviche, il tutto annaffiato con un bicchiere di chicha morada. Siamo affascinati dal cuoco che, al contrario di altri posti in sudamerica, sembra più di stampo europeo. Ci sembra che in Perù ci sia più attenzione ai sapori e agli accostamenti, creando una cultura culinaria più alta che in Colombia o Ecuador. Il cibo è ottimo, se non fosse per quel pizzico di aglio in più del necessario, il cui sapore ci accompagna per tutta la giornata!

La prossima tappa è un sito archeologico qui vicino. Il sito è costituito da delle rovine di un tempio pre-Inca e siamo incuriositi. Prima dell’invasione spagnola il sito era stato ricoperto di terra e sembrava solo una collina, e questo lo ha preservato dalle barbarie degli spagnoli che appena arrivati hanno disfatto templi di ogni cultura esistente per costruire con le lore pietre chiese cattoliche.
Questo tempio in particolare è stato costruito da una civiltà presente nell’area di Lima molto tempo prima degli Inca ed è stato poi usato nel tempo da altre 2 civiltà successive. Influssi di queste diverse civiltà si possono notare in alcuni dettagli, come delle salme ritrovate sepolte in dei loculi che erano state seppellite secondo delle tradizioni caratteristiche ad una delle civiltà.

Archeological site Lima
Il tempio pre-ispanico

  Pur non essendoci rimasto granchè, la visita guidata ci aiuta a capire la storia di questo posto e delle civiltà che l’hanno occupato. Ci fa anche vedere il ruolo dello sciamano da un lato diverso. Lo sciamano era colui che aveva tempo di studiare i fenomeni naturali, le caratteristiche delle varie stagioni e il loro susseguirsi, così da sviluppare una conoscenza che le persone di più basso rango non avevano tempo di possedere, impegnati a lavorare nei campi. E la conoscenza è potere, ora come allora. Lo sciamano quindi usava il suo sapere per essere venerato come un dio dalla popolazione che era pronta a seguire passo passo ciò che diceva. Ad esempio, lui sapeva quando sarebbero arrivate le piogge che avrebbero dato fine alla stagione secca e portato abbondanza nelle coltivazioni. Quindi poco prima che arrivassero lui diceva al popolo che dei sacrifici e delle offerte erano necessarie per far ricominciare a piovere. Tutti quindi credevano che lo sciamano avesse poteri soprannaturali e per loro le offerte e i sacrifici divenivano fondamentali per chiedere alle divinità la pioggia o altri eventi naturali. Questo punto di vista ci ha molto interessato e ci ha fatto riflettere che oggi non è poi così diverso: chi detiene il sapere può raggirare chi non lo ha in ogni modo.

Archeological site Lima
Ma quanto è simpatico questo tipo?

  Questa visita ci ha dato qualche strumento in più per capire la storia del sudamerica prima della conquista e soprattutto ci ha aperto gli occhi sul fatto che gli Inca, la civiltà più conosciuta, è stata solo l’ultima (e anche la meno duratura) di decine e decine di altre precedenti.

Adesso ci dirigiamo invece nella parte costiera di Lima, a cui il quartiere in cui dormiamo è vicino. Mentre andiamo però notiamo un mercatino artigianale e prima che i nostri neuroni processino l’informazione e ci dicano di non entrare, noi stiamo già comprando cose. Marco compra un cappellino in lana colorato con le orecchie e i pon pon in fondo. Era da tanto che lo voleva e finalmente lo ha trovato come gli piace...è contento come un bambino! Io invece mi compro una borsetta un po’ più “civile” di quella della Decathlon che porto di solito.

Artisanal market Lima
Il cappellino buffo in prestito

  Con molto sforzo usciamo da queste bancarelle del demonio prima che il conto in banca pianga.
La temperatura fuori è decisamente cambiata, si è alzato un vento gelido e il freddo inizia a entrarci addosso. Nonostante questo continuiamo a passeggiare verso la costa fino a che non la raggiungiamo. Questa parte della città ci stupisce molto perchè la spiaggia è molto stretta e subito dietro si alza un muro di rocce. Noi siamo in questa parte in alto, sopra al muro di rocce, e vediamo il mare in basso a noi. Questo mix di spiaggia e collina rocciosa è molto particolare.
Inoltre un bel parco si estende su tutta la parte costiera alta, con una lunga pista ciclabile, pista pedonale, giochi per bambini, palestra all’aperto e quant’altro, dando a questo luogo un'atmosfera molto rilassata, che assomiglia a quella di Manly a Sydney: gente che corre, fa sport, gente che passeggia con i cani o semplicemente si rilassa.

Coast of Lima
Ila giocherellona!

  Ci facciamo una bella passeggiata lungo la scogliera verdeggiante e poi ci rigiriamo per tornare alla guesthouse. 
Prima di rientrare passiamo per un supermercato a fare un po’ di spesa. Il nostro corpo ci chiede di nuovo pietà e abbiamo deciso di cucinarci un po’ di riso in bianco per ristabilire l’equilibrio. Il supermercato pure ci stupisce perché è il primo che vediamo da quando siamo partiti che è simile ai nostri. Da qui dentro non si riuscirebbe a riconoscere che siamo in sudamerica.
Mentre facciamo spesa veniamo attirati dalla sezione dei vini. Il vino in questo momento è diventato un bene di lusso e lo beviamo molto raramente, ma stasera facciamo uno strappo alla regola. 
Rientrati in camera ci rilassiamo un po’ per poi tirare fuori il nostro mini set da cucina e preparare il riso in bianco. Menomale che il vino e la stazione televisiva di musica latina ci risollevano la serata. La stanza è così enorme che c’è abbondante spazio per dare sfogo al nostro lato ballerino!

Anche il secondo giorno a Lima ce lo prendiamo come relax. Facciamo colazione in camera a base di yogurt, frutta e cereali e poi usciamo per una visita al centro storico.
Per arrivare in centro prendiamo un autobus cittadino. Come abbiamo già notato in molte grandi città sudamericane, gli autobus più ufficiali fanno tutti più o meno la stessa tratta, quindi ci chiediamo sempre l’utilità di avere più linee.
Arrivati al centro raggiungiamo la Plaza des Armas, piazza principale in ogni città piccola o grande di questa parte di mondo. Come in tutte le precedenti che abbiamo visto, anche qui nella piazza si affacciano chiese ed edifici istituzionali.

Lima
L’n-esima Plaza des Armas

  La particolarità qui è che intorno alle 11 c’è il cambio della guardia. Incuriositi aspettiamo un po’ finchè non inizia. La banda istituzionale esce da un edificio  che assomiglia ad un palazzo reale e si dispone nel centro della piazza. Dopo musiche ufficiali come l’inno nazionale, sentiamo delle note conosciute. Ci mettiamo un po’ a decifrarle, ma alla fine riconosciamo la melodia YMCA, che ci lascia non poco stupiti. Questi “militari”, tutti seri e con vestiti istituzionali a suonare canzoni dei Village People e a seguire mambo e salsa. Ci sembra un po’ fuori luogo, ma noi ci divertiamo a ballare.

Lima
La mia banda suona il...mambo!

  Facciamo ancora qualche giretto tra le strade poco emozionanti del centro e poi ci fermiamo per un pranzo economico. Il nostro spirito di scoperta oggi è proprio sotto terra e preferiamo rincasare che continuare a girare disinteressati.

Passiamo tutto il pomeriggio nella nostra reggia, rilassandoci e come al solito cercando di essere al pari con blog e foto. In realtà dovremmo preparare i bagagli in stiva per il volo di domani verso Iquitos, ma l’idea di disfare tutti gli zaini e fare i borsoni non ci attira. Ne approfittiamo però per organizzare la nostra visita a Machu Picchu. Ci informiamo sui biglietti e modalità per raggiungere Aguas Calientes. Vediamo che c’è un modo alternativo al super costoso treno e sembra che sia abbastanza popolare: autobus verso l’ultimo villaggio raggiungibile con strade più camminata di un paio d’ore seguendo i binari. Sono circa 40 dollari andata e ritorno in due invece che 350 del treno ufficiale. E’ vero che ci vuole un’intera giornata per arrivare a destinazione invece delle comode 3 ore del treno, ma il risparmio è troppo allettante. Una volta capito che tendiamo verso questa opzione e che ci sono numerose agenzie che vendono i biglietti dell’autobus, non ci resta che prenotare il biglietto di ingresso per Machu Picchu. Scegliamo il biglietto che consente l’ingresso alla sola cittadella Inca, invece che quello combinato per salire ad una delle due montagne a lato della cittadella. Dovendo rientrare a Cusco con la stessa modalità (camminata di 2 ore più 7 ore di bus), non avremmo abbastanza tempo per salire nella montagna. Compriamo il biglietto per il primo ingresso, alle 6 del mattino sperando che ci siano meno persone.

Risolta questa questione ci rassegniamo a dover fare le valigie e vedere se stiamo nel peso consentito. Sbutoliamo tutto e riempiamo il borsone. Presto ci rendiamo conto che uno non basta e tiriamo fuori anche l’altro che si riempie altrettanto velocemente. Con una bilancia prestata dalla signora della guesthouse verifichiamo i pesi e vediamo che con i bagagli da stiva ci stiamo, mentre quelli a mano sono un po’ oltre, ma speriamo che in sudamerica non ci siano troppi controlli.

Fatta quasi ora di cena, usciamo per fare un po’ di spesa. Il menù prevede ancora risotto però ci aggiungiamo avocado e prosciutto cotto, tanto per diminuire la tristezza del pasto. Siamo attirati a comprare un’altra bottiglia di vino ma rinunciamo. Ceniamo (per terra - la camera è immensa ma manca di mobilio), finiamo i bagagli e ci corichiamo. Domani il primo (necessario) transito in aereo!

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