Mysore - Un'indiana a palazzo

15 - 16 Ottobre 2016

L’ultimo viaggio notturno in autobus non è stato uno dei più comodi, ma ancora una volta teniamo botta. Arrivati all’autostazione di Mysore ci stupiamo subito: il livello di pulizia è lodevole! Dopo poco questa osservazione ci viene confermata da un cartellone che pubblicizza Mysore come una delle città più pulite dell’India!
Ci rilassiamo un attimo in una panchina dell’autostazione per fare colazione con un immancabile chai e dei biscotti grassissimi! Dopo questo breve momento di pace ci ricarichiamo in spalla i nostri fedeli compagni di viaggio e andiamo ad affrontare una delle mansioni più challenging da quando siamo in India: trovare una guesthouse che mi soddisfi! Iniziamo dagli hotel vicino all’autostazione, ma non siamo molto convinti. Decidiamo di proseguire verso uno di quelli che avevo selezionato durante le mie ricerche. Ci facciamo un notevole pezzo di strada a piedi con i nostri fardelli e le spalle iniziano a chiedere pietà, ma purtroppo anche questo tentativo è un fallimento.

Ci spingiamo ancora più avanti e prima di arrivare ad un altro degli hotel selezionati, ne proviamo uno e siamo così stanchi che questa volta ce lo facciamo andare bene pur non essendo il top. Ci accorgiamo subito, ad esempio, che c’è qualche problema con lo scarico del water (oggetto presente in una sola delle stanze che possiedono e che non padroneggiano del tutto!). Proviamo a chiedere di sistemarlo ma si vede proprio che non sanno come approcciare questo attrezzo così esotico. Siamo così esausti che ci rinunciamo e decidiamo che per un giorno possiamo scaricare usando il loro metodo: secchiate d’acqua e via!
Mentre facciamo il check in alla reception ci viene offerto un tour con il tuk tuk tra i vari mercati, ma decidiamo di rimandare la decisione. Per il momento abbiamo solo voglia di mangiare un boccone per pranzo e farci un riposino nel pomeriggio per recuperare le ore di sonno perse durante la notte turbolenta.
Per pranzo ci viene consigliato un posto a due passi dall’hotel ed effettivamente è una bomba. Si vede che è un posto famoso tra i locali (e non tra i turisti) e questo è sempre un buon segno. Ordiniamo due meals, la cui dimensione è sempre un punto interrogativo: questa volta ci vediamo arrivare due vassoi enormi pieni di curry, salse allo yogurt e tipi diversi di riso. E alla fine una sorpresa: una bella coppa di gelato buonissimo. Soddisfazione a mille!!!

Indian meal
Un abbondante meals

 

Indian meal
La tipica rinfrescante fine di un pasto indiano

  Adesso è ora del riposino. Mysore è una tappa intermedia che abbiamo inserito per spezzare il viaggio tra Kochi ed Hampi, decidiamo pertanto di non affaticarci troppo, d’altronde l’unica attrazione è il palazzo!

Mysore Hotel
Beccato…

  Verso tardo pomeriggio usciamo dal letargo e ce la facciamo ad uscire, ma dobbiamo comunicare al proprietario dell’hotel che abbiamo deciso di non fare il suo tour. Ci rimane un po’ male povero!
Prima di arrivare al palazzo, ci facciamo una passeggiata per la città e ne approfittiamo per fare un acquisto che ci sarà utile per il viaggio in aereo del ritorno. Ci serve, infatti, un secondo borsone da mettere in stiva (uno già ce lo abbiamo!); avremmo potuto farcela a far entrare tutto in uno zaino e mandare quello in stiva, ma non vogliamo per niente al mondo rischiare di perdere uno dei due combattenti, ci siamo troppo affezionati e ce li vogliamo portare entrambi in cabina come bagaglio a mano! Mentre passeggiamo vediamo un negozio di valigie e entriamo, pensando che se facciamo l’acquisto qui piuttosto che nel quartiere turistico di Mumbai, possiamo pagare un prezzo onesto e non quello bombato da turisti!
Il commesso inizialmente ci vuole vendere articoli di qualità e un po’ più costosi, ma subito dopo capisce le nostre esigente e ci fa vedere il borsone più basico ed economico che ha: bravo amico, ci sei piaciuto! Finalizziamo l’acquisto e proseguiamo.
La passeggiata per Mysore si fa molto interessante, questa città “profuma” di autenticità!!

Mysore
Farsi spazio tra la folla

  Camminando arriviamo in una delle piazze principali in cui è ancora in corso un piccolo mercato.

Mysore
In piazza!

  Il sole sta calando e sta colorando il cielo con sfumature arancioni; attorno a noi ci sono bancarelle piene di frutti e fiori colorati e donne con i loro abiti e sciarpe sgargianti vagano per le strade.

Mysore
Che donne!

  All’improvviso, con tutti questi colori e vivacità attorno, capita di sentirsi in pace…con se stessi…col mondo. Sono quelle sensazioni che durano pochi secondi ma che ti colpiscono e ti rimangono sulla pelle per sempre.

Mysore
Mercato ancora in piena attività

  Marco si diverte a fotografare questo bellissimo scenario con il sole calante e io faccio amicizia con qualche mucca che vaga per la piazza.

Mysore
Trova l’intruso

  Dalla piazza continuiamo verso il palazzo. Domani faremo la visita all’interno, ma quello che colpisce di questa attrazione è l’aspetto esterno e l’illuminazione serale. Apparentemente siamo anche capitati in un bel momento perché ancora per stasera ci sarà un’illuminazione particolare che rende il palazzo ancora più splendido. Di solito questo tipo di illuminazione viene accesa la domenica sera, ma nelle ultime settimana è stata accesa tutte le sere a causa di uno dei tanti festival indiani che finirà proprio stasera.
Davanti all’entrata est (mi pare est, ma si sa che io con l’orientamento non sono un granchè) è allestito un piccolo palco su cui un gruppo di persone sta facendo delle prove. Tutto intorno ci sono venditori ambulanti e una marea di persone. Sembra di essere capitati in una sagra di paese nell’orario di punta.
Un gentile omino ci indica l’ingresso verso l’area esterna del palazzo e timidamente entriamo. Il palazzo è già illuminato a festa (o almeno crediamo) ed è davvero impressionante. Ce lo godiamo da diverse angolazioni che ci permettono di percepirne l’immensità.

Mysore Palace
Una sera a palazzo…

  Veniamo anche approcciati da un gruppo di ragazzine che richiedono un book fotografico con noi (era un po’ che non ci succedeva). Quando l’attenzione su di noi viene scemando, decidiamo di uscire dalla porta ovest e fare il giro di tutto il palazzo per poter vedere la parte posteriore.
La passeggiata è più lunga del previsto, ma noi non abbiamo niente altro da fare! Ci immergiamo nei nostri lunghissimi e appassionanti discorsi…eh si, anche dopo 9 mesi appiccicati ancora abbiamo cose da dirci e ci incantiamo sulle parole l’uno dell’altro!

Mysore
Quanto ci piace passeggiare!

  Quando arriviamo nella parte posteriore del palazzo, ci accorgiamo che non possiamo oltrepassare le mura, ma attraverso gli alberi riusciamo a scorgere la parte più alta con una meravigliosa luna incastonata tra le torri del palazzo! Tutto ad un tratto, però, qualcosa cambia: le luci diventano ancora più intense e disegnano perfettamente i lineamenti dell’intero palazzo. Ecco, forse queste erano le famose luminarie, mentre quella che abbiamo visto finora era l’illuminazione serale di routine.
Data la situazione, decidiamo di rifare il giro di tutto il palazzo in modo da rientrare dalla porta est e ammirarlo con questa nuova illuminazione. Però, non ci catapultiamo e ci prendiamo tutto il nostro tempo, tanto io avevo letto su internet che le luci sarebbero state accese fino al mattino. Anzi, per fare ancora un po’ più con calma, ci fermiamo anche ad una bancarella a prendere due deliziosi chai.
Lentamente ripercorriamo le mura e ci rechiamo di nuovo al punto di partenza. Rientriamo dalla porta est e ci soffermiamo in un angolo per fare le foto al palazzo da una angolazione che ci sembra migliore. Dopo le prime foto, tutto ad un tratto, così come si sono accese, le luci si spengono!! Mi sa che nelle mie ricerche qualcosa era andato storto, forse non avevo controllato se l’orario di spegnimento era segnato con AM o PM!! Fortuna che, pur nella nostra lentezza, siamo arrivati poco prima che si spegnessero e siamo riusciti a fare qualche foto…altrimenti mi sarei mangiata il fegato!!

Mysore Palace
Per un soffio non ci siamo persi questa meraviglia

  Lo spettacolo del palazzo adesso è finito e l’ora di cena è arrivata. Marco stamattina aveva visto Pizza Hut o qualcosa della stessa categoria e decidiamo di andare. Come entriamo ci rendiamo conto che la pizza è inguardabile anche dalle foto e in pochi secondi siamo già fuori alla ricerca di un altro posto!
Stasera abbiamo voglia di un po’ di cibo “occidentale” e finiamo al Mc Donald. Dopo questa cena sanissima rientriamo in hotel e ci prepariamo alla giornata di domani che sarà 80% attesa del treno notturno.
L’indomani ci svegliamo, non troppo presto, per poter stare in camera il più possibile fino al momento del check out. Prepariamo la nostra roba ancora una volta (che sorprendentemente è tutta sparsa in giro benché ci siamo fermati solo per una notta!) e scendiamo in reception per pagare e chiedere di lasciare da qualche parte i nostri zaini. Ci trovano un posto per i bagagli grandi nello stanzino della biancheria sporca, ma non c’è verso di farci lasciare quelli piccoli, che per quanto siano piccoli sono pesanti e non abbiamo voglia di portarceli dietro tutto il giorno. Dopo una serie di discussioni arriviamo ad un compromesso (o meglio, Marco arriva ad un compromesso, io mi arrabbio solo!) e siamo finalmente pronti per uscire.
Cerchiamo un posto per fare colazione, ieri avevamo visto un piccolo bar con della pasticceria in vetrina che ci ispirava. Diciamo che non ci soddisfa quanto ci aspettavamo, ma è una valida alternativa ai biscotti chimici ed economici che ci compriamo spesso.
Adesso è ora di andare verso il palazzo, per visitarne l’interno. Oggi ho indossato il mio Punjabi Dress, penso per l’ultima volta. Volevo omaggiarlo in una città indiana autentica, prima di riposrlo nell’armadio e farlo diventare un ricordo. Mentre camminiamo verso il palazzo, Marco scorge una donna indiana con un abito molto simile al mio come combinazione di colori e, come scemi, la seguiamo per poter scattare una foto di me e lei insieme per notare le somiglianza!!

Mysore
Trova le differenze…

  Nella strada verso il palazzo mi faccio anche tentare da una venditrice di fiori, quelli che le indiane si mettono tra i capelli come ornamento. Giochiamo un po’ con la signora, mi diverto a farmi sistemare la ghirlanda di fiori e ci facciamo una bellissima foto insieme…e poi ci chiede il triplo dei soldi che realmente costano questi fiori, ma oggi siamo felici e spensierati, quindi senza fare troppe storie paghiamo e proseguiamo!

Mysore
Trasformazione completata!

  Adesso l’indianina e il suo Maharaja sono pronti per entrare a palazzo, non prima di depositare la macchina fotografica, proibita all’interno, e di togliere le scarpe. All’ingresso ci viene fornita una autoguida gratuita e iniziamo il tour. Quello che ci colpisce subito è che il palazzo è stato costruito molto recentemente, nei primi anni del 1900; o meglio, ricostruito dopo che quello originario era andato in fiamme.
La stanza dei ricevimenti è grande e maestosa e la stanza del trono molto barocca. Verso la fine veniamo colpiti da una serie di dipinti dell’epoca in cui il palazzo è stato costruito che ritraggono scene in cui si inizia ad intravedere la modernità, come ad esempio auto e cartelloni pubblicitari di bevande.
Usciamo dal palazzo pensando che la visita è stata carina, ma non ci ha catturato l’anima. Molto più suggestivo da fuori con le luminarie da festa!

Mysore
Un’indiana a palazzo

  Lo stomaco inizia a borbottare, è arrivata ora di pranzo e già sappiamo dove andare: ieri durante le nostre passeggiate siamo passati diverse volte davanti ad un locale con un’insegna BIRYANI enorme…che non sia il maestro del Biryani? Proviamolo! Il piatto non è male, ma l’acidità dei camerieri, dovuta al fatto che ne abbiamo preso uno solo in due, ci infastidisce. E Marco non manca di farglielo notare!!
Sono le 14 circa…e ora che facciamo altre 5 ore prima di salire sul treno?? Ci viene in mente che alla reception dell’hotel c’erano dei divanetti dove possiamo perdere un po’ di tempo. Ci mettiamo un po’ a lavorare al blog fino a che non ci annoiamo. Io mi faccio una passeggiata al supermercato (un supermercato in India??? Molto strano!) davanti all’hotel, per prendere uno yogurt. Il cassiere, molto sorridente, mi chiede anche il numero di telefono, mi sa che ho fatto colpo, ma io l’uomo della mia vita l’ho già trovato da un po’!

Mysore
Un ultimo respiro di indianità!

  Verso le 17 iniziamo ad incamminarci, ci fermiamo nel posto in cui abbiamo fatto colazione stamattina per prendere dei panini da mangiare in treno per cena e poi ci sediamo per un’oretta dal Mc Donald.
Finalmente l’attesa è quasi finita e ci incamminiamo verso la stazione. Subito troviamo il nostro treno, ma la nostra carrozza è ancora chiusa. Marco decide di andare a fare un giretto per vedere se trova qualcosa per fare colazione domani mattina e, mentre ancora è disperso, la carrozza viene aperta e la gente inizia ad occupare i posti. Io mi guardo in giro molto innervosita per vedere dove è finito Marco, perché anche se la nostra carrozza ha i posti numerati, solitamente gli indiani viaggiano con milioni di bagagli e i posti dove riporli finiscono subito. Provo a chiamarlo, ma il telefono non prende. Dopo un po’ lo vedo arrivare con la faccia preoccupatissima per la paura di prendersi i miei improperi, ma la sua dolcezza mi fa, invece, uscire un sorriso! Quanto è bello!!
Fortunatamente riusciamo a sistemare i nostri zaini sotto alle cuccette giusto un attimo prima che un’allegra famigliola occupi tutto il resto dello spazio e oltre. La famiglia è molto numerosa e pur avendo posti diversi assegnati, loro proprio non ce la fanno a stare separati e si vengono tutti a sedere davanti a noi, limitando ancora di più lo spazio vitale.
Il fastidio, però, dura ben poco. Ad un certo punto il padre di famiglia ci inizia a fare domande, incalzato anche dalle figlie. Ci chiede del nostro viaggio e delle tappe che abbiamo fatto in India. Sono estasiati dal fatto che più o meno l’abbiamo girata tutta, ma soprattutto li conquistiamo quando nominiamo Puri, destinazione non di certo inclusa negli itinerari turistici classici. Loro vengono proprio da lì, anche se si sono trasferiti a Bangalore per lavoro, ma la gioia nei loro occhi nel nominare quella città traspare fortissima: casa è sempre casa!!
La conversazione poi verte verso il cibo indiano. Ci chiedono quali specialità abbiamo assaggiato e noi iniziamo a fare una lista di nomi, ormai familiari: Dal, Aloo Gobi, Palak Paneer, Chapati, Paratha, ecc. Ecco, adesso sono proprio folli di noi, ci amano quasi, ci celebrano con quelle loro teste ciondolanti nel sentire che in qualche modo abbiamo cercato di imparare le loro tradizioni. Ci consigliano, poi, dei piatti tradizionali da non farci mancare quando saremo a Mumbai. Gli chiediamo di scriverci quei nomi complicatissimi nel nostro quadernino in modo da mantenere la promessa.
Noi siamo al settimo cielo!! Purtroppo (o per fortuna) non siamo i tipi che si autocelebrano o che si esaltano con gli altri delle proprie esperienze, di solito siamo quelli che se ne stanno in un angolino. Ma mettere in parole la nostra avventura con dall’altra parte persone che ci ammirano sinceramente e che continuano estasiati a fare domande per “rubarci” ancora un po’ di quella nostra incredibile storia, ci regala una sensazione unica. E come rendersi conto per la prima volta di aver fatto qualcosa di grande e di averlo quasi portato a termine. Una sensazione di leggera follia ci attraversa i corpi e ci fa brillare l’anima! E ancora una volta dobbiamo ringraziare l’India e il suo incredibile popolo per farci sentire così genuinamente apprezzati e accolti a braccia aperte in una parte di mondo in cui è stato così difficile sentirsi a casa.
Dopo poche ore la famiglia scende, ci salutano di cuore e noi rimaniamo lì, nelle nostre cuccette, a farci cullare dal rumore delle rotaie in questa ennesima notte in viaggio!

Indian train
VIAGGIARE!

 

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