Buenos Aires – La fine ed un nuovo inizio

29 Dicembre 2019– 04 Gennaio 2020 + 07 – 09 Gennaio 2020

Dopo Bogotá, Quito, Lima e numerose altre “grandi città” sudamericane, avevamo poche speranze per Buenos Aires e ci eravamo arresi al fatto che a noi le metropoli sudamericane non ci attraggono. E invece lei, la Parigi del Sudamerica, ci ha voluto stupire e rubare il cuore! Dai due o tre giorni che volevamo stare siamo rimasti in tutto una settimana (con solo un weekend fuori per andare alle Iguazu Falls).
Difficile dire cosa ci abbia conquistato, forse il tango ballato e suonato ovunque, forse il buon cibo e l’ottimo Malbec, oppure l’atmosfera bohemienne o più probabilmente un misto di tutto ciò. Fatto sta che ci siamo goduti in pieno l’ultima settimana di questo viaggio zaino in spalla, in assoluta rilassatezza e con molto divertimento. Ci siamo anche chiesti più volte se potremmo vivere qui e ci siamo sempre risposti “assolutamente sì”.

Sebbene non siamo stati in modalità “must have”, abbiamo comunque colto l’opportunità di girare con calma questa bella città...non rinunciando mai ad alzarci al mattino con mooolta calma!
Il Mercato di San Telmo è stata una delle prime attrazioni che siamo andati a visitare. Il quartiere di San Telmo è in generale molto grazioso, con architettura antica, viuzze che si diramano dal “corso principale” e la caratteristica Plaza Dorrego, in cui ogni giorno ci si può imbattere in show di tango improvvisati.

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Spettacolo di tango in piazza

 

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Altri ballerini in piazza

Il mercato coperto è uno dei punti focali del quartiere, oltre alla piazza, ed è aperto tutti i giorni con decine di negozietti per mangiare (quello delle empanadas è a dir poco spaziale!!) e qualche piccolo negozio di antiquariato.

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Il mercato coperto

La domenica, invece, il mercato antiquario (e non) si estende su quasi tutto il quartiere, occupando la strada principale, la piazza e qualche viuzza laterale.

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Il mercato della domenica a Plaza Dorrego

Abbiamo passeggiato nelle strade di San Telmo varie volte e ogni volta abbiamo trovato uno spettacolo di tango da cui siamo rimasti attratti. E ogni volta la tappa “empanadas” non poteva mancare, specialmente quella con il chorizo che è stata decretata paradisiaca!

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Empanadas ad ogni ora del giorno

Il tango ci ha talmente appassionato (impossibile non rimanerne stregati a Buenos Aires) che siamo andati a provare una delle famose “milonghe”, ovvero una serata tanguera organizzata in dei locali, che inizia con una lezione di tango, piuttosto avanzata, prosegue con dj set tanguero in cui tutti possono scatenarsi in pista e finisce con uno spettacolo di tango. Dopo un’attenta ricerca sul web, abbiamo scelto una milonga che non fosse per turisti, per sentirne la vera atmosfera.
Il locale in cui si teneva non era enorme, ma bohemienne al punto giusto. Ci siamo seduti su un tavolino aspettando che la serata iniziasse, gustandoci due bei bicchieri di vino e un tagliere di salumi e formaggi (si, ci siamo goduti la vita a Buenos Aires, alla faccia delle ristrettezze economiche che ci siamo imposti durante il resto del viaggio!).

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Milonga

Nonostante la nostra famosa asocialità, abbiamo ben presto fatto amicizia con una coppia di russi e una ragazza polacca e il suo amico argentino. Tutti quanti ballerini di tango esperti, approdati a Buenos Aires come Mecca del loro percorso. Noi ci sentivamo non troppo a nostro agio, non avendo idea neanche dei passi base del tango argentino. Ma la cosa stupefacente è che tutti ci hanno spronato ad andare in pista anche solo per provare in prima persona il vibe e le emozioni forti che questa danza dà. E non ci siamo tirati indietro: abbiamo più o meno imparato un paio di passi durante la lezione introduttiva e ci siamo poi buttati nella mischia durante il dj set.
A fine serata, oltre allo scambio di coppia propostoci dai russi (per ballare il tango...che cosa avete pensato??), abbiamo ricevuto dalla ragazza polacca e l’amico argentino un invito per passare il Capodanno con loro e i loro amici nella casa di uno di loro in provincia di Buenos Aires. Per un momento volevamo accettare e lasciarci andare agli “imprevisti”, ma siamo troppo “ingegneri” e troppo prudenti per buttarci così nel vuoto, nella periferia di Buenos Aires poi...no grazie!
Ovviamente non possiamo dire di aver sfruttato la serata al 100%, siamo troppo principianti, ma abbiamo ottenuto quello che volevamo: toccare con mano questa estrema passione che i ballerini di tango sentono e che crea dipendenza nel lungo termine!
Non avendo visto però lo show finale fatto da professionisti (ce ne siamo andati via prima), abbiamo deciso di andare ad uno show vero e proprio. Anche se turistico, volevamo ammirare i ballerini professionisti con coreografie studiate. Tra tutti gli spettacoli e le loro mille opzioni, ne abbiamo scelto uno relativamente economico, però con il pacchetto vip che include posto d’onore e bevute illimitate. Per problemi tecnici non abbiamo avuto il posto con la migliore vista, ma la cameriera ci ha subito riconosciuti e passava ogni 10 minuti a riempirci i bicchieri di vino...almeno a qualcosa è valso pagare un po’ di più!

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Allo spettacolo di tango

I ballerini sono stati fantastici, non pensavo che il tango potesse essere così acrobatico. Durante tutto lo spettacolo mi sono immaginata al loro posto, con tutta la loro passione e bravura nell’approcciare uno dei balli più sensuali.
Alla fine di queste esperienze tanguere, ci siamo chiesti con Marco se preferiremmo imparare il tango o la salsa in futuro. Sebbene il tango mi abbia affascinato ed ha una sensualità forse meno banale, continuo a credere di essere più presa dalla salsa, la latinità, il ritmo quasi invadente. Vedremo cosa sceglieremo appena ritroviamo una stabilità!
Buenos Aires però non è solo tango, ma anche cultura teatrale. Ci sono innumerevoli teatri e una programmazione niente male. Purtroppo non abbiamo potuto vedere nessuno spettacolo, tutti i teatri hanno chiuso per il periodo natalizio e inizio anno nuovo, proprio quando eravamo là. Siamo, però, potuti andare a fare una visita guidata al teatro più famoso della città, il Teatro Colón.
L’interno è magnifico, dal foyer, ai corridoi fino alla sala principale. L’architetto che lo ha progettato e iniziato a costruire era italiano e il suo influsso si vede molto nelle decorazioni e la scalinata principale in marmo di Carrara. Un architetto francese, invece, ne ha terminato la costruzione e infatti una delle sale di “attesa” tra i due tempi dello spettacolo è molto simile alla sala di Versailles: tutto oro, mobili in Luigi XIV e XV e grandi specchi per dare più profondità...molto sfarzo, ma fa venire la pelle d’oca.
Entrare nella sala principale e vedere il palcoscenico mi ha fatto tornare le sensazioni e un po’ di nostalgia di quando il teatro era una delle mie passioni principali.

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Lo splendido Teatro Colón

Nel mio piccolo ho provato cosa significa stare davanti al pubblico e prendersi gli applausi finali e farlo in un posto così magnifico sarebbe un’emozione fortissima. Mi sono ripromessa che quando torneremo stabili in Italia ricomincerò a studiare teatro; potrei farlo anche in Australia, ma recitare nella propria lingua non ha prezzo!
Un’altra visita turistica molto interessante, per quanto sopravvalutata nelle guide, è stato il giro al quartiere storico de La Boca. Il quartiere in sé e per sé, insieme a quelli limitrofi, dicono che non sia sicuro, ma ci sono le due strade centrali in cui si ammassa il turismo in cui non ci sono problemi.
Il centro è effettivamente particolare, tutti edifici colorati e antichi, molti riferimenti all’Italia (il quartiere è stato fondato infatti da immigrati italiani) e innumerevoli menzioni a Maradona, è infatti il quartiere del Boca Junior, una delle più famose squadre di calcio di Buenos Aires, in cui Maradona ha iniziato la sua carriera.

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Le coloratissime case di La Boca

Il tango, poi, è un altro protagonista della scena, con piccoli spettacoli in ogni cafè e ballerini che mostrano le loro doti al centro della piazza principale, ovviamente propina ben accetta, se non obbligatoria in caso di foto.

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Una vamp a La Boca

Ci siamo sbizzarriti con le foto ed entrati in qualche negozio di souvenirs, ma questo eccessivo turismo, quasi falso, ci viene a noia molto velocemente.

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Io al Caminito

Dopo questa visita abbiamo deciso tornare verso il quartiere in cui risiediamo, Retiro, con il servizio di bici pubblico. Erano giorni che provavamo a prendere queste fantomatiche bici, ma sono così poche che abbiamo sempre trovato le stazioni vuote. Qui però siamo riusciti a beccarne due e partiamo. Dato che le viuzze interne di La Boca sono pericolose, abbiamo preso la furba decisione di percorrere la strada costiera fino a Puerto Madero, il quartiere nuovo e moderno. I grattacieli e lo sfarzo di Puerto Madero si vedono fin da La Boca e questo mi rassicurava di non essere in pericolo.

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Ancora inconsapevoli del pericolo

Tra le risate siamo partiti in sella alle bici e dopo pochissimi minuti ci siamo ritrovati in un punto desolato, sotto ad un cavalcavia, circondati da baracche e povertà. E lì mi sono risuonate le parole del mio collega argentino a Sydney “Non andare a piedi da un punto A ad un punto B senza conoscere la zona, neanche se il punto B ti sembra vicino”. Ma perché non gli ho dato ascolto? Abbiamo percorso i km che ci separano da Puerto Madero come dei fulmini, sussultando ogni volta che sentivamo un motorino avvicinarsi, e con il cuore in gola. Appena ci siamo sentiti fuori pericolo ci siamo fermati e fatto un bel respiro...non è stata la scelta più prudente che potessimo fare a Buenos Aires!! Una volta a Puerto Madero abbiamo proseguito il percorso in bici attraverso un grazioso parco, la reserva ecologica della Costanera, in cui un sentiero, anche ciclabile, attraversa una piccola foresta e costeggia il mare. Questo giretto ci ha fatto rilassare, dopo la corsa precedente, e ritrovare la nostra pace interiore immersi nella natura.
La nostra esperienza con queste bici pubbliche finisce qui, ma uno degli ultimi giorni ci siamo divertiti a prendere un monopattino elettrico. É Il giorno in cui siamo andati ai parchi di Palermo, uno dei quartieri ricchi di Buenos Aires. Abbiamo passeggiato in una specie di santuario ecologico, in cui sono tenuti in semilibertà animali caratteristici che stanno curando, così dicono.

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I famosi capibara

Abbiamo poi fatto un picnic (con cibo preso da Burger King) in un altro parco e poi ci siamo lasciati tentare dai monopattini Lime. Al contrario delle bici non sono gratuiti, “ma quanto mai costeranno?” ci siamo detti! Beh, la risposta è: un’esagerazione, ma ne è assolutamente valsa la pena.

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Divertimento puro sul monopattino

Siamo arrivati alla nostra guesthouse di Retiro, partendo dai parchi di Palermo, seguendo delle bellissime piste ciclabili. Qui ci siamo accorti di come la rete di ciclovie di questa città sia uno spasso, ben organizzata, ben separata dalla strada in cui passano le auto e in buono stato. Decisamente un buon esempio per tutte le altre città più sviluppate, compresa Sydney! Abbiamo attraversato posti e viuzze bellissimi, che non avremmo altrimenti visitato, tra risate e divertimento puro!!
Passando, invece, al capitolo vita notturna, non ci siamo tirati indietro questa volta. Prevedendo di passare numerose serate in locali carini, il primo giorno siamo andati alla ricerca di scarpe decenti. Il nostro guardaroba prevedeva solo scarpe da trekking, ciabatte e sandali sportivi, tutte cose non adatte per la vita notturna. Marco ne ha trovato un paio molto rapidamente, ma per le donne è sempre più complicato, soprattutto se non si vuole spendere tanto. Dopo una giornata (piovosa) in giro per negozi, alla fine ne ho trovato un paio nel negozio proprio sotto il nostro Airbnb.
E così ci siamo lanciati per locali, cene fuori e cocktail. Un venerdì sera abbiamo provato a fare l’upgrade da serata cocktails a serata danzante, ma abbiamo scoperto che discoteche o discopub iniziano le danze non prima delle 2 di notte. Che cosa??? Da andare a dormire alle 9 di sera siamo passati a mezzanotte e più qui a Buenos Aires, ma a reggere fino alle 2 per poi iniziare la vera serata non ce l’abbiamo proprio fatta. Tristemente abbiamo rinunciato!
La stessa sera, però, ci siamo goduti una delle cene più buone di questo viaggio. Non potevamo lasciare l’Argentina senza mangiare di nuovo la parrilla! Abbiamo trovato un ristorante graziosissimo a Palermo, con tavolo fuori e atmosfera perfetta per noi: non troppo porch, non troppo rustico. Abbiamo preso un antipasto che era una meraviglia, a base di burrata, asparagi e altri stuzzichini molto italiani. Si è continuato poi con bistecca alla parrilla e verdure grigliate da gridare al miracolo. Ovviamente non poteva mancare una bottiglia di Malbec!! Gustosissimo e relativamente economico, sicuramente un buon “arrivederci” culinario a questo paese!
Buenos Aires è anche la città in cui abbiamo finito il 2019 e iniziato il 2020. L’ultimo dell’anno ci siamo svegliati con calma per poi uscire per una passeggiata verso Plaza 5 de Mayo in cui risiedono la cattedrale e il palazzo del governo.

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Monumenti storici

Camminando verso San Telmo abbiamo trovato un grazioso cafè con atmosfera letteraria in cui ci siamo fermati per una aperi-pranzo molto vintage, proprio come piace a noi!

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Aperitivo bohemienne

Nel pomeriggio abbiamo fatto un giro di ricognizione verso Puerto Madero dove erano programmati i fuochi d’artificio per la sera.

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Il famoso ponte di Puerto Madero

Puerto Madero è un quartiere molto moderno e lungo un corso d’acqua, simile ad una darsena, ma niente a che vedere con Darling Harbour a Sydney! Vicino al caratteristico ponte dedicato alle donne c’era una nave-museo antica e per soli 20 pesos si poteva entrare a visitarla. Non so perché ma ero tutta emozionata nel vedere la sala motori e le turbine...mi immaginavo un po’ di essere dentro al Titanic. Marco invece si è soffermato a vedere un quadro con tutti i nodi nautici, la sua passione!!

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Il mio marinaio

Verso sera ci siamo vestiti bene e ci siamo preparati un ottimo aperitivo e una cena a base di salmone nel nostro piccolo balcone. Ovviamente a lume di candela!

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Cenone di Capodanno intimo

Non avevamo voglia di spendere per un cenone, ma soprattutto volevamo un’atmosfera intima. Purtroppo non ci ha salvato del tutto da un po’ di umore nero, ma ci siamo ripresi anche da questo. Prima di mezzanotte siamo usciti per andare a vedere i fuochi d’artificio a Puerto Madero.

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2020 in arrivo!!

Ci aspettavamo uno spettacolo senza precedenti, invece sono durati forse 5 minuti, per poi riprendere più tardi a tratti. Tutto un po’ a caso insomma, un po’ in spirito argentino. Noi comunque ci siamo divertiti uguale a fare il conto alla rovescia e stappare la nostra piccola bottiglia di spumante alla mezzanotte (mentre tutte le persone intorno a noi avevano casse piene di alcol!).

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Pronti a stappare

Il giorno dopo invece, il primo giorno di questo altro anno che sarà per noi pieno di cambiamenti, ci siamo goduti una tranquilla passeggiata nel quartiere Palermo. Di solito Palermo è molto vivo e pieno di locali (soprattutto la sera) e negozi, ma in quel giorno di festa era un po’ tutto chiuso tranne che nella piazza principale. Essendo un giorno di festa non ci siamo preoccupati di mangiare cibo sano e ci siamo gustati un bel hamburger, patatine e birra. Abbiamo approfittato dell’assenza di ressa per fare un giro nelle viuzze con i particolari murales e, ispirati da altre due ragazze, ci siamo buttati in pose plastiche per foto (più per scimmiottare le due vamp che per fare foto artistiche ????).

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Le pose con i murales di Palermo

E così tra tango, buon cibo, cultura e bottiglie di vino siamo arrivati al termine di questa esperienza in una città che ci ha stregato. Gli ultimi due giorni, dopo il weekend passato alle Iguazu Falls, non abbiamo fatto granché, solo tranquille passeggiate, un pomeriggio in piscina (di cui ricordiamo la fila interminabile per fare il controllo medico obbligatorio per accedervi) e due dopocena a base di cocktails e Malbec in locali carini vicino alla nostra guesthouse.

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Finalmente il coltello argentino!!!

 

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Relax in piscina

 

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Cocktails sotto casa

 

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Celebrare l’ultima sera con il Malbec!

Un ottimo modo per salutare il Sud America che ci ha ospitato per 4 mesi e ci ha fatto risentire il brivido di viaggiare zaino in spalla tra culture centenarie e persone di cuore, da cui in fondo non siamo poi così diversi!

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