Mendoza - La più europea di tutte

17 – 20 Novembre 2019

Il viaggio in autobus, notturno come al solito, verso Mendoza è stato terribile. E’ iniziato con un bambino dietro di noi posseduto dal demonio perchè la madre se ne è andata prima che l’autobus partisse lascianodolo solo con il padre. Non penso che gliela perdonerà per i prossimi 20-25 anni...e neanche noi!! Abbiamo tentato di coprire il pianto disperato con la musica, ma ci volevano pezzi hard rock a tutta palla per minimizzare il rumore!! inutile dire che arriviamo a Mendoza a pezzi, vogliamo solo trovare un posto in cui fermarci e dormire un paio d’orette. 
Come ci è successo anche a Cordoba, ci dobbiamo interfacciare con il fatto che vorremmo prendere un autobus pubblico per raggiungere il centro, ma non abbiamo la tessera. E ovviamente nessuno la vende, neanche al terminal dei bus dove uno si aspetterebbe la presenza di 7 miliardi di tabacchini dove te la tirano dietro.

Tentiamo di nuovo la sorte di chiedere dentro all’autobus se qualcuno ce la presta, pagando il prezzo del biglietto ovviamente, e riusciamo a trovare un paio di anime pie.
Arriviamo in centro e sentiamo una calma piatta. Le strade sono vuote, il silenzio ci circonda. Ci chiediamo se sia tipico di Mendoza, se è che è domenica o che sono le 7 del mattino. Forse un po’ tutte e 3.
Giriamo un po’ per trovare un ostello, ma alla fine ne troviamo uno aperto che ha camere al prezzo che vogliamo noi. Purtroppo non ce la può dare subito, ma dobbiamo aspettare le 2.
Siamo devastati, ma fortunatamente è caldo quindi possiamo passare un po’ di tempo fuori. Prima ci mettiamo un’oretta nel giardinetto dell’ostello e poi facciamo una passeggiata in centro. Adesso sono circa le 10-11, ma è ancora tutto quieto. I negozi sono tutti chiusi e gli unici posti con un po’ di gente sono baretti su una strada pedonale. Decidiamo di fermarci anche noi e goderci un bel cappuccino in rilassatezza. Pur essendo vuota, Mendoza ci dà un feeling diverso rispetto alle altre città, è piacevole!

Mendoza
Il bel paseo di Mendoza

  Non essendoci molto altro da fare in questa tarda mattinata di domenica, decidiamo di andare al supermercato e fare spesa per cucinarci nei prossimi giorni. Dal “non prendiamo tanta roba” all’uscire con 8 buste di roba il passo è molto breve. Esageriamo come al solito. Carichi come muli, è il caso di prendere un autobus e siamo costretti a consumare un po’ di quella ricarica preziosa della carta dei bus. Si perchè ci abbiamo messo tutta la mattinata a trovare un chiosco che le vendesse, ma che soprattutto le potesse ricaricare. E’ incredibile che, anche qui, come a Cordoba, bisogna fare i salti mortali per ricaricare queste carte, nessun tabacchi ha le ricariche. Ma come fa la gente che usa il bus tutti i giorni??

Quando rientriamo in ostello ancora la camera non è pronta, ma poco male. E’ ora di pranzo e ci mettiamo a cucinare. Insalatona, come spesso facciamo!
Dopo pranzo finalmente possiamo andare in camera. Non è proprio come ci aspettavamo, ma ce la facciamo andare bene. Invece di essere una doppia, è una delle camerate comuni con 8 letti singoli. Il proprietario ci assicura che è solo per noi. Di solito quando ci sono letti singoli, ci stringiamo in uno, ma questi sono veramente minuscoli e qui fa un caldo esagerato. Mi sa che dobbiamo dormire separati questi giorni.

Finalmente un po’ di riposo dopo la notte insonne. L’unico obiettivo di oggi è comprarci il mate, senza il quale in Argentina non siamo nessuno, credo che sia proprio vietato dal governo rimanere a lungo in Argentina senza mate!!
Verso sera, quindi, usciamo e camminiamo verso la piazza centrale dove ci dovrebbe essere un mercatino artigianale. Non ci sono molte bancarelle, ma ne troviamo una che fa al caso nostro. Vende mate semplici, senza troppi fronzoli, e fatti con il materiale originale con cui sono nati, guscio di una cucurbitacea (una specie di verdura o tubero, di forma sferica, tipo una mini zucca, con un guscio molto duro). Tra così tanti tipi di mate che esistono oggi, non siamo sicuri di aver fatto la scelta giusta, ma almeno abbiamo iniziato. Se non è buono possiamo sempre comprarne un altro, non costano molto e si comprano ovunque!

Entusiasti, andiamo anche a comprare la erba mate, il mix di foglie con cui si prepara l’infusione. Ovviamente anche di questa ce ne sono mille tipi, ma il commesso ci aiuta un po’ a scegliere. Adesso ci manca solo il thermos in cui tenere l’acqua calda per riempire la tazza di mate a ripetizione per tutta la giornata, come veri argentini. E’ impossibile vedere un argentino che, ad esempio durante una passeggiata, non abbia il suo kit di thermos, mate e yerba mate!! E noi non vogliamo essere da meno!

Dato che la città è ancora assopita, tranne il mercatino, torniamo in ostello e ci prepariamo la cena a base di pollo, verdure cotte e quinoa, ormai uno standard di questo viaggio!
Abbiamo ormai preso gli orari argentini e finiamo di cenare che sono già le 23. Poi, per non farci parlare dietro, ci siamo bevuti l’ennesima bottiglia di Malbec e goduti un sigaro nel giardino dell’ostello, filosofeggiando sui viaggi, sul significato che ha per noi viaggiare. Siamo migliorati rispetto a cantare le canzoni di Ambra Angiolini!!

Come secondo giorno a Mendoza, vorremmo andare a fare il tour dei vigneti e vineria con la bicicletta. Mendoza è situata nella regione di produzione dei vini argentini e ci sono dei vigneti non lontani dalla città che si possono visitare e sui quali è possibile fare degustazione.
Come prima cosa però dobbiamo andare a ritirare i soldi che abbiamo trasferito qui usando uno dei servizi di invio del denaro all’estero. Questo ci permette di avere un bel po’ di contanti evitandoci i problemi del ritiro nei bancomat, ma soprattutto le esagerate commissioni ad ogni ritiro. Peccato che quando arriviamo al negozio lo troviamo chiuso. Oggi è giorno festivo (una di quelle feste un po’ a caso del sudamerica) e anche questa attività è chiusa. Questo significa che dobbiamo tornarci domani per forza e dobbiamo quindi rinunciare al trekking al campo base del monte Aconcagua, per il quale, richiedendo 4 ore di autobus per raggiungerlo, avremmo dovuto partire alle 6 del mattino.
Decidiamo anche di rimandare a domani il tour delle vinerie, anche perchè anche oggi giriamo come matti, ma non troviamo posti che ricarichino la scheda dei bus, senza la quale non possiamo raggiungere la zona dei vigneti.
Ne approfittiamo per fare un po’ di shopping, anche se la maggior parte dei negozi rimane chiusa. Finiamo con il passare la giornata in grande inedia, non abbiamo voglia, nè i mezzi per fare nulla. Facciamo qualche giro negli unici negozi aperti per comprare il thermos, ma anche su quello non riusciamo a deciderci. Ce ne sono da 50 euro, quelli super tecnici, e da 12 euro. I primi ci garantiscono ovviamente che tengano il calore più a lungo, ma ci sembra una spesa esagerata.

Pranziamo in ostello con gli avanzi di ieri, facciamo passare il tempo tra puntate di Netflix, libro e blog. Usciamo di nuovo nel tardo pomeriggio per una passeggiata, ma soprattutto per andare ancora alla ricerca di un cavolo di chiosco che abbia disponibile la ricarica della carta dei bus, altrimenti neanche domani riusciamo ad andare alle vinerie.
Alla fine ne troviamo uno, lontanissimo dal centro, ma essendo oggi un giorno festivo il massimo che ci può ricaricare sono 100 pesos. Ci bastano per andare domani, ma non siamo sicuri che ci copra il ritorno, ma non possiamo fare di meglio oggi.

Torniamo verso il centro e ci fermiamo in un locale nella strada pedonale in cui ci prendiamo delle empanadas e un bel bicchiere di vino. E chi c’ammazza!!
Sul tardi rientriamo in ostello, ci cuciniamo (o meglio riscaldiamo gli avanzi) e ci buttiamo in camera. La scorsa notte non sono riuscita a dormire molto per un problema fisico, la notte prima era quella in autobus da dimenticare, quindi non vedo l’ora di farmi una bella dormita. Purtroppo tra il caldo, le chiacchiere e musica che si sentono dal patio, su cui la nostra camera affaccia, e di nuovo quel problema fisico, prendo sonno solo intorno alle 3 di notte, dopo aver passato il tempo a cancellare file inutili sul cellulare e liberare spazio di memoria...il sogno di una vita!!!

E così, tra notti insonni e pomeriggi a cercare di ricaricare la scheda dei bus, siamo arrivati all’ultimo giorno da passare a Mendoza. Oggi però vogliamo scrollarci di dosso l’inedia e almeno andare a fare il giro delle vinerie in bici. Purtroppo, però, dobbiamo ancora andare a ritirare i soldi. Andiamo con tutta calma, pensando di avere tutto il tempo del mondo, ma quando arriviamo troviamo una fila enorme. Prendiamo il numero e siamo il 62, quando dentro pare ci sia il 30. Nulla sembra muoversi per più di mezzora e già ci immaginiamo tutta la giornata qua davanti. Marco passa il tempo facendo qualche passeggiata intorno, mentre io leggo il libro in fila. Scambio qualche parola con una signora spagnola, che dice di aver riconosciuto dal tipo di scarpe che indosso che sono straniera. Dopo un po’ la fila inizia a scorrere e finalmente intorno alle 11.30 arriva il nostro turno. Tutto va liscio con il ritiro, l’unica cosa è che ci danno la somma inviata in pezzi da 100 pesos, ovvero ci danno 1000 euro in pezzi da 1,50 euro. Avendo solo la mia borsetta siamo in difficoltà a trovare un posto ai 7 pacchi di banconote che ci danno. 
Mi innervosisco non poco perchè pensavo che una somma così grande venisse data almeno in pezzi da 500 pesos, se non 1000. E adesso dove le mettiamo tutte queste banconote????

A questo punto siamo quasi tentati di non andare alle vinerie, ma ci scrolliamo di dosso il nervosismo e andiamo. Prima troviamo un ristorante vegetariano a buffet che ha delle pietanze buonissime a poco prezzo. Data la bontà e la convenienza ci prendiamo anche un contenitore da asporto per la cena di stasera.
Con i soldi contati nella carta dei bus, ci avviamo verso il paese dove iniziano le vinerie. Il viaggio in autobus di una 40ina di minuti non è molto eccitante, passando in mezzo ad un’area prettamente industriale. Anche il paesino dove scendiamo non è molto invitante, ma proseguiamo. Prendiamo le bici ad un noleggio e partiamo!! La strada continua per un po’ in quella principale del paese con autobus e camion che passano spesso, fortuna c’è la pista ciclabile.

Mendoza
Vamos a tomar!

  Dopo una mezzoretta svoltiamo verso una strada più di campagna e qui iniziano tutti i vigneti e le case vinicole. Ci fermiamo ad una delle prime per fare un assaggio di vini organici, ci prendiamo un Malbec, un Shiraz e un Cabernet Sauvignon. Sono tutti e 3 gran riserve e si sente il sapore barriccato. Lo Shiraz è troppo giovane e non ci fa impazzire, il Cabernet già va meglio, mentre il Malbec è eccezionale!! Man mano che beviamo i 3 bicchieri pieni fino all’orlo (cosa rara per una degustazione) le nostre teste si fanno più leggere e finiamo a ridere come matti, come al solito facendoci riconoscere nella nostra poca compostezza in un ambiente di stampo raffinato :)

Mendoza
Malbec gran reserva

  Ancora sghignazzando ce ne andiamo, pronti per la prossima degustazione. Adesso l’obiettivo è arrivare alla prossima vineria senza cadere nel canaletto al bordo della strada. Compiamo la missione egregiamente e arriviamo in un posto ancora più chic...e noi sudati dal giro in bici e vestiti con pantaloncini da corsa e maglia da ginnastica!!
Quando vediamo la terrazza che dà sui vigneti decidiamo che questa sarà l’ultima degustazione. Ci posizioniamo su di un tavolino fuori con divanetto e ci prendiamo, oltre ai 3 bicchieri di vino da assaggiare, un vassoio di salumi e formaggi per accompagnare. Qua, invece delle risate, ci partono discorsi filosofici e sembriamo quasi (quasi!) persone serie. Anche qui prendiamo 3 vini diversi, ma il Cabernet Sauvignon batte di gran lunga gli altri due. 

Mendoza
Mangiamoci su che è meglio!

  Adesso siamo proprio soddisfatti e non sentiamo il bisogno di altri assaggi. Qua non è come in Australia in cui, per trovare un vino degno di nota, è necessario girare più e più vinerie. Qui ogni colpo è vincente, un po’ come con i vini italiani!
Sono già le 17 e ci dobbiamo avviare per riportare le bici entro le 18. Il tipo del noleggio, poi, offre un happy hour dalle 17 alle 18 con un vino che dice essere di sua produzione. Quando arriviamo vediamo orde di gente che già sta usufruendo della “degustazione” gratuita. Il proprietario è già palesemente brillo e continua a riempire bicchieri fino all’orlo. Facciamo un veloce conto delle persone che ci sono e di quante volte i bicchieri vengono riempiti, moltiplichiamo per i giorni dell’anno e ci chiediamo come faccia a fare così tanto vino nel suo vigneto. Ci viene in mente che sia vino dei cartoni comprato e travasato in bottiglie di vetro caserecce per farlo sembrare di produzione propria. Ma noi non ci facciamo indietro. Ci infiliamo tra la folla e al grido di “italiani!” ci riempe il primo bicchiere, e poi un altro...e poi decidiamo di fermarci!

Mendoza
La festa al rientro

  Un po’ sbarellanti prendiamo il bus fino a Mendoza e torniamo all’ostello con dei ricordi divertenti di questa esperienza.
Verso cena ci mangiamo le cose comprate al ristorante vegetariano, ancora gustose e poi ci mettiamo a letto, dato che domani mattina dobbiamo alzarci all’alba per prendere l’aereo per Bariloche. O almeno questo era il piano, ma per l’ennesima volta non riesco ad addormentarmi fino alle 3 di notte. Fa caldo e il gruppo di spagnoli non accenna a diminuire il volume delle loro conversazioni (abbastanza inutili tra l’altro). La musica a palla, la luce della corte interna diretta verso la nostra camera. Se apriamo la tenda della finestra siamo in mondovisione e quindi teniamo chiuso finchè non si decidono ad andarsene dallo spazio comune esterno, appunto alle 3 di notte. il nervosismo mi assale e in testa mi girano tutti gli improperi che avrei voluto rivolgere loro, ma alla fine me ne sto zitta per non fare la parte della vecchia insofferente della gioventù!

La sveglia alle 5.30 non aiuta per niente e mi alzo che sono uno zombie. Ci prepariamo in un silenzio tombale e usciamo per prendere il primo autobus. Aspettiamo il secondo, che ci dovrebbe portare diretto in aeroporto, per più di mezz'ora, ma alla fine siamo costretti a prendere un taxi per non rischiare di far tardi. Nel volo ne approfitto per dormire le ore perse stanotte, ma il risultato è che sono ancora più rintontita di prima. Verso le 11.30 arriviamo a Bariloche che segna l’inizio della nostra avventura in Patagonia!! Non sappiamo cosa aspettarci da qui in poi…

 

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