Puyuhuapi – Bagnati come pulcini

27 - 29 Novembre 2019

Piove a dirotto. Ma siamo in Patagonia e questa è la normalità. E l’autista del bus rincara la dose promettendoci ancora più pioggia a Puyuhuapi, dove il sole appare solo per una trentina di giorni all’anno. Peccato che ci perdiamo panorami sicuramente altrettanto fantastici che a Bariloche, ma fa parte del viaggio e soprattutto è una caratteristica del luogo in cui siamo e non possiamo che ammirarla.
Detto questo io performo un po’ malino con la pioggia e sono più insopportabile del solito, anche se ultimamente ce la metto tutta per prenderla più alla leggera.

L’autobus ben presto si addentra nella foresta pluviale patagonica e ci sentiamo circondati dalla natura più selvaggia. Ogni tanto si scorge qualche lago o corso d’acqua al lato della strada che ci regala un bellissimo colore blu intenso che risalta anche con la pioggia e il cielo coperto.
Facciamo una sosta dopo qualche ora per l’almuerzo e noi ci prendiamo un bel tè caldo per riscaldarci un po’.

Arriviamo a Puyuhuapi che ancora sta diluviando e non accenna assolutamente a smettere. Il mio zaino grande si è bagnato un bel po’ nel bagagliaio dell’autobus, ma non mi arrabbio. Primo passo avanti della giornata!!
Andiamo a cercare una guesthouse, o hospedaje come lo chiamano qua, e una caruccissima signora ci accoglie per il prezzo che stiamo cercando. Le camere sono al primo piano, mentre al piano terra c’è una sala comune con una grande cucina, dei tavolini e due stufe a legna che danno un insolito calore a questa casa. Non possiamo chiedere di meglio.

Puyuhuapi
L’ostello perfetto durante il diluvio!

Subito metto il mio zaino davanti alla stufa per farlo asciugare, nel frattempo ci beviamo un tè caldo. Anche se ancora le ore di luce sono molte (qui non fa buio prima delle 21.30 circa...pazzesco!!) la pioggia battente non ci mette molta voglia di andare in avanscoperta.
Usciamo però per fare un po’ di spesa. Dato che passeremo tutta la sera in casa, almeno ci cuciniamo qualcosa di buono e sano. Le opzioni non sono molte. Come abbiamo ormai imparato, questi villaggetti hanno due o tre minimarket con l’indispensabile e per lo più le stesse cose, ma riusciamo a trovare un bel pezzetto di salmone congelato che accompagneremo con delle verdure al forno.
Il resto del pomeriggio-sera lo passiamo al calduccio nella zona comune al piano terra. Non ci sono molti avventori nella guesthouse oggi e lo spazio è tutto nostro. Ci sentiamo come a casa e scambiamo anche due chiacchiere con i proprietari.

Puyuhuapi
Riparati e al calduccio

Verso sera iniziamo a prepararci la cena. La signora rimane a bocca aperta per il pasto sano ed equilibrato che ci stiamo cucinando e ci ripete mille volte quanto le piace la nostra scelta. Che poi, diciamocelo, il salmone non è neanche la scelta meno calorica! Il giorno dopo capiremo perché sono tutti così impressionati: anche loro cucinano salmone al forno, ma con un panetto di burro spalmato sopra!! Non mi riesce difficile capire perché in questi 3 mesi abbiamo preso quel chiletto che non ci aspettavamo di mettere su!

La parte più divertente della preparazione della cena è che possiamo usare il forno della stufa a legna. E qui partono tutti i nostri sogni ad occhi aperti. Queste cose un po’ retrò ci affascinano e ci vediamo tra una decina di anni con una casetta in legno, il focolare e una stufa a legna con il bollitore di acqua sempre sopra, pronto per un bel tè bollente. Chissà se arriverà mai questo momento? Adesso non so neanche prevedere come sarà la nostra vita il prossimo anno!!

Dopo esserci spazzolati la cena deliziosa e bevuti l’ennesimo tè, è ora di andare a dormire.
La pioggia non smette mai per tutta la notte, anzi peggiora a tratti. Ma la sensazione di stare riparati e sotto le coperte abbracciati mentre fuori viene giù il mondo è idilliaca!
Purtroppo, però, anche quando ci svegliamo al mattino la situazione là fuori non è cambiata. Ieri avevamo deciso di andare a fare una passeggiata nel parco Queulat, l’attrazione di questo posto, ma adesso siamo un po’ in dubbio...io soprattutto! Siccome, però, non voglio essere la rovina-feste e so che a Marco piacciono queste esperienze “scomode” mi convinco ad andare. Potrebbe essere anche una buona occasione per testare la nostra attrezzatura antipioggia.

Dopo una gustosa colazione, ci infiliamo i pantaloni antipioggia, il Goretex e io anche le ghette comprate in Perù che coprono anche le scarpe. Nello zaino mettiamo anche il poncho, ma decidiamo di non usarlo, giusto per provare dopo tanto tempo i giacchini in Goretex con la pioggia a dirotto.
E così partiamo all’avventura. Chiedendo in un chioschetto al lato della strada principale riusciamo a trovare un passaggio verso l’entrata del parco per 5000 pesos. La strada asfaltata finisce ben presto, o meglio, continua ma tremendamente dissestata dalle miriadi di frane della montagna a lato. Una di esse sembra peggiore delle altre, peggiorata dal fatto che una mini-cascata viene giù dalla montagna e ha “scavato” il pezzo di strada sopra cui fluisce.

Puyuhuapi
Benvenuti nella Carretera Australe

La monovolume su cui siamo sembra non adatta a superare questa buca, anche perché non si riesce a capire quanto è profonda. Dopo qualche ravvicinata analisi e la vista di un fuoristrada che sorpassa l’ostacolo come se niente fosse, l’autista decide di avventurarsi e ce la facciamo.

I panorami che attraversiamo prima di arrivare al parco sembrano magici, ma il cielo coperto e i finestrini appannati non ci fanno godere a pieno di questo spettacolo della natura. Due delle persone che sono in auto con noi scendono prima del parco, all’ingresso del traghetto per andare al lussurioso hotel con acque termali...quanto vorrei essere nei loro panni in questo momento ed evitare di passare la giornata a bagnarmi con un pulcino!!

Arrivati al parco Queulat paghiamo l’ingresso e l’auto prosegue fino all’inizio del percorso a piedi. Qui possiamo scegliere se andare al lago o salire verso un punto panoramico in cui si potrebbe vedere anche un ghiacciaio. Ovviamente scegliamo la seconda opzione. L’unica pecca di questa scelta è che la camminata è di circa 5 km sola andata e noi dobbiamo tornare alla guesthouse per le 13, perché abbiamo avuto la brillante idea di prenotare il pranzo. Poco male, ci diciamo, facciamo un pezzo e quando è ora torniamo indietro.

La passeggiata inizia con un bellissimo ponte sospeso su di un fiume. Il corso d’acqua si presenta sotto di noi con tutta la sua potenza, date anche le copiose piogge degli ultimi giorni. Pur essendo sotto la pioggia battente, questo spettacolo è valso la scomodità di venire fino a qui.

Puyuhuapi
Già completamente zuppi!!

Il percorso continua dentro alla foresta pluviale, ma lo stato del sentiero è davvero brutto. Sotto di noi abbiamo un fiume, invece che terra. Il risultato è una fanghiglia esagerata e dei tratti completamente ricoperti da acqua. Andiamo avanti, mentre il diluvio non accenna a diminuire. Pur avendo tutto il completo antipioggia, mi sento totalmente umida dalla testa ai piedi.

Puyuhuapi
Non ci si arrende subito

Le ghette con la protezione delle scarpe sembrano funzionare un minimo, ma non mi fanno molto sentire a mio agio perché sono fatte male e ogni tanto le devo rimettere in posizione imbrattandomi le mani di fango.
Nonostante tutto vado avanti e cerco di non entrare nei miei soliti loop...cosa che riesco a fare fino a quando un piede mi si infila completamente nel fango. Avendo scarpe basse, la terra melmosa mi si è infilata dentro alla scarpa oltre che avermela ricoperta da fuori. Ovviamente con il fango è entrata anche l’acqua quindi le ghette non servono più a niente. Adesso mi sento davvero a disagio. Marco, che anche non si sente completamente confortevole, decide a questo punto di tornare indietro.
Oltre a sentirmi sconfitta per non aver resistito al disagio di questa situazione, le scarpe mi si riempiono entrambe di acqua e ad ogni passo sento il “ciaf, ciaf” dei piedi bagnati che spingono sulle scarpe altrettanto bagnate. Il pensiero, poi, che queste sono le uniche scarpe che ho e che non questo clima non si asciugheranno mai, mi fa ulteriormente innervosire. Adesso vorrei solo tele trasportarmi in ostello, al caldo e al riparo dalla pioggia. Purtroppo, però, dobbiamo rifare tutto il tragitto indietro fino alla strada principale e poi sperare di trovare un passaggio fino al paese facendo autostop.

Quando riusciamo a raggiungere la Carretera Australe non ci resta che aspettare. Questa non è la strada più frequentata al mondo e i tempi di attesa per vedere qualche auto passare nella direzione che vogliamo noi sono biblici.
Dopo poco sentiamo arrivare un camion a tutta velocità e non ci resta che tentare, ma questo quasi ci mette sotto piuttosto che fermarsi.
Essendo all’uscita del parco nazionale, ci sono alcune auto che stanno ripartendo, ma nessuna va nella nostra direzione. L’attesa è straziante. Ovviamente piove ancora a dirotto e adesso che non stiamo camminando cominciamo a sentire freddo. Fortunatamente abbiamo il thermos con il tè ancora bollente che ci scalda un po’, ma dopo più di mezzora di attesa il freddo ci si mette dentro le ossa e iniziamo a tremare.

Finalmente dopo un tempo che sembra infinito, sentiamo un’auto arrivare nella direzione giusta. Facciamo il dito e incredibilmente si ferma. Appena apro lo sportello la scena mi sembra quella di un film horror. Un signore non di primo pelo, con baffi, cappello e vestiti da lavoro, appare di fronte a noi e il fuoristrada che sta guidando è pieno di attrezzi. Sono un po’ titubante, ma non abbiamo molta altra scelta e saliamo. Marco sale davanti e intavola una discreta conversazione con l’omino, mentre io penso a tutto il tempo a come verremo torturati e fatti a pezzetti (sempre la solita!!!).
Il signore invece è troppo dolce e arrivati a destinazione ci fa scendere e ci augura buona giornata, senza chiederci niente in cambio. E anche oggi il film horror non si gira!!!

Finalmente siamo a “casa”. Ci spogliamo completamente e mettiamo tutto ad asciugare. Con nostra sorpresa, i vestiti sotto agli indumenti antipioggia non sono bagnati, solo un po’ umidicci. La giacca in Goretex fa ancora il suo dovere. Le scarpe invece sono state il vero punto debole. Sono completamente zuppe e i nostri piedi sono lessi.
La signora della guesthouse ha una stanza con una stufa sempre accesa che usa come “asciugatrice” e ci fa mettere le nostre cose là.
Prima di pranzo cerco di scaldarmi con una doccia calda, ma con scarsi risultati. Ancora con i brividi di freddo, scendo di sotto dove il pranzo ci viene servito...almeno una cosa positiva oggi!! La signora ci ha preparato pollo al forno e purè di patate, tutto buonissimo e con 8 panetti di burro! Finalmente un po’ di tepore inizia ad entrarmi nelle ossa e piano piano mi scaldo.

Nel pomeriggio non abbiamo la minima intenzione di muoverci dalla guesthouse, ma dobbiamo ancora fare spesa per cena e prenotare l’autobus per domani. Marco si immola a fare queste commissioni, ma soprattutto ad indossare le scarpe ancora bagnate per uscire di casa e sbrigare queste faccende. Quanto si prende cura di me!!! Sono davvero una moglie fortunata!!
Io passo il tempo a cucire le bandierine sullo zaino, scrivere qualche riga di blog e guardare serie tv. Nel pomeriggio la guesthouse si fa decisamente affollata. Ieri eravamo solo in 4 ospiti, mentre oggi siamo decisamente tanti e la cucina è quasi impossibile da usare.
Quando Marco torna con gli ingredienti per una bella zuppa di verdure iniziamo già a cucinare anche se è presto, così quando tutti gli altri si affolleranno nella cucina per preparare la cena, noi ce l’avremo già pronta.

Molti dei ragazzi che sono arrivati, stanno risalendo la Carrettera Australe e scambiano qualche consiglio a coloro che stanno scendendo verso sud. Noi, che stiamo andando verso sud, ascoltiamo senza, però, partecipare troppo. Una ragazza italiana incontrata qui ci ha già dato delle indicazioni e non vogliamo riempirci troppo di informazioni...e poi siamo asociali, ormai si sa! Facciamo amicizia solo con un simpatico signore che si sta facendo la Patagonia in bici. Avrà almeno una sessantina di anni, ma lo spirito non gli manca affatto! Invidiabile!!
Dopo cena ci ritiriamo quasi subito, dobbiamo preparare gli zaini e domattina prendere l’autobus alle 6 del mattino!! Salutiamo gli altri viaggiatori e dopo poco ci corichiamo.

Al mattino la sveglia è fin troppo presto. Mi faccio una doccia, prepariamo la colazione (a cui non rinunciamo mai, a qualsiasi ora sia la nostra partenza!!) e aspettiamo l’ora per uscire. Ovviamente ancora piove, ma decisamente meno rispetto a ieri. Fortunatamente troviamo una tettoia sotto cui aspettare il nostro autobus. E così verso le 6 partiamo alla volta di Coyhaque, continuando a sud la Ruta 7...e speriamo di lasciare la pioggia dietro di noi!

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