Quilotoa Loop Part I - La valle incantata

25 - 26 Settembre 2019

Avevo letto del “Quilotoa loop” mesi fa, stesa sul divano della nostra casina a Sydney, e da allora me ne sono innamorata ed era diventata quasi un’ossessione. Tanto che quando mi sono slogata la caviglia a Cartagena, l’unica cosa che pensavo era “riuscirò a guarire per fare il trekking a Quilotoa?”. Per fortuna ce l’ho fatta a rimettermi!! Ora il momento è arrivato per vedere se questa esperienza è cosi epica come la descrivono nei blog.
La base per partire per il trekking è Latacunga, cittadina tranquilla alla base dei picchi montuosi. Non è certo il top architettonicamente o turisticamente, ma non si sta male. In questo periodo ci dovrebbe anche essere uno dei festival più grandi dell’Ecuador, il festival della Mama Negra, forse siamo fortunati da beccare la città ancora nel pieno dei festeggiamenti.

Dalla stazione degli autobus raggiungiamo l’hotel, in cui veniamo accolti calorosamente dalla famiglia che lo gestisce. Appena posati i nostri zaini, veniamo invitati a bere un caffè nella loro cucina e lì conosciamo la “nonna” di turno che ci intrattiene con una gradevole conversazione. Purtroppo ci dice che la Mama Negra è già uscita ieri e l’altro ieri, ma forse sabato c’è la fine dei festeggiamenti, vedremo.

Prima di uscire ci indicano un posto per mangiare Pollos Jimmy e ci danno le solite raccomandazioni, state attenti ma la citta è tranquilla, passeggiate sereni.
Pollos Jimmy proprio non lo troviamo, ci perdiamo sempre con le indicazioni che danno “tres quadras derecho y dos quadras a la izquierda,...” e non riusciamo mai a contare queste benedette quadras! Pero troviamo un posto in cui preparano almuerzos che non sembrano male. La zuppa è spaziale, la più buona mangiata fino ad ora. Sembra a base di patate e formaggio, una crema. Anche il piatto principale è buono. Oggi quando ci hanno chiesto che carne ci volevamo mi stavo per lanciare in una scelta diversa dal pollo o dal manzo senza capirne il significato. Fortunatamente mi sono rifugiata nel pollo anche oggi, dato che ho poi scoperto che l’altra opzione era la trippa. Cerchiamo anche un dialogo con la signora che ci serve, ma ogni volta che chiediamo qualcosa o le diciamo che ci piace il cibo lei ripete alla sua compare quello che abbiamo detto con un tono un tantino da presa in giro. Simpaticissima!

Ancora abbiamo tutto il pomeriggio davanti a noi, ma Latacunga non ha molto da offrirci. Facciamo una passeggiata, ma dopo un po’ finiamo a girare sempre nelle solite strade. Dato che siamo un po’ stanchini rientriamo in camera e ci rifugiamo nell’ozio pur sapendo che dobbiamo fare un bel po’ di cose per prepararci al trekking.
Dopo una dormitina ci rimettiamo in pista. Per prima cosa andiamo a fare spesa per il pranzo di domani: panini, prosciutto, formaggio e qualche snack. Ci dovrebbe bastare. Ci occupiamo poi del percorso che dobbiamo fare. Ci aspettavamo che all’hotel avessero una mappa, e invece no. Navigando tra qualche blog, leggo che a volte è difficile seguire i sentieri su Maps.me quindi la mappa che alcuni ostelli a Latacunga danno è molto utile. Uffa! Riesco stranamente a sensibilizzare Marco sulla questione (cosa non da poco!), il quale inizia a cercare a sua volta indicazioni migliori sul percorso da seguire. Trova un articolo web fatto molto bene con un percorso da scaricare su Maps.me con i punti precisi da seguire e una bella descrizione delle varie svolte. Decidiamo, oltre a scaricare il tutto su entrambi i cellulari, di stamparne una copia cartacea in caso la tecnologia fagliasse. Abbiamo una copisteria proprio di fronte all’hotel e Marco va in missione.

Prima di uscire per cena lavoriamo ancora un po’ sul blog e poi ci viene la brillante idea di controllare le previsioni meteo per i prossimi giorni. In realtà le avevamo controllate qualche giorno fa per Latacunga e dava sole o al peggio qualche nuvola, ma oggi andiamo a controllare quelle dei paesini che attraverseremo: Sigchos, dove iniziamo il trekking, Isinlivi, dove arriveremo alla fine del primo giorno, Chigchillan, la meta del secondo giorno e Quilotoa, il punto finale.
In ognuno di questi posti le previsioni sono 80% pioggia per domani e 100% per i giorni seguenti. Ma non una pioggerella leggera, sono previsti proprio temporali. Di sole nemmeno l’ombra. Che dire? L’entusiasmo è in discesa netta. Non ci aspettavamo certo sole a picco e anche nuvoloso sarebbe andato bene, ma il bello di questo trekking sono i paesaggi e se dobbiamo stare 3 giorni con i temporali che gusto c’è?
Ormai abbiamo prenotato tutto e questo ci spinge a partire lo stesso, ma l’umore non è certo a mille. Aspettavo questo trekking da mesi e pioverà a dirotto tutto il tempo. Che sfiga!!
Oltretutto dobbiamo preparare gli zaini di conseguenza, prevedendo vari cambi, imbustamenti vari per evitare che si bagni tutto e portandoci tutto il materiale antipioggia che abbiamo.

Cerchiamo di risollervarci e usciamo per cena. Nel pomeriggio abbiamo individuato il famoso Pollos Jimmy, che è riportato anche nella Lonely Planet, quindi non possiamo che andare li. Ci prendiamo mezzo pollo in due, più una zuppa e patate di contorno. Buono, ma non gridiamo al miracolo, non capiamo come questo posto sia cosi tanto osannato.

Al rientro in stanza è arrivato il momento di preparare gli zaini...e questo è sempre un task complicato, figuriamoci adesso che sappiamo di dover affrontare 3 giorni di pioggia. Cosa ci portiamo? Questo lo lasciamo? Ma se poi serve e ce ne pentiamo? Finiamo quindi per portarci uno zaino pieno di vestiti per diversi climi, più l’equipaggiamento antipioggia al completo, il tutto imbustato bene con anche una busta nera grande dell’immondizia a coprire l’interno dello zaino. Meglio di cosi non si può fare. Ci prepariamo i panini per il pranzo di domani e stremati andiamo a dormire.

È arrivato il giorno fatidico. Ci svegliamo alle 6 per finalizzare gli zaini, lavarci e vestirci. Prima delle 7 siamo già in cucina della proprietaria dell’hotel per la colazione. Una bomba: uovo, formaggio, prosciutto cotto, del pane spaziale, marmellata, frutta, caffe con leche e bevanda a base di avena per darci la carica. Di energia per la camminata di oggi l’abbiamo accumulata. Insieme a noi al tavolo ci sono una coppia di francesi, che avevamo già incontrato ad Otavalo, e altre due ragazze sempre francesi. La signora ci aveva detto ieri che di italiani se ne vedono pochi, ma francesi ce ne sono tutti i giorni. Quando la coppia di francesi la salutano, lei regala loro un braccialetto con scritto Ecuador, mentre a noi niente. Speriamo che ce lo regali quando torniamo qui per la notte dopo il trekking...sennò ci rimaniamo molto male!
Una volta lasciati tutti gli altri bagagli al sicuro nell’hotel, ci carichiamo gli zaini e partiamo.
Al terminal dei bus compriamo un biglietto per Sigchos, ma dobbiamo aspettare una mezzoretta prima che parta.
Sigchos non sta molto distante da Latacunga, ma il tragitto in autobus è interminabile. I fattori sono tanti: le strade di montagna tutte curve, il fatto che ogni due minuti il bus si ferma per far salire o scendere qualcuno (qui non esiste il concetto di fermata, ogni punto può diventare una fermata) e il mercato in un paesino a 20 minuti da Latacunga. Sembra un mercato come quello degli animali ad Otavalo. Una confusione pazzesca di gente, bancarelle con ogni tipo di merce, polli, galline, frutta e verdura, teste di maiale e chi più ne ha più ne metta.

Ecuador Market
Teste di maiale arrosto…

Ci sono numerose persone che hanno già fatto milioni di acquisti riposti in cesti di vimini o di plastica, sacche di iuta enormi e buste. Tutte queste persone prendono il nostro autobus e caricare tutti i loro acquisti richiede un tempo molto lungo. In realtà tutto questo è folkloristico e ci divertiamo ad esserne spettatori, l’unica nostra preoccupazione è che le previsioni hanno messo temporale dalle 11, quindi non ci avrebbe fatto schifo arrivare un po’ prima per stare asciutti almeno un’oretta.

Cotopaxi Volcano
Vulcano Cotopaxi sullo sfondo della pianura

Attraversiamo colline infinite, che sembrano colline perché siamo già alti, ma in realtà sono montagne di più di 3000m. Vediamo campi coltivati nelle posizioni più strane, con inclinazioni pazzesche sulle pendici dei monti e ci chiediamo quanta fatica ci voglia a coltivarli.
Ogni tanto si vedono delle case sparse qua e la, dove si fermano alcune delle persone salite al mercato. Passiamo un villaggio un po’ più grandicello e intorno alle 10.30 arriviamo a Sigchos che è inaspettatamente molto carina.

Qui ci prepariamo per partire: ci togliamo i pantaloni lunghi, crema solare sulle parti scoperte, sosta bagno e si parte. Insieme a noi parte anche una coppia di francesi che ritroveremo lungo tutto il cammino.
Il tempo sembra ancora reggere e c’è anche sole, tanto che dopo un po’ ci dobbiamo mettere le fasce per il collo in testa per ripararci dai raggi che a 3500m all’equatore sono perpendicolari e forti.

Quilotoa Loop
La partenza del Loop!!

Il sentiero inizia su una strada bianca molto larga, ma molto presto diventa un vero e proprio sentiero. I paesaggi sono già da togliere il fiato. Si vedono miriadi di vette, saliscendi, valli. Tutto molto verdeggiante. già solo questo vale l’intero trekking.
Sbagliamo un paio di svolte perché come scemi seguiamo i francesi invece della mappa che abbiamo scaricato. Capiamo poi che loro stanno seguendo i sentieri indicati su Maps.me ma non hanno la mappa del sentiero che dobbiamo seguire. Dopo aver fatto una bella salita ed essere dovuti riscendere per riprendere la strada giusta ci mettiamo in testa di seguire solo la nostra mappa.

Quilotoa Loop
Foto ricordo dopo aver sbagliato strada…almeno si gode una bella vista

Non riusciamo a trattenerci dal fare foto e video in continuazione, i panorami sono troppo belli! E ancora delle pioggia non se ne vede l’ombra...incrociamo le dita.
Scendiamo, scendiamo, scendiamo. Nelle discese devo stare super attenta alla caviglia perché il piede si mette in un modo che al minimo disallineamento sento che mi fa male. Fortuna a Quito abbiamo comprato i bastoni da trekking che mi aiutano nell’opera.

Quilotoa Loop
Con i bastoni a passo da montagna!

Dopo circa un’oretta arriviamo nella valle. Davanti a noi un fiumiciattolo che taglia la valle e le da quel tocco di magia che solo l’azzurro dell’acqua con il verde dei prati può dare.

Quilotoa Loop
Costeggiamo il fiume

Decidiamo di goderci per qualche minuto questo paradiso e ci fermiamo lungo il fiume a mangiare il primo panino. Adesso che siamo sulla valle, dobbiamo risalire e qui il gioco si fa duro.

Quilotoa Loop
Il meritato pranzo dei camminatori

Per più di un’ora saliamo nel sentiero che a tratti si fa molto ripido. In questa salita sentiamo per la prima volta di essere a 3500m. Il fiato si fa corto e ogni tanto ci dobbiamo fermare per fare lunghi respiri e stabilizzare i battiti. Beviamo, beviamo tanto! E il sole adesso è a picco su di noi, quindi anche sudiamo non c’è male. Ma non ci pentiamo un secondo. Per quanto sia dura non distogliamo mai lo sguardo dai paesaggi davanti a noi.

Finalmente la salita finisce e possiamo riprendere fiato. Adesso il sentiero continua prima in un’altra strada bianca e poi taglia in mezzo ai prati coltivati, pero è abbastanza pianeggiante.

Quilotoa Loop
Prima tappa raggiunta!

Arriviamo a Isinlivi verso le 14, dopo 3 ore di cammino. L’hotel Taita Cristobal è fantastico. La nostra camera dà su un balcone con vista montagne (e un po’ di eternit del tetto della sala comune). La proprietaria ci istruisce con gli orari di cena e colazione che sono inclusi nel prezzo.

Quilotoa Loop
La vista dalla nostra stanza

Liberatici degli zaini e soddisfatti della giornata di oggi ci mangiamo il panino rimasto e poi via a fare una bella doccia calda rilassante.
Dopo la doccia le energie calano terribilmente, ma ci decidiamo ad uscire un po’ per fare due passi nel paese. Prima però andiamo a vedere l’area comune e veniamo attratti dalle due amache fuori. Ancora il sole batte e la temperatura è gradevole, quindi non ci pensiamo due volte e ci buttiamo sulle amache a goderci il panorama e rilassarsi. Sono decisamente più comode per un sonnellino pomeridiano che per una intera notte nella giungla :)

Quilotoa Loop
I nostri giacigli pomeridiani

Con immenso dolore lasciamo le amache ad altri avventori dell’hotel e ci facciamo due passi in paese...ma proprio due, un po’ perché siamo stanchi e un po’ perché il paese è minuscolo. C’è pero un negozietto che vende oggetti fatti a mano dalle donne del villaggio e non mi posso trattenere dal comprare un piccolo borsellino colorato!
Quando rientriamo ci mettiamo sull’area comune con un bel tè caldo. Leggiamo, scriviamo, riguardiamo le foto di oggi, insomma molto relax aspettando l’ora di cena.

Quilotoa Loop
Llama sul prato del rifugio

La cena è servita alle 7 e notiamo che i tavoli non sono separati per stanza, ma ci sono due grandi tavoli apparecchiati per tutti. Stasera ci tocca essere sociali! Ma quanto è più facile esserlo padroneggiando l’inglese!
La cena è buona, soprattutto la zuppa che è spaziale e le verdure a contorno del pollo (finalmente un po’ di verdure!!). Anche il dolce non è male, ma le porzioni di tutto sono un po’ parche e ci alziamo che abbiamo ancora fame, ma la stanchezza vince su tutto e ci godiamo un bel sonno profondo.

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