Scritto da Marco.
02 - 04 Marzo 2016
L’omone cinese che ci ha caricato è subito molto amichevole, tenta di parlarci ma ogni tentativo è purtroppo vano. Scambiamo solo qualche informazione e tanti sorrisi. Poi ci offre le mitiche zampe di pollo che si vendono in ogni supermarket in bustine sottovuoto. Erika declina l’offerta, io, immolandomi alla causa della buona educazione, accetto. Il sapore, a parte il viscidume, non è male. Solo che ovviamente sono di un piccante vulcanico. Il tipo ci fa capire che gli servono per rimanere sveglio….andiamo bene!!
Facciamo anche una telefonata alla figlia, che parla inglese, nella quale ribadiamo soltanto la nostra destinazione finale e spieghiamo che non c’erano autobus da Langmusi oggi. Ci dice che lo dirà al padre e questo ci tranquillizza.
La macchina corre veloce, molto veloce, anche troppo, in questo altopiano con dolci colline brulle e ovunque mandrie di yak e pecore. Anche sulla carreggiata. Infatti spesso siamo costretti a brusche frenate per evitare di portarci a casa un po’ di carne fresca per cena.
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Scritto da Marco.
28 - 29 Febbraio 2016
Arriviamo alla stazione alle 17e48 spaccate, se non altro le ferrovie cinesi sono di una puntualità strabiliante. Non si può dire lo stesso della comodità degli “hard seat”, teoricamente una seconda classe, ma per un tragitto di due ore oramai riusciamo a sopravvivere ovunque :P.
Alla stazione proviamo subito a comprare i biglietti per Lanzhou, tappa intermedia nel viaggio verso i villaggi tibetani di Langmusi e Xiahe, ma l’impiegata ci respinge con tanto cortesi quanto determinati e irritanti “no”. Ma no cosa? Non ci sono più biglietti? Non c’è più il treno? Non c’è più Lanzhou? Non c’è più la stramaledetta repubblica cinese?!?!? Non ci è dato saperlo: “no”.
Soprassediamo e usciamo.
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Scritto da Marco.
25 - 27 Febbraio 2016
Dopo aver attraversato deserti piatti e sconfinati con migliaia di pale eoliche che si estendevano a perdita d’occhio, arriviamo a Dunhuang, questa piccola città, oasi al tempo della via della seta, protetta a Nord dalle maestose dune del tratto finale del deserto del Gobi. Arriviamo la sera e il sole tramontando crea giochi di luce meravigliosi sulle sinuosità delle creste di sabbia. Speriamo di poterle attraversare e chissà, magari anche di dormirci dentro per una notte.
Il bus si ferma alla stazione fuori città, non contemplata da nessuna delle nostre cartine. Il centro è solo a 2km ma è tardi e già sappiamo che dovremo passare una buona ora a sentirci rifiutati o a rifiutare prezzi esorbitanti degli alberghi. Prendiamo quindi un taxi contrattando un minimo che ci porta nella via principale. Cerchiamo il cafè centro nevralgico dei viaggiatori zaino in spalla, in quanto il proprietario parla inglese e fornisce anche tour e informazioni turistiche; noi vogliamo sapere se si possono affittare dei cammelli!!
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