Scritto da Marco.
30 Maggio - 02 Giugno 2016
Da Kampot a Saigon (la chiamerò così perché noi l’abbiamo conosciuta sui libri con questo nome e ci è rimasta nel cuore così) il tragitto è molto lungo: si parte la mattina e si arriva a sera tardi.
Il primo tratto è da brivido con un minibus sparato a centoventi all’ora su una stradina piena di saliscendi in cui lo stomaco viene prima sparato al soffitto e poi spiaccicato al suolo, con sorpassi da arresto immediato e almeno 10 anni di vita persi. Sempre se si riesce a scendere vivi. Noi fortunatamente ci riusciamo. Insieme a noi c’è un altro turista asiatico che si atteggia vagamente da backpacker occidentale: pantalone leggero e larghissimo con fantasie orientaleggianti, cappello di paglia e Rayban sempre indosso. Quantomeno bizzarro ma simpatico.
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Scritto da Marco.
23 - 25 Maggio 2016
Ci presentiamo all’ora stabilita di fronte all’agenzia di Kratie che ci ha venduto i biglietti per Modulkiri. Come al solito il “pick up service” tarda una buona mezz’ora ma oramai ci siamo abituati. Saliamo su questo minivan pensando che la stazione degli autobus disti qualche km da qui e invece il driver non fa neanche in tempo a partire che già ci fermiamo nel retro del mercato. Ma dirci semplicemente di trovarci qui non era più semplice?
Saliamo su un piccolo autobus, poco più grande del minivan da cui siamo scesi ma con il doppio dei sedili stipati in modo così stretto che l’economy class di Ryanair in confronto è un letto a due piazze. Mentre la zona bagagli ha più galline e papere della vecchia fattoria. Cerchiamo due posti che siano sul corridoio in modo da poter stendere le gambe ma più il tempo passa e più capiamo che questa è una mera speranza. L’autobus è pieno, ogni posto canonico è stato occupato. Ma le risorse del driver son lungi dall’essere terminate.
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Scritto da Erika.
15 - 19 Maggio 2016
Oggi partiamo per la capitale e come non aspettarsi un altro viaggio della speranza. Battambong – Phnom Penh sono appena 300 km, ma ci mettiamo più di 8 ore. L’autobus è di inizio secolo scorso, fatiscente, le strade neanche a parlarne, in certi punti non riusciamo nemmeno a respirare perché entra aria piena di terra. L’aria condizionata??? Cosa è?? e noi siamo infelicemente capitati nei posti posteriori, precisamente sopra il motore, raggiungendo una temperatura di oltre 40°C. Ovviamente non avevamo quei posti, ma ormai ci siamo rassegnati del fatto che a qualcuno in Asia interessi la numerazione.
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