Ciao Iran: gli ultimi giorni di riposo...

02 - 04 Febbraio 2016

I giorni seguenti sono stati dei trasferimenti e delle pause di ristoro. Ma innanzi tutto si doveva tornare a Teheran per il ritiro del nostro visto turkmeno…sempre che ce lo abbiano fatto! Arriviamo nella capitale molto presto, troppo presto come al solito! Aspettiamo le 7e30 e poi ci incamminiamo. Dopo 40 minuti di metro e 2km a piedi raggiungiamo l’ambasciata. L’ufficio visti è incredibilmente aperto un quarto d’ora prima dell’orario ufficiale, gli diamo subito i nostri passaporti e dopo un quarto d’ora interminabile ci vengono restituiti con il visto applicato!!

  Non sono mai stato così sollevato a pagare 55 dollari (a persona). Ce l’abbiamo fatta e non è stato neanche troppo complicato! Raggianti torniamo verso la metro e ci fermiamo a pranzo nel locale che avevamo scoperto con Masoud. Il resto del pomeriggio lo passiamo cazzeggiando e annoiandoci un po’ in giro. La sera prendiamo l’autobus diretto a Mashhad! Qui non ci fermiamo, abbiamo deciso che siamo stanchi ed Erika ha un po’ di mal di gola che vorremmo curare per bene. Decidiamo quindi di proseguire per Quchan e riposarci li per un paio di giorni. Scelta decisamente azzeccata! Ovviamente la cittadina non ha la benchè minima attrazione turistica e l’unico albergo in città è della categoria medio-bassa negli standard Iraniani…non proprio lo sheraton insomma. Però a un passo dall’albergo c’è tutto quello di cui si possa aver bisogno: alimentari, fruttivendoli, panetterie, farmacie, negozi di articoli da bagno e lavanderie. Ci siamo cucinati da noi, abbiamo lavorato un po’ al sito, abbiamo scritto il diario, abbiamo lavato tutto quello che era necessario e ci siamo mescolati al tran tran di questa anonima cittadina di provincia. Una bella boccata d’ossigeno dopo i giorni sempre di corsa dei giorni precedenti. Quindi il 5 di mattina presto siamo partiti alla volta del Turkmenistan dopo una trattativa ferrata con il tassista, che dopo aver accettato ha brontolato per una buona mezz’ora indice che, almeno questa volta, non ci aveva fregato.

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