Shiraz: fiori, arance e...vino!

24 - 26 Gennaio 2016

Nel terminal dove ci buttiamo per dormire qualche ora notiamo la presenza di una stanza separata che capiamo poi essere per le donne sole. La sensazione non è quella del ghetto o di qualche forma di segregazione ma più di protezione, allo stesso modo della carrozza della metro riservata. Qui le donne che lo desiderano possono trovare “rifugio” e trovarsi in un ambiente protetto. Ovviamente c’è il rovescio della medaglia perché la nostra sensazione è che se una donna non usufruisce di questi spazi riservati e non utilizza lo chador (il lungo soprabito nero che copre completamente il corpo) è come se desse all’uomo il consenso a spingersi un po’ oltre il consentito (non a tutti ovviamente, ma alle solite mele marce che ci sono in qualsiasi popolo o società) .

Più di una volta purtroppo Erika mi ha detto che ha sentito qualche sfioramento di troppo nelle zone affollate o semplicemente per la strada (niente di tragico per carità, ma una piccola sensazione di disagio c’è). Magari è solo una nostra sensazione ma ce l’abbiamo e come tale la riportiamo senza pretesa che sia la verità.
Successivamente la città dei giardini, degli aranci e dei fiori (come abbiamo scoperto in seguito) ci accoglie con un traffico infernale e con il solito “furto” dei tassisti per portarti in centro. Riusciamo a contrattare 70000 rial. Ci sistemiamo in un albergo di standard europeo perché ogni tanto qualche vizio vogliamo pure togliercelo!! Dormiamo qualche ora vista la nottata passata un po’ in autobus e un po’ nei vari terminal Iraniani.
Qui a Shiraz proviamo per la prima volta il sito couchserfing.com: inseriamo nel nostro profilo le città che visiteremo e il tempo di permanenza in ogni luogo cosi che le persone interessate possano contattarci per un incontro o addirittura per ospitarci!
La prima che ci contatta e con la quale organizziamo un incontro è Maryam, una studentessa di architettura innamorata di Firenze e del Pantheon. Con lei ci diamo appuntamento alle 4 ma prima ci facciamo un giro da soli in centro…o meglio SPERAVAMO di farci un giro da soli in centro. Come facciamo quattro passi un simpatico personaggio che si definisce un business man, anche se non si sa bene di cosa, ci dice se vogliamo che ci accompagni friendly nel bazaar. Definirlo strano è poco: sui 24 anni, coppola alla siciliana, giacca marrone e borsello con dentro i libri di studio delle varie lingue che ci fa vedere con orgoglio. Ci fa tanta tenerezza e quindi non gli diciamo di no. Mentre camminiamo ci parla delle sue teorie di psicologia e di management, probabilmente sviluppate in anni e anni di interazione con i turisti più che sui banchi dell’università. Ci spiega che secondo lui i francesi, gli italiani e gli spagnoli sono come pesche: è facile entrarci in contatto ma poi rimane quel nocciolo duro interno impenetrabile. Invece i tedeschi e gli inglesi sono come noci di cocco: difficili da penetrare ma poi di una socievolezza illimitata. Chissà se è vero! Nel mentre delle sue spiegazioni visitiamo una bellissima moschea (Vakil Mosque) che ci colpisce per il fatto di avere solo la parte vicino al Mirhab (la nicchia rivolta verso la mecca) al coperto; il resto è tutto un grande spazio aperto contornato dalle mura perimetrali della moschea. In seguito scopriremo che questa architettura è molto usuale qui nel centro dell’iran, probabilmente in quanto zona desertica e quindi che non necessita di protezione dalle intemperie. La zona coperta è un insieme di piccole volte sorrette da colonne basse ma molto eleganti.

Vakil Mosque - Shiraz
Vakil Mosque

Ovviamente i colori delle decorazioni sono meravigliosi. Riusciamo a separarci dal nostro nuovo amico con la promessa che il giorno dopo ci saremmo risentiti per organizzare il tour a Persepolis. Lui ci offre un prezzo basso rispetto a quelli sentiti in giro ma considerando che in un ora ci ha già rintontito di chiacchiere non posso immaginare come arriverei la sera dopo aver passato un giorno intero con lui. Non ce la possiamo fare!
Alle 4 ci troviamo alla tomba di Hafez il grande poeta di qui, venerato come un santo, e incontriamo Maryam. Capiamo subito che è una ragazza molto moderna ed emancipata, parla un ottimo inglese, si copre la testa giusto il minimo indispensabile per non essere arrestata dalla polizia e lo fa con colori sgargianti e non con il nero tipico di qui. Preferisce di gran lunga i giardini di Shiraz alle moschee ed è innamorata della cultura più che della religione.

Tomba di Hafez con Maryam - Shiraz
Tomba di Hafez con Maryam

Ci dice che in questo luogo ci viene per starsene un po’ tranquilla e ritrovare un po’ di pace, magari leggendo qualche verso di Hafez. Mentre ci porta a vedere altri giardini e a scoprire i fiori di Shiraz e il frutto tipico di qui, una sorta di arancio che viene usato ovunque anche come condimento della carne, ci dice che il suo sogno è di emigrare e che sta facendo di tutto per essere accettata in una università straniera. Glie lo auguriamo veramente di cuore. E’ bellissimo entrare in contatto non solo con l’antica persia ma anche con il nuovo Iran dei giovani che sono stanchi delle imposizioni e vogliono potersi esprimere al loro meglio in quello che a loro piace. Ovviamente Maryam in questo è fortunata: ci porta a casa del marito (o meglio non sono proprio sposati ma si trovano in una situazione intermedia che è come il nostro fidanzamento ufficiale ma molto più vincolante) e intuiamo subito che non è propriamente una famiglia povera. Prendiamo la macchina e insieme alla sorella del marito ci portano prima a vedere Shiraz dall’alto e poi a cena in un ristorante tipico (ma di un livello decisamente più alto rispetto ai nostri standard!!!). Mangiamo nuovamente il passato di melanzane (Kashk bademjan) e assaggiamo il Dizi piatto di carne e pomodoro molto sugoso da mangiare con tanto pane. Ovviamente il tutto, volendo, innaffiato dal succo di arancio. Il tutto ottimo e al momento di pagare non c’è stato verso hanno voluto offrire in quanto noi siamo gli ospiti. Ci lasciamo con la promessa di risentirci il giorno successivo.

Cena con Maryam - Shiraz
Cena con Maryam

Alle 9 ci manda un messaggio. Alle 10 ce ne manda un altro. Alle 11 ci chiama!! Ora, noi non è che non volessimo vederla ma volevamo stare un po’ per conto nostro la mattina. Riusciamo comunque ad arginarla e decidiamo di vederci il pomeriggio. Visitiamo insieme la splendida Nasir-al-Molk, dove, nell’ala di preghiera invernale, le splendide vetrate fanno filtrare all’interno un fascio di luci multicolori.

Nasir al Mosque Shiraz
Nasir-al Mosque

Poi ci dirigiamo verso uno dei santuari più importanti di tutto L’Iran (il secondo dopo quello di Mashad), l' Aramgah-e Shah-e Cheragh. Qui infatti c’è la tomba di qualche parente di uno degli 11 Imam della religione islamica sciita e il complesso che vi hanno costruito è letteralmente da mille e una notte. Lascia senza fiato di giorno, figuriamoci di sera!! L’interno è completamente ricoperto da mosaici di specchi bianchi, verdi e gialli che hanno la funzione di far risplendere il tutto, di tenere lontani gli insetti e di condizionare l’ambiente (o almeno così dicono).

Aramgah-e Shah-e Cheragh Shiraz
Aramgah-e Shah-e Cheragh

In tutto il percorso veniamo guidati da un volontario dell’ufficio degli affari internazionali che è a nostra disposizione e ci spiega tutto nei minimi particolari, ponendo particolare attenzione nel far conoscere la vera religione islamica e non quella che si sente nei telegiornali europei. Al termine della visita ci fanno accomodare in una sala da the e ci regalano un po’ di opuscoli e una cartolina con una dedica che non dimenticherò facilmente: "In the name of God, whoever you are, whatever is your race and religion, be sure you are eagerly welcomed here". Ci pervade una sensazione di benessere che solo la pace e la fratellanza possono dare. Decidiamo che dobbiamo venire a vederla anche di sera.

Aramgah-e Shah-e Cheragh Shiraz
Aramgah-e Shah-e Cheragh

Usciti di li Maryam ci porta insieme alla sorella e al ragazzo della sorella (i due “fidanzati” si stringono solo la mano per salutarsi) ci portano in un villaggio in montagna vicino Shiraz. Qui ci dicono che di giorno ci sia un esplosione di colori dovuti al sole che viene filtrato dalle foglie multicolori. Ci fa sorridere il fatto che una qualsiasi montagna italiana abbia un bosco molto più bello di questo, ma qui intorno è tutto deserto quindi questa probabilmente per loro è un oasi naturale. Assaggiamo però il famigerato vino di Shiraz; nonostante sia illegale infatti i ragazzi ci dicono che praticamente tutti bevono vino in casa perché “è una restrizione assurda e non ha senso rispettarla”.
Il giorno seguente è il momento di visitare Persepolis.

Persepolis Shiraz
Persepolis


Maryam in un primo tempo ci aveva detto che poteva accompagnarci, poi però ha avuto dei contrattempi che l’hanno costretta a rinunciare. Iniziamo quindi a contrattare con dei tassisti per questa visita fuori città (800000 rial dopo un bel contrattare), quando una coppia di ragazzi iraniani ci viene vicino e ci dice che ci stanno chiedendo troppo e che un loro amico può accompagnarci e farci da guida per molto meno (600000 Rial) e che inoltre anche lui è su couchsurfing. E’ quindi cosi che conosciamo Mansoor, che ci accompagna in questo tour.

Persepolis Shiraz
Persepolis

Io raramente mi emoziono per i siti archeologici, nel senso che li reputo interessanti ma spesso non mi lasciano a bocca aperta, ma Persepolis è uno di quei luoghi che da solo vale il viaggio. Solo qualche sito egiziano può reggere il confronto. Ti senti realmente immerso in quella storia e ciò che vedi è realmente grandioso (soprattutto le tombe scavate nelle montagne sacre a Naqsh-e Rostam).

Naqsh-e Rostam Shiraz
Naqsh-e Rostam

La sera dobbiamo prendere l’autobus per Yazd e decidiamo di farci a piedi i due kilometri che separano l’hotel dal terminal. Finalmente facciamo un po’ camminare gli zaini! xD
Erika è fortissima oramai e questa scarpinata neanche la sente!! :)
Avendo imparato la lezione prendiamo l’ultimo autobus di mezzanotte in modo da arrivare dopo le 6.

Nasir al Mosque Shiraz
Nasir-al Mosque

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