Koh Phangan - Una terrazza sul mare

16 - 18 Aprile 2016

Arrivare a Koh Phangan dopo essere stati a Koh Tao è quasi come arrivare in una metropoli dopo qualche giorno di campagna. Appena lasciato il molo si è subito in una cittadina bella grande per gli standard di queste isole. Il nostro piano per riuscire ad essere liberi di trovare una guesthouse come si deve consiste nell’affittare subito una motorella e lasciare gli zaini pesanti nel negozio, andare poi a scovare un alloggio e solo dopo venire a prendere tutti i bagagli.
Questa scelta si rivela azzeccatissima e in un paio d’ore, dopo esserci diretti a sud e aver chiesto a parecchie guesthouse, ne troviamo una con un bungalow libero sulla spiaggia, con terrazzino vista mare a un prezzo ridicolo. Non ce lo facciamo scappare e ci piazziamo subito. Dopo aver recuperato gli zaini mangiamo anche un boccone direttamente al ristorante della guesthouse e poi con la motorella andiamo alla scoperta delle spiagge di questa isola.

 

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Un saluto dalla terrazza del nostro bungalow

Ci dirigiamo subito verso nord, verso la baia più famosa del golfo di Tailandia: Haad Rin Nok. Qui ogni notte di luna piena, ma oramai anche ogni notte con la mezza-luna e ogni notta senza luna, viene organizzato uno dei rave party più pazzi del mondo.
Di giorno invece, pur essendo contornata da locali di gusto occidentale, votati al divertimento più sfrenato nelle ore notturne, l’atmosfera è di quelle da paradiso tropicale. La spiaggia è bianchissima e molto ampia, l’acqua è azzurra e non c’è tutto quell’affollamento che uno si aspetterebbe per un simile scenario.

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La spiaggia del Full Moon Party

Questo posto ci conquista all’istante e decidiamo di rilassarci qui per tutto il pomeriggio. Leggiamo molto sia sul Kobo che sui nostri telefoni; oramai ci stiamo facendo fuori tutto il catalogo della Fallaci e di Terzani, con particolare attenzione a qui libri relativi al Vietnam e alla Cambogia, che loro hanno vissuto e raccontato durante le guerre degli anni ’60 e ’70. Ci facciamo poi delle profonde discussioni sulle riflessioni che traiamo da questi libri e da quanto siamo assorti in questo scambio di idee non ci accorgiamo neanche del tempo che passa. E’ bellissimo avere accanto una persona con la quale puoi fare lo stupido, ai limiti dell’imbarazzante, e allo stesso modo puoi avere una conversazione profonda su temi complessi.
Ogni tanto poi ci facciamo un bellissimo bagno rinfrescante (anche se l’acqua è caldissima) e poi torniamo a sdraiarci sui nostri asciugamani: una faticaccia insomma.
Bighelloniamo così fino a sera poi rinforchiamo la motorella e ci andiamo a fare una bella doccia nella nostra nuova casetta.

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Il veloce tramonto dei tropici

A cena ci facciamo quattro passi per il paese dove abbiamo letto esserci un mercato notturno: facciamo un po’ di shopping e ci mangiamo degli spiedini di carne da una delle tante bancarelle-barbecue.
L’indomani ci svegliamo con calma, stiamo lentamente prendendo uno stile di viaggio molto rilassato, quasi una vacanza all’interno della vacanza. Non facciamo troppi programmi e cerchiamo di non riempirci la giornata di cose da fare, anzi, se ci scappa di stare mezza giornata al sole senza fare nulla non siamo che felicissimi!
Ieri sera abbiamo letto di una baia che vale assolutamente la pena vedere: Bottle beach. Non è raggiungibile con i mezzi da terra; l’unico modo è o attraverso un trekking di un paio d’ore o via mare con una long boat dalla spiaggia vicina. Decidiamo intanto di andare in questa spiaggia, chiamata Haad Khom e poi decidere come raggiungere Bottle beach.
Appena arrivati ad Haad Khom subito ci sembra che già questa baia abbia meriti almeno un pomeriggio di svacco sotto le sue altissime palme che regalano un riparo perfetto al terribile sole dei tropici.

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La magia delle spiagge tropicali

Facciamo comunque due passi e ci imbattiamo in due bellissimi kayak rosso fuoco che sembrano aspettare solo noi. In realtà queste imbarcazioni hanno visto tempi migliori ma a noi sembrano bellissime. Contrattiamo un noleggio per qualche ora e dopo una mezzora siamo in mare che pagaiamo. È dal Laos che non saliamo su un kayak ma ci ricordiamo della bellissima sensazione che ci regala pagaiare come una persona sola, perfettamente coordinati e fendere l’acqua nel silenzio più assoluto. Anche in mare la magia si ripete e procediamo spediti con il minimo sforzo, quasi fantastichiamo una futura vacanza in kayak, lungo qualche meravigliosa costa del mediterraneo, dormendo nelle spiagge che si incontrano e facendo spesa nei porti. Uno dei tanti piccoli grandi sogni da mettere nel cassetto pronti ad essere tirati fuori in caso di critica mancanza di idee (eventualità, va detto, molto poco probabile).
La costa tra le due spiagge ci regala, oltre alla contemplazione di queste isole da una prospettiva differente, anche l’incontro con una piccola scimmietta scesa fino agli scogli a pelo d’acqua. E’ la prima che vediamo libera e ci emozioniamo per il semplice incontro.
Dopo 40 minuti arriviamo a Bottle beach: la baia è ovviamente stupenda, con tutto quello che uno si aspetterebbe al punto giusto, ma sembra quasi che uno dopo un po’ si abitui anche a questi scenari meravigliosi senza rimanerne più estasiato.

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La sudata meraviglia di Bottle Beach

Ci facciamo anche qui un lungo bagno e una passeggiata per sgranchirci le gambe ma poi decidiamo di non stenderci a prendere il sole ma di tornare a Haad Khom dove potremo rilassarci senza il tassametro del kayak come spada di Damocle. Il ritorno è reso un po’ più difficile dal vento contrario ma la cosa non ci impensierisce oltremodo. Ogni tanto una long boat sfreccia vicino a noi, diretta a Bottle beach, con il suo motore il cui scarico diretto fa un baccano che dovrebbe essere dichiarato crimine contro l’umanità e le onde che ci fanno sobbalzare nella nostra piccola imbarcazione: però i grossi sorrisi e saluti che ci fanno tutti ci ripagano dei piccoli fastidi e soprattutto ci fanno capire che non lo fanno apposta: è che proprio non ci pensano lontanamente a passare due metri più in là. Tornati alla base lasciamo il kayak e ci spariamo un lauto pranzo: ce lo siamo meritati penso!

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E anche questa volta ce l’abbiamo fatta!!

Il pomeriggio lo passiamo in completa rilassatezza sotto alle palme viste la mattina; anche una finissima pioggerellina viene a rinfrescare ulteriormente l’aria e anche se non avrei mai pensato di dirlo, ci fa molto piacere.
Rientrando verso il nostro bungalow ci fermiamo al mercato a comprare la cena per stasera: ci cucineremo sulla nostra terrazza vista mare!!
Ci prepariamo anche la pasta fredda per la sera di domani quando dovremo prendere il traghetto per Koh Phi Phi.
La serata è magica come tutte quelle in cui ci prepariamo la cena con il nostro kit da cucina; la motivazione è semplice: in questo viaggio dove non abbiamo un vero posto che possiamo chiamare casa, ovunque ci ritagliamo questi momenti di vita domestica è come se creassimo un piccolo angolo tutto nostro, famigliare.

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Terrazza sul mare e birretta

Il giorno dopo dobbiamo lasciare la stanza la mattina e abbiamo il traghetto solo la sera alle 22. Per questo decidiamo di non andare in spiaggia per non dover dormire insabbiati. Ce ne stiamo quindi tranquillamente nella terrazza del ristorante della guesthouse a lavorare al nostro blog, la nostra piccola creazione, poco “main-stream” dato le lunghissime descrizioni di tutto quello che ci capita, ma che sarà per noi un meraviglioso ricordo di questi giorni per gli anni a venire.
Riportiamo la motorella alle 19 e poi ci mettiamo a mangiare in un parco poco distante dal molo la nostra insalata di pasta.
La barca che ci riporterà sulla terra ferma ci stupisce positivamente: è piccolina, su due piani e al piano superiore è completamente adibita a dormitorio con dei materassini appoggiati in terra: stanotte si dorme!! Se non fosse che dopo aver letto un po’ ci viene la parlantina e non smetteremmo più di ragionare e discutere su quello che abbiamo letto e velocemente si fa mezzanotte. Ci mettiamo a dormire più che altro per evitare di disturbare gli altri.

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