29 - 30 Settembre 2016

Arriviamo a Puri la mattina non troppo presto, almeno per noi. Qui invece sembra che il paese alle sette e mezzo ancora non si sia svegliato del tutto. Tolti i tassisti non c’è gran folla alla stazione e allontanandoci un po’ a piedi non vediamo più nessuno. Ci incamminiamo per una strada laterale come suggeritoci dal navigatore nel telefono. La maggior parte delle piccole case hanno la porta chiusa, solo alcune hanno già qualche donna che di fronte sta spazzando o accendendo un piccolo focolare per scaldare il the. Strano che qui la vita inizi cosi tardi. Dopo la grandezza di calcutta questo piccolo paesino ci riporta alla dimensione che a noi piace dell’india. Stradine strette, case molto piccole e colorate e donne sempre impegnate nelle faccende domestiche. Sbagliamo strada un paio di volte perché il gps non collabora e il dedalo di stradine qui è veramente labirintico.

In qualche modo arriviamo all’ultima strada che costeggia la spiaggia, anche se questa è impossibile da vedere perché coperta da palazzoni dal dubbio gusto. Qui infatti siamo nella zona turistica, ma non per turisti all’occidentale. Infatti questa città è famosa in tutta l’india per essere una meta di pellegrinaggio importantissima e una delle più sacre in tutto il paese. Per i visitatori stranieri offre invece poche attrattive ma noi vogliamo vedere se riusciamo a cogliere tutta questa spiritualità.
Ad ogni modo attorno a noi è pieno di alberghi, alcuni più nuovi altri decisamente meno, principalmente per pellegrini hindu. Chiedendo a qualche albergo ci accorgiamo che la stagione è decisamente bassa e che gli hotel sono praticamente vuoti. Ne approfittiamo per alzare un po’ la categoria dell’hotel chiedendo un grosso sconto che ci viene concesso.
Ci facciamo una bella doccia e poi usciamo per andare alla stazione degli autobus. Oggi vogliamo infatti andare a Konarak dove c’è un antico tempio hindu molto importante: il tempio del sole. Prendiamo un rickshaw e andiamo.

Puri
L’Esselunga indiana!!

  Quando siamo quasi arrivati entriamo in quella che all’inizio ci sembra una grandissima piazza e che invece si rivela essere una larghissima strada, assolutamente fuori misura rispetto al paesino che abbiamo visto fino ad ora. Solo il centro è riservato al traffico con 4 carreggiate per le auto, il resto è un enorme mercato a cielo aperto. Proseguendo su questa strada piano piano le bancarelle lasciano spazio agli autobus fino a che solo questi occupano l’orizzonte. Il nostro uomo sa che dobbiamo andare a Koranak e quindi ci porta proprio nel punto da cui partono gli autobus ma oggi sembra tutto fermo. Chiede un po’ in giro e poi si gira e ci fa capire che oggi non ci sono autobus solo tuk-tuk. Noi, avendo sentito mille volte queste storie, scendiamo un po’ scocciati paghiamo e ci mettiamo alla ricerca. Iniziamo a domandare qual è l’autobus per Koranak ma tutti ci dicono che oggi è sciopero, iniziamo a credere che questa storia sia vera ma vediamo due poliziotti e chiediamo anche a loro. Niente, ci confermano che oggi è sciopero e nessun autobus va in quella direzione. Noi siamo testardi e continuiamo nella ricerca almeno di un tuk tuk condiviso in modo da abbassare di molto i costi. L’unica cosa che riusciamo a trovare è un indiano, anche lui in visita qui, che vorrebbe dividere un taxi per andare. Il problema è che il costo sarebbe comunque esagerato per noi.
Decidiamo che per oggi non se ne fa niente, domani vedremo se avremo voglia di farci una corsa la mattina, prima di prendere il treno. Rientriamo a piedi gironzolando per le bancarelle di questo mercato. Oggi siamo in buona e questo contrattempo ci ha regalato una giornata completamente libera. Ci fermiamo a chiacchierare con chiunque ci faccia un cenno con la testa e i nostri sorrisi sono calamita per saluti e simpatici scuotimenti di capo. Compriamo anche un cocomero che ci facciamo spaccare e ci sediamo all’ombra di una bancarella chiusa a mangiare. Cediamo l’ultimo quarto a un uomo che ci chiede qualcosa da mangiare e ripartiamo a piedi sotto un sole cocente.
All’incrocio della stazione siamo esausti ma i prezzi qui dei tuk tuk sono un po’ troppo alti, almeno 60-70 rupie e quindi continuiamo. Mi provo ad avvicinare ad un vecchietto che sta dormendo sul suo rickshaw sperando che con l’effetto sorpresa di un guadagno inaspettato riusciamo a spuntare un buon prezzo. Ci fa segno “uno” con la mano e penso che 10 rupie siano troppo poche anche per lui e non capisco. Per farmi capire mi tira fuori un biglietto da 100 e quasi mi viene più da ridere che da mandarlo a quel paese.
Arriviamo alla via della spiaggia e ci rintaniamo prima in un localino con l’aria condizionata impostata in modalità “igloo”. Prendiamo due ice-coffe ma non ci entusiasmano per niente. Per pranzo decidiamo di cambiare e dopo 100 metri troviamo un grazioso locale con i tavolini all’aperto; i ventilatori a stento rendono l’atmosfera vivibile. Io mi mangio un ottimo Biryani al pomodoro con un uovo sfrittellato sopra, proprio quello che mi ci voleva.
Ci ritiriamo un po’ in albergo per aspettare che il solleone passi poi, quando il sole inizia ad abbassarsi all’orizzonte ci incamminiamo verso la spiaggia. La luce sta calando ed è sempre meravigliosa questa ora per avvicinarsi al mare (o all’oceano in questo caso). La distesa di sabbia è molto larga e per arrivare vicini all’acqua bisogna camminare un bel po’. Un baracchino vende del chai e decidiamo di fermarci, sederci su due sedioline di plastica sulla sabbia e gustarci la bevanda calda e dolcissima.

Puri
Il localino vista mare

  Un cammello ci passa davanti con il suo “padrone” che ci propone insistentemente un giro in groppa all’animale. Attorno a noi famiglie locali si vengono a godere la brezza marina, particolarmente tesa stasera, dopo una giornata infuocata. Alcuni cani randagi ci girano intorno ma vengono cacciati via dalla signora del thè mentre poco più in là un gruppo di uomini seduti in circolo sembra pregare una qualche divinità hindu.

Puri
Cammello per turisti “locali”

  Non c’è niente di particolarmente bello qui intorno ma tutto ci ispira calma e serenità: la gioia delle cose semplici, della vita rilassata. Si percepisce che tutti sono contenti di essere su questa spiaggia, con questo frescolino e il rumore delle onde che si infrange sul bagnasciuga e questo clima contagia anche noi. Scambiamo anche due chiacchiere con la coppia di indiani seduti sulle seggioline accanto alle nostre e quando il vocabolario inglese finisce dei bei sorrisi bastano e avanzano per dirsi tutto quello che serve: che siamo i benvenuti in questa terra.

Puri
La pace del mare di sera

  Ci alziamo e ci facciamo una lunga passeggiata fino a che non è quasi completamente buio. Al che ci risuonano le parole della Lonely Planet: “è meglio non avventurarsi per la spiaggia di sera, onde evitare spiacevoli incontri”. Giriamo i tacchi e cerchiamo il primo spiraglio tra i palazzi per tornare sulla via principale. A cena sembra essere tutto chiuso quindi dobbiamo di nuovo affidarci alla guida per trovare un posto decente. Il ristorante è lontano ma decidiamo che possiamo farci un’altra bella passeggiata oggi, anche se al buio e su una strada un poco trafficata.
La cena è buona ma il locale lascia decisamente a desiderare: all’esterno si diventa la portata principale della colonia di zanzare che vive nel giardino e all’interno la puzza di colonia maschile a basso costo cerca di mascherare l’odore di muffa. Vince la seconda opzione, almeno stiamo al fresco con l’aria condizionata.
La mattina successiva ci alziamo presto per avere il tempo di andare al tempio di Konarak. Prepariamo gli zaini, facciamo il check-out e prendiamo un tuk-tuk per la stazione degli autobus. Lì riusciamo a salire su una corriera mezza vuota che però parte subito. Io non sono proprio tranquillissimo visto che oggi pomeriggio dobbiamo prendere due treni, di cui uno ancora non abbiamo il biglietto. Per ora siamo fortunati, speriamo che tutto fili liscio.
Facciamo tutta la costa e passiamo anche belle spiagge, ma decisamente poco curate per poter essere appetibili; d’altronde qui ancora non hanno la cultura balneare. Ci fanno scendere ad un incrocio e da li in una decina di minuti arriviamo all’ingresso del tempio.
Anche qui il prezzo del biglietto è raddoppiato da Aprile e questo, anche se oramai ce lo aspettavamo, ci indispettisce non poco. Da lontano vediamo l’alta sagoma del tempio scagliarsi nel cielo, con gli immancabili ponteggi in bambù che oramai troviamo in qualsiasi attrazione.

Puri
Ha visto tempi migliori

  Siamo quasi per andarcene capendo che neanche questo sito sarà qualcosa di irrinunciabile, ma alla fine la solita storia del “siamo arrivati fin qua” ci fa scucire la grana. Un paio di guide, più o meno ufficiali, si avvicinano offrendoci i loro servigi ma le scansiamo; solo una rimane al nostro fianco e continua ad insistere abbassando sempre di più il prezzo. Alla fine ci lasciamo convincere, anche perché l’antico tempio che abbiamo di fronte non ci entusiasma particolarmente e speriamo che quest’uomo ci possa dire qualcosa di interessante.

Puri
Il “re” sottomette tutti!

 

Puri
Foto di gruppo

  Effettivamente facciamo bene perché oltre a mostrarci l’architettura del tempio, che inizia ad essere di stampo meridionale, molto diversa da quelli settentrionali, ci fa anche vedere alcune particolarità che aggiungono un po’ di pepe alla visita. Ad esempio le ruote di pietra, che simboleggiano lo scorrere del tempo lungo una giornata, con gli otto spicchi ognuno raffigurante l’attività da svolgere in quel lasso di tempo e che oltretutto sono una precisissima meridiana solare.

Puri
Le ruote del ciclo giornaliero

 

Puri
Tutta la gioia dei vestiti indiani

  Oppure le scene di sesso, anche molto spinte per un occhio occidentale, lungo tutte le pareti esterne del tempio che fanno capire come, nella cultura indiana, questo sia visto come una delle tante attività umane e per questo non scisso dalla religione. Il kamasutra, il famoso libro, tenta di spiegare come riuscire al meglio in questa pratica, tanto naturalmente come un libro di ricette insegna come fare una buona cena: alla fine tutto è parte della vita!!

Puri
Quando il sesso non era un tabù da nascondere

 

Puri
Colonne all’ingresso

  Usciamo che ringraziamo il cielo di aver investito queste 100 rupie, altrimenti non avremo cavato fuori nulla da questa visita. Riusciamo anche questa volta a saltare su un autobus in partenza e prima di pranzo ci troviamo di nuovo a Puri.

Puri
Rimedi contro il sole cocente

  Andiamo subito in stazione e compriamo il biglietto per Bhubaneswar, tappa intermedia dalla quale prenderemo poi il treno per Chennai. Pranziamo in un ristorante senza ne infamia ne lode gli ultimi piatti del nord e poi ci spiaggiamo nei divanetti della hall dell’hotel. Erika si fa anche un bel sonno ristoratore mentre io cazzeggio un po’ su internet.

Puri
Bellezza indiana alla stazione di Puri

  Nel primo treno saliamo nella sleeper-class anche se noi abbiamo la second (inferiore perché senza numerazione dei posti). Ci diciamo che per un tragitto così breve nessuno si accorgerà della cosa e soprattutto questa carrozza è totalmente vuota! Qui incontriamo anche una simpatica coppia di Indiani con cui scambiamo quattro chiacchiere. Anche loro hanno fatto la nostra stessa infrazione e quando passa il controllore diventiamo alleati nella “lotta” per non farci spostare. Sì, perché inspiegabilmente abbiamo trovato l’unico controllore ligio di tutta l’India. Per un po’ si allontana e noi ci beiamo della nostra piccola vittoria e festeggiamo tutti insieme con noccioline tostate e chai. Dopo poco però l’integerrimo controllore torna alla carica e ai due non resta che spostarsi. A noi lui vorrebbe farci pagare il cambio di classe ma noi gli facciamo capire che non ci pensiamo per niente e anzi ci alziamo per muoverci anche noi. Lui allora, mosso a compassione, anche perché la nostra stazione era oramai a 5 minuti, ci dice di andare alla carrozza 3. Ci muoviamo quindi là, scoprendo che è un’altra sleeper-class ma non ci facciamo domande, e aspettiamo di scendere.
Andiamo nella sala d’aspetto (con delle poltroncine da sballo, come quelle di Puri) e ci piazziamo per un’attesa di qualche ora. Oramai siamo allenati: puntata della nostra serie preferita, qualche passeggiatina, un po’ di scrittura, poi cena e acquisto schifezze per la colazione.

Puri
Facce da sala d’aspetto!!

  Saliamo sul treno che sono già le 21 passate e abbiamo un po’ di sonno arretrato. Prepariamo subito le cuccette e ci mettiamo a dormire. il treno partirà poi con un’ora di ritardo ma noi oramai siamo già nel mondo dei sogni.

Puri
Uno dei tanti pasti in treno

 

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