01 – 02 Settembre 2016

L’autobus per Manali parte da Dharamsala alle 7, noi che vogliamo sempre arrivare ben in anticipo, decidiamo di prendere un autobus alle 5:30 da Mc Leod a Dharamsala, in modo da essere alle 6 alla fermata. Ci è stato detto che il collegamento Mc Leod – Dharamsala è attivo a partire dalle 5 e, siccome durante il giorno la frequenza è ogni mezzora, noi ingenuamente abbiamo pensato che anche al mattino fosse così. ERRORE!!!
Dopo una infame sveglia alle 4:30 ci ritroviamo, dopo aver cercato di scansare al buio gli escrementi di vacca, alla fermata di Mc Leod senza in vista nessun autobus. I tassisti ci dicono che non ci sono autobus fino alle 6, ma noi non ci fidiamo perché sappiamo che loro vogliono incentivare il loro mezzo di trasporto. Chiediamo all’omino che sta aprendo un negozietto e anche lui ci dice di aspettare le 6. Alcuni ci dicono, però, che l’autobus delle 6 non parte dall’autostazione, ma dalla piazza del paese, vicino al tempio. Altri ci dicono che questo autobus delle 6 è proprio quello per Manali. 

Ma come? E non ce lo avrebbero detto ieri che c’era un autobus per Manali direttamente da Mc Leod? Insomma, siamo nella più totale confusione e il rintontimento del mattino presto non aiuta!! Decidiamo di aspettare a metà strada tra l’autostazione e la piazza in modo da tenere sotto controllo entrambi i possibili punti di partenza. Ci sediamo su una panchina, ma una mucca decide di usare lo spazio davanti alla nostra panchina come toilette e, a forza di mangiare scarti di cibo indiano, anche lei si è presa una bella intossicazione alimentare…lascio immaginare gli effetti sul suo prodotto!! Bene!!
Ci spostiamo ancora, chiediamo di nuovo in giro e alla fine tutte le notizie convergono sul fatto che c’è un autobus alle 6 che parte dalla piazza del paese che va diretto a Manali, passando per Dharamsala. Ok, fidiamoci! Ci mettiamo quindi ad aspettare alla piazza, maledicendo mentalmente tutti coloro che sono in carico di dare informazioni del genere che se avessero fatto bene il loro lavoro ci avrebbero permesso di dormire un’oretta in più!! Nel frattempo che aspettiamo compriamo una pagnottella simile a quella che i monaci ci hanno offerto per colazione durante la lezione del Dalai Lama…questa è l’unica cosa che riusciamo a trovare per colazione, ancora la città dorme!
Finalmente arriva il fantomatico autobus e l’autista ci conferma che è diretto a Manali. Almeno una nota positiva c’è: siamo i primi a salire e possiamo sistemare bene gli zaini sulle cappelliere. Ci posizioniamo nei posti davanti per avere più spazio per le gambe e iniziamo la corsa. Si, proprio la corsa!! L’autista sfreccia come un matto in quella stradina tortuosa di montagna, sterza con una sola mano nelle curve ad U e, per diminuire ancora di più la sua attenzione verso la strada, chiacchiera beatamente con tutti, avendo cura di guardare in faccia gli interlocutori che sennò pare brutto!! Mi dico che il tipo avrà sicuramente fatto milioni di volte questa strada e pertanto sa quello che fa, ma so anche che gli imprevisti possono capitare anche ai più esperti e lui non ha nessun margine di sicurezza per prendere in mano una situazione imprevista. Concludendo, se non succede nessun imprevisto siamo salvi…che bella prospettiva!! Oltre ad essere un po’ spaventata, questo modo di fare mi innervosisce troppo: questa persona ha una responsabilità enorme, ha in mano la vita di decine di persone, ma se ne strafrega e guida come se fosse da solo e si volesse divertire tra le curve. Mi verrebbe da alzarmi e dirgliene quattro, ma in che lingua?? E soprattutto cambierebbe qualcosa? L’unica precauzione che provo a prendere è quella di spostarci in dei sedili più indietro che quindi hanno davanti una minima protezione degli altri sedili; stando in quelli in cui siamo adesso mi vedo già spalmata sul vetro anteriore dell’autobus!!! E poi ci resta solo di pregare…e durante il viaggio mi ritrovo spesso a farlo!!

Bus Dharamsala Manali old woman
Lei non ha paura!

L’autobus si ferma in ogni paesino, questo ha di positivo che ogni tanto è possibile fare una sosta bagno, ma non c’è mai il tempo di fare pranzo. Ci ritroviamo quindi a mangiare del chapati preso al volo…un po’ come mangiare una fetta di pane senza niente. Fortuna abbiamo anche delle banane.
Ogni tanto la strada attraversa dei panorami stupendi, si inerpica tra le montagne e apre la vista su delle valli incredibili…su cui potremmo finire :P

Bus Dharamsala Manali
Splendido…ma sarebbe bello non finirci dentro!

 

Bus Dharamsala Manali
Un ponte tibetano in lontananza

Ci divertiamo anche ad ammirare la cartellonistica indiana, molto esplicativa Drive slow and enjoy the scenery, drive fast and join the scenery , ovvero: se guidi piano puoi godere del paesaggio, se guidi veloce diventi parte del paesaggio.
Alla fine, dopo 12 ore di viaggio, senza aria condizionata, in strade di montagna non proprio ben tenute, riusciamo a raggiungere Manali…quando scendo mi viene da baciare per terra per ringraziare di poter ancora camminare tra le mie gambe. Poi mi ricordo che sono in India e allora mi limito a ringraziare mentalmente…il bacio a terra lo rimando!!
Prima di scendere ci hanno fatto anche prendere un colpo: l’assistente dell’autista, per aiutarci, ci ha tirato giù gli zaini dalle cappelliere senza dirci niente. Noi non ci siamo accorti di nulla e quando siamo andati per prenderli non li abbiamo visti, quello di Marco era però ben issato su di un sedile, ma il mio non si vedeva proprio…abbiamo per un attimo creduto che ce l’avessero rubato!! Invece era solo messo in un modo che non si riusciva a scorgere. Per fortuna!!!
Manali si presenta come una piccola cittadina indiana e anche il corso, The Mall, è pieno di locali e hotel che sono fatti per un turismo locale. Da cosa si percepisce? Non lo so spiegare, ma ormai sappiamo riconoscere un quartiere fatto per turisti stranieri da uno per locali.

New Manali The Mall
The Mall…un nome altisonante!

So che a qualche chilometro di distanza c’è la Old Manali che è il quartiere famoso tra i backpackers, ma siamo troppo stanchi per andare fino a lì, poi dobbiamo restare a Manali solo il tempo di trovare un mezzo di trasporto per Leh.
Ci avviamo verso l’hotel che avevo selezionato, ma dei lavori bloccano la strada e raggiungerlo si fa complicato. Vicino, però, vediamo degli hotel che sembrano ben tenuti ed entriamo in uno di questi. Prendiamo una stanza e dopo qualche discussione riusciamo ad ottenere 2 asciugamani invece che solo 1, pazzesco!! Ci facciamo una doccia ristoratrice e poi usciamo. Ho visto su TripAdvisor che a un paio di chilometri dal centro si trova un ristorante italiano che sembra avere belle recensioni. Andiamo!!
La strada per andarci è più lunga e più in salita di quanto ci aspettassimo e quando arriviamo il locale è quasi vuoto e nessun volto sembra essere italiano. Iniziamo bene!! Ordiniamo una pizza e una lasagna da dividerci, vorremmo anche del vino ma vendono solo le bottiglie a prezzi troppo alti, va bene una coca cola, grazie!! Il cibo non è male, certo non è proprio come quello della nonna ma per fare una pausa dal cibo indiano va benissimo.
Quando finiamo di cenare sta diluviando e ci facciamo chiamare un tuk tuk dato che non ci eravamo attrezzati per un acquazzone. Proviamo a dirgli di portarci all’hotel ma ci spara una cifra doppia rispetto a quella pattuita per raggiungere il centro…solo per qualche centinaio di metri in più. Ci facciamo lasciare dove vuole lui e percorriamo gli ultimi metri sotto la pioggia.
Finalmente in camera, finalmente possiamo buttarci sul letto e fare un bel sonno ristoratore…o forse ancora no!! Io mi butto sul letto, mentre Marco si prende ancora un po’ di fresco in terrazza. Ad un certo punto lo vedo entrare e venire delicatamente verso di me, cercando di dirmi nel modo meno impattante possibile che ha visto entrare un topo in camera. OH NO!!!! Nel modo più veloce possibile mi fiondo fuori dalla porta, mentre il povero amore rimane ancora in camera a mettere tutta la nostra roba al sicura sopra al letto. Va poi a chiamare il personale dell’hotel e inizia una caccia al topo senza precedenti! Dalla finestra vedo i due ragazzi mandati dal proprietario che stanno letteralmente smontando la camera per acchiappare il topo e alla fine ce la fanno. Ma non vogliamo stare un minuto di più in quella stanza. Impacchettiamo di nuovo tutti i nostri averi, ci facciamo ridare l’anticipo che avevamo pagato per la stanza e ce ne andiamo. Sono le 22!!! E siamo stremati!!
Proviamo qualche altro hotel lì vicino ma, o sono topaie o costano troppo. Alla fine riusciamo a trovarne uno decente allo stesso prezzo che avremmo pagato nell’altro. Sono le 22:30! Basta, non ce la facciamo più!! Buonanotte!!!
Riusciamo a passare una notte riposante, ma al mattino ci alziamo presto: oggi dobbiamo organizzare un bel po’ di cose per i prossimi giorni.
Usciamo a fare colazione in un posto che ha visto giorni più gloriosi, poi cerchiamo una lavanderia e iniziamo, infine, la ricerca per un mezzo di trasporto per Leh.
La strada che collega Manali a Leh è una delle più famose in quanto è la seconda strada carrabile più alta del mondo e attraversa scenari inimmaginabili, con delle valli stupende. Questo è quello che abbiamo letto e visto su foto e che ci ha fatto convincere ad arrivare fino a qui. Ci sono autobus di linea che percorrono questa strada, ma anche minivan per turisti o jeep. Il percorso si può fare in un giorno (ma è altamente sconsigliato) o due con pernottamento a metà strada. Andare in jeep ci attira di più, in quanto saremmo in numero inferiore e potremmo fare tante fermate quante vogliamo per goderci il panorama e fare foto. Ovviamente è più costoso, soprattutto se siamo solo in due.
Girando le agenzie di Manali ci facciamo un’idea di tutte le opzioni e del costo di esse. Stiamo anche girandone tante in modo da trovare qualcuno che voglia condividere la jeep, ma sembra che non ci sia nessuno, forse perché siamo in bassa stagione. Sentiamo anche un autista di jeep che incontriamo per strada e ci fa un prezzo più basso dell’agenzia, ovviamente. Ci parliamo un po’, poi prendiamo il suo numero di telefono e rimaniamo d’accordo che lo richiamiamo verso pranzo per dargli una risposta.
Esaurite le agenzie di New Manali, ci viene in mente di spingerci a Old Manali, che, essendo il quartiere dei backpackers, magari ha più domanda. Prendiamo un tuk tuk e andiamo!!
Old Manali è nettamente differente dalla vera Manali, è creata apposta per il turista occidentale, con decine di locali in cui bere un bicchiere e incontrare altra gente, numerosi negozietti di souvenir per turisti e guesthouses fatte per il gusto occidentale. Un po’ finto! Per di più, è un posto famoso per poter fumare liberamente marijuana e, scopriamo, per questo si riversano qui una quantità inimmaginabile di israeliani. Hanno decisamente colonizzato la zona e stanno qui solo per andare nei bar e fumare, un po’ come la Rimini di Israele. Ci dicono che vengono qui per sentirsi liberi dalle restrizioni del loro paese. Nota particolare: si riconoscono anche perché vanno in giro con l’Hula Hop. L’Hula Hop?? Si!! E che se ne fanno?? Chi lo sa, magari è utile un Hula Hop in India!!
Qui sembra che ci sia più giro di persone, ma essendo le 10 del mattino ed essendo un posto prevalentemente per sfattoni, sono ancora tutti a dormire!! Iniziamo anche qui il giro delle agenzie, i prezzi per le jeep sembrano esorbitanti e nessuna agenzia ha altre richieste per il momento, ci consigliano tutti il minivan. Finalmente in una agenzia incontriamo Ella, una ragazza israeliana, che sta come noi cercando persone con cui condividere la jeep. Ci parliamo un po’ e ci scambiamo i numeri di telefono per aggiornarci durante la giornata. Adesso però è ora di una pausa tè!!
Mentre gustiamo un buon chai facciamo il punto della situazione e ci convinciamo sempre di più che visto che siamo arrivati fino a qui non possiamo perdere l’opportunità di fare la epica Manali – Leh in jeep, con il minivan non sarebbe la stessa cosa!! Costi quel che costi!! E’ vero che abbiamo un budget limitato, ma ogni volta che ci siamo concessi qualcosa di più ne è sempre valsa la pena. Quindi anche se non troviamo nessun altro con cui dividere il costo della jeep andiamo lo stesso a viverci questa esperienza unica. Oltre a questo decidiamo anche che da Leh sarebbe una perdita di tempo tornare indietro via terra, ci metteremmo come minimo 5 giorni per arrivare fino a Delhi, rifacendo pari pari la strada di andata. Questo ci farebbe perdere dei giorni preziosi senza aggiungere niente, decidiamo allora di prendere un volo da Leh a Delhi e risparmiare tempo per visitare il sud dell’India.
Dopo questa lunga chiacchierata ci facciamo una passeggiata per i negozi di Old Manali e finalmente troviamo la felpa colorata e leggera, stile nepalese, che Marco cercava ormai da un mese. Se la prova e questa volta è perfetta anche addosso, gli cade benissimo e quel colore lo illumina. È lei!! Non esitiamo e la compriamo e un sorriso si apre sul dolce viso del mio amore!!
Adesso andiamo a pranzo e subito dopo aver finito di mangiare riceviamo un messaggio da Ella che ci dice di raggiungerla in una delle decine di agenzie in cui eravamo stati, forse ci sono delle novità!! Quando arriviamo, con un po’ di fiatone per aver fatto la strada a passo veloce curiosi di sapere, scopriamo che in realtà non ci sono ancora altre richieste e Rainbow, il proprietario dell’agenzia, ci dice che almeno dobbiamo trovare altre 2 persone per partire con la jeep. Mentre stiamo discutendo sul da farsi, vediamo entrare una ragazza…tutti e 3 speriamo che stia entrando per QUEL motivo. Appena la ragazza ha finito di esporre la sua richiesta si innalzano i nostri cori esaltati…pare che abbiamo trovato una quarta persona che vuole fare in jeep la Manali – Leh. Ma ce ne manca ancora una!! Decidiamo tutti insieme di aspettare ancora un po’ e poi usciamo per parlare. Quando siamo ormai lontani dalle orecchie di Rainbow, io e Marco diciamo alle due ragazze che al mattino avevamo trovato una jeep al di fuori dalle agenzie, il cui costo diviso per 4 sarebbe stato abbordabile. Tutti d’accordo chiamiamo il tizio, ma ci dà pacco.
Rainbow nel frattempo ha seguito da lontano i nostri movimenti e prima che ognuno vada per la sua strada ci richiama indietro e ci dice che se non troviamo nessun altro ci fa comunque partire in 4 con la jeep al prezzo che avremmo pagato in 5!!! E’ FATTA!!!!!! L’emozione inizia a salire!!!
Mentre discutiamo dell’organizzazione, la quarta ragazza riceve una telefonata da una sua conoscente che le dice che verrà in agenzia a chiedere informazioni per partire con noi. Dopo una decina di minuti si presenta una donna, di età non ben identificata, indiana, con una faccia per niente simpatica, che inizia, con molta arroganza, a parlare in Hindi con Rainbow, con qualche intermezzo in inglese tra cui: “I want the window seat”, “io voglio il posto finestrino!”…che cosa??? Tu sei arrivata per ultima e senza averci ancora guardato in faccia, dici che VUOI, pretendi, il posto più ambito per un viaggio del genere…ma che modi sono??? Di fronte a questa strafottenza non riesco a trattenermi e faccio presente che tutti vorremmo il posto finestrino per ammirare il bel paesaggio che attraverseremo. La tizia mi sta subito antipatica e spero con tutta me stessa che decida di non venire. Continua a parlare ancora, facendo duemila problemi, ma mica ti ha obbligato nessuno eh!!
Finalmente dopo un po’ se ne va, insieme all’altra ragazza che ancora mi chiedo cosa abbia in comune con lei, dicendo che deciderà più tardi se venire o no…ecco brava, pensaci bene!! Anche Ella, dopo aver pagato la sua quota, si congeda. Anche noi stiamo per andarcene, ma Rainbow ci vuole offrire un tè. Ci dice poi che ha capito dalle nostre facce che non abbiamo sopportato l’arroganza dell’indiana e afferma che farà di tutto per farla desistere a venire…dice che a lui non importano i soldi, ma che i suoi clienti siano soddisfatti!! Siamo ben felici di questo!! Purtroppo però l’indiana torna dopo pochi minuti, mentre siamo ancora in agenzia, e dice che vuole venire. Rainbow, volendoci fare un favore, fa una mossa che invece ci mette in cattiva luce. Dice all’indiana, ma anche all’altra ragazza che è ancora con lei, che siccome noi siamo arrivati prima avremmo i posti migliori mentre loro due dovranno stare dietro. Noi in realtà non abbiamo mai minimamente pensato a questo, anzi, prima che arrivasse la tizia, non avevamo neanche pensato al fatto che ci potessero essere posti più favorevoli e altri meno. E’ stata la prepotenza della ragazza a farci reagire, ma la soluzione migliore per tutti è quella di fare a rotazione. Adesso, però, con questa rivelazione, Rainbow ci ha messo dalla parte del torto e ha contribuito a rovinare l’armonia del gruppo. L’indiana rimanda ancora la decisione dopo questa informazione, ma noi non siamo per niente soddisfatti di come sono andate le cose!!
Usciamo affranti dall’agenzia pensando a come è stato possibile che adesso siamo diventati noi i cattivi!! È vero che passeremo con il resto del gruppo due soli giorni e poi ognuno per la propria strada, ma ci dispiace che questa bellissima avventura possa iniziare con il piede sbagliato, con dei malcontenti e con delle tensioni!! Per arginare la situazione, scriviamo almeno ad Ella spiegandole quello che è successo in sua assenza e confermandole che non abbiamo nessuna pretesa sui posti, ma che anzi non abbiamo mai messo in dubbio la strategia della rotazione. Fortunatamente lei sembra capire subito e ci calmiamo un po’…almeno lei non ce l’abbiamo contro!!
Dopo tutto questo turbinio ci resta una cosa da fare: comprare il volo da Leh a Delhi. Ci rimettiamo seduti nel locale in cui abbiamo pranzato che ha un’ottima connessione internet e procediamo all’acquisto. Una volta ultimato leggiamo su una postilla piccolissima che nei voli che partono da Leh non sono permessi bagagli a mano, ma solo delle piccole borse per mettere gli oggetti di valore, il resto deve essere tutto imbarcato. Nel prezzo del biglietto è compreso un bagaglio da stiva di 15 kg a testa e adesso abbiamo paura che non bastino. Che urto scoprire le cose sempre in ritardo!!! Facciamo delle ricerche su internet e alla fine troviamo una nota della compagnia aerea che dice che non essendo ammesso il bagaglio a mano, quello in stiva può arrivare a 22kg. Fiùùùùù!!! Anche questa è sistemata!!
Abbiamo la testa in fiamme, troppe cose da organizzare e troppi piccoli impicci da gestire contemporaneamente. Siamo fusi, ma per fortuna la giornata sta per finire!!
Con calma ci incamminiamo verso New Manali, ma questa volta ce la facciamo a piedi visto che non abbiamo nessuna fretta.

Manali Bridge
Una passeggiata ristoratrice

Camminando scoviamo anche un parco che è possibile attraversare e che porta direttamente fino alla nostra meta. Questo intramezzo nel parco, immersi nel verde, con in lontananza la sagoma delle enormi montagne Himalayane, con il fruscio del fiume che scorre qui vicino, ci rimette in pace con il mondo e con noi stessi.

Manali Park
Che giornata…ma teniamo botta!

Una volta arrivati facciamo qualche commissione per comprare generi di conforto per il viaggio e poi cerchiamo un locale per cena. Ne troviamo un locale Punjabi, ovvero che serve piatti tipici del Punjab (la regione dove si trova Amritsar con il suo tempio doro) e ci fermiamo. Cucina ottima!!
E’ ancora presto ma non ce la facciamo più della giornata e decidiamo di ritirarci in camera e andare a dormire al più presto, d’altronde ci aspettano due giorni di viaggio in una strada che si sviluppa tra i 3000m e i 5000m. Appunto!! Ci torna in mente il famoso mal di montagna, di cui tutti sono spaventati. Ci convinciamo, però, che non è niente di terribile, che comunque la strada è un sali-scendi quindi non rimarremo mai troppo tempo ad alta quota e ci diciamo anche che il fatto di essere arrivati a Manali via terra ha contribuito a farci acclimatare un minimo. Un po’ riusciamo a calmarci.
Prima di ritirarci in camera ci fermiamo qualche minuto alla reception del nostro hotel, unico punto in cui funziona la wifi, per comunicare con i nostri genitori, dato che da domani non sappiamo come saranno le comunicazioni. Loro sembrano più preoccupati di noi, pare che si siano informati su internet e sono in pensiero sia per il mal di montagna, sia per le strade a strapiombo. Come al solito internet è uno strumento potente e utile, ma altrettanto diabolico. In rete si può leggere di tutto e di più e più si legge più le cose sembrano terribili. Me lo ricordo benissimo quando Marco è partito per il suo viaggio epico in moto, attraversando la via della seta fino a Samarcanda, mentre io stavo tutto il giorno davanti ad un PC a leggere informazioni sui paesi che stava attraversando. Io ero sempre in ansia per lui, mentre lui viveva semplicemente giorno per giorno, avventura per avventura e poteva vedere con i suoi occhi le difficoltà e valutarle in modo razionale, ma soprattutto dando loro la reale dimensione. Quello è ciò che succede a noi in questo momento, noi siamo dentro all’azione e tutte quelle cose brutte che sono scritte su internet non le vediamo, mentre i nostri genitori che sono lontano assimilano solo le notizie che trovano su quello strumento infernale. Li capisco eccome! Ma in questo momento, visto che per una volta anche noi siamo un po’ preoccupati di questa avventura, contribuiscono a trasformare le nostre piccole ansie in mostri giganteschi. Cerchiamo di razionalizzare tutte queste preoccupazioni, ma si sa che di sera, con il buio, l’irrazionale ha la meglio. E così andiamo a dormire carichi di tensioni!!

 

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