Kochi - Cavigliere danzanti e acque silenziose (Parte II)

10 - 14 Ottobre 2016

Ci svegliamo al mattino e al pensiero di andarcene da qui già siamo felici. Saliamo a fare colazione, oggi che non c’è la famiglia indiana si sente la differenza, il cibo riesce ad essere diviso equamente tra tutti! Appena finita colazione, sfruttiamo il tempo rimasto prima dell’ora di check out per andare a trovare un’altra guesthouse senza sobbarcarci del peso degli zaini.
La prima che visitiamo già ci fa capire quanto siamo stati scemi a rimanere nell’altra: prezzo molto basso (complice la bassa stagione), camera di un livello notevolmente maggiore. Ci pensiamo! Perché fermarci alla prima. Ne vediamo qualcun’altra poi capitiamo fortuitamente in una locata su di una stradina interna: la Nathan’s Holiday Home. Molto bella: il piano superiore è praticamente un appartamento: ci sono 3 camere da letto, ognuna con il suo bel bagno (con cabina doccia!!! Cosa più unica che rara da quando siamo entrati in Laos ad oggi), poi c’è una grande stanza in comune con salotto, tavolo e piccola ma fornitissima cucina.

Riusciamo anche a contrattare un ottimo prezzo, escludendo l’aria condizionata e la colazione: si vede che il proprietario Colbridgene capisce di affari!! Ci pensiamo un attimo, ma in pochi minuti decidiamo che è lei il nostro nuovo nido!!
Saltellando dalla gioia andiamo a prendere i nostri zaini nell’altra guesthouse e salutiamo caramente i due vecchietti, gentilissimi e simpaticissimi, ma decisamente cari di prezzo!! TANTE CARE COSE!!!
In breve ci installiamo nella nuova camera e ci accorgiamo fin da subito che è tutto un altro vivere, ci facciamo una bella doccia rinfrescante e ci godiamo la pace e la pulizia della nuova guesthouse (di cui al momento siamo gli unici ospiti). Per pranzo usciamo e torniamo nel locale in cui siamo stati ieri sera e Marco non sa rinunciare ad un bel piatto di pasta, stranamente anche abbastanza buono!

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Un micetto si innamora di me

  Quando torniamo in guesthouse troviamo, come da accordi, due bici che il proprietario ci ha portato per usare gratuitamente…anzi, pare che gli facciamo anche un favore ad usarle! Iniziamo a scorrazzare allegramente per il paesino per realizzare tutte le commissioni di oggi. Prima di tutto ci rechiamo al Kerala Kathakali Centre, per prendere i biglietti per lo spettacolo di Kathakali per questa sera. Il Kathakali è una forma di teatro-danza tipico di questa regione indiana, di più ancora non sappiamo, tranne che è citato nella canzone di Battiato:

Voglio vederti danzare come i Dervisci Tourners che girano sulle spine dorsali o al suono di cavigliere del Kathakali

Prossima tappa è l’agenzia in cui siamo stati due giorni fa per prenotare il tour giornaliero sulle backwaters…eh si, alla fine abbiamo abbandonato le ricerche per il tour con notte inclusa e abbiamo deciso di accontentarci di quello che si svolge in giornata. La signora dell’agenzia è ben contenta di rivederci e in pochi minuti eseguiamo l’acquisto. Tanto che siamo qui ne approfittiamo per prenotare l’autobus per la prossima destinazione: Mysore. Dopo aver vagliato tutte le opzione e i loro costi, scegliamo di prenotare un notturno con una compagnia governativa dato che l’ultima volta non ci siamo trovati male.
Terminata anche questa commissione, ci perdiamo con la bici in qualche stradina per poi tornare nella nostra bella guesthouse. Prima però andiamo a fare un po’ di spesa nelle bancarelle sotto “casa”, in cui ci compriamo frutta, cereali e curd per la colazione di domani: adesso che abbiamo di nuovo una cucina la sfruttiamo a dovere!
In guesthouse ci rilassiamo un po’ godendoci lo spazio salubre e pulito a nostra disposizione, poi iniziamo a prepararci per lo show. Lo spettacolo inizia alle 18, ma dalle 17 in poi è possibile andare a vedere la fase di trucco degli attori…mica possiamo perdercela!
Inforchiamo le nostre bici e raggiungiamo il centro, ci accomodiamo sui nostri posti e iniziamo a scrutare. Sul palco ci sono già due attori intenti a truccarsi: uno seduto che sta facendo tutto da solo guardandosi in un piccolo specchio, mentre l’altro sdraiato il cui trucco è affidato ad un vecchietto che si vede che la sa lunga!! Presto riconosciamo che l’attore sdraiato sarà il personaggio che si vede in tutte le locandine del Kathakali ed è quello con il trucco più caratteristico e anche più difficile, ma il vecchietto si vede che ha arte. Anche l’attore che si sta truccando da solo ha una manualità incredibile e pone tantissima attenzione ai particolari; piano piano che si svolge il suo trucco iniziamo a capire che interpreterà il personaggio femminile: anche qui, come nel teatro “occidentale” nel passato, solo gli uomini possono esibirsi come attori.

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La fase di trucco

  Noi osserviamo con attenzione tutte le meticolose fasi di preparazione…e poi…quando i due sul palco hanno già quasi finito di truccarsi, arriva LUI. È il terzo attore, è arrivato molto in ritardo e si mette anche lui a truccarsi, ma in modo molto più sommario. Ci divertiamo come matti a scherzare su di lui che non aveva voglia di arrivare in tempo e che ora sta eseguendo le stesse fasi di trucco dell’altro, ma in maniera molto più veloce e meno attenta…”ma che me frega, va bene pure così!”, immaginiamo che sia questo il suo pensiero.

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Il famoso Shiva danzante

  Nel frattempo leggiamo anche l’opuscolo che ci hanno dato all’ingresso che contiene la descrizione della storia che andremo a vedere. Il Kathakali, scopriamo stasera, è un tipo di teatro muto, in cui ogni concetto o umore che l’attore vuole esprimere è associato a dei gesti e a delle espressioni facciali molto complesse. Per questo motivo sarebbe impossibile interpretare il racconto senza conoscere bene il linguaggio gestuale di cui fanno uso. La storia di stasera riguarda una donna che viene molestata da un uomo e il marito di lei, venuto a sapere del fatto, decide di combattere per il suo onore e uccidere con l’inganno il molestatore.
Una volta finito il trucco, gli attori escono dal palco per andare ad indossare gli abiti di scena. Un presentatore nel frattempo ci spiega qualcosa su questo tipo di teatro per poi mostrarci, per mezzo di uno degli attori, quali sono le principali espressioni del volto per esprimere emozioni quali amore, rabbia, ecc. Ci viene spiegato anche qualche gesto che vedremo durante l’interpretazione.
Adesso è ora di guardare il vero e proprio spettacolo: molto molto particolare, si vede lo studio molto raffinato sulle espressioni facciali e sul tipo di gestualità. Ovviamente la storia non è così avvincente in quanto è solo un piccolo estratto di un’opera molto più intricata, ma ci divertiamo comunque!

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Il “Kathakali”

  Prima di uscire dal centro prenotiamo anche una lezione di Yoga per dopodomani: da quando siamo entrati in India non sentiamo parlare di altro, non possiamo non provarlo!!
La sera è scesa ed è ora di cena. Con la nostra bici andiamo a fare un giro nella zona più turistica e scoviamo un ristorante che sembra buono. Quando ci sediamo scopriamo anche che vendono birre: sorprendente!! All’inizio rifiutiamo l’offerta, poi però ci ripensiamo e decidiamo di fare questa folle spesa!! Per cena ordiniamo del pesce e usciamo molto soddisfatti. Adesso non ci resta che andare a dormire nella nostra nuova e profumata cameretta!!
Inizia così il quarto giorno a Kochi: 4 giorni??? Non ci siamo abituati a fare dei soggiorni così lunghi nello stesso posto, ma ci voleva!!! In 2 mesi abbiamo già visto molto dell’India e, anche se avremmo voluto esplorare ancora più posti, viene un momento in cui bisogna mettere un punto: tutto non si può fare! Ma sentiamo già da adesso il desiderio di tornarci un giorno e questo è bellissimo: i primi tempi avevamo paura di andare via dall’India con l’amaro in bocca e con la certezza che non ci avremmo mai più messo piede. Brutto, no? Invece piano piano abbiamo imparato ad apprezzarla, ad amarla, ad andare oltre all’apparenza e allo sporco e a sentire nel profondo la sua enorme energia vitale. Si, ci torneremo!!
Oggi è ora di andare a esplorare queste famosissime backwaters, che tanto ci hanno fatto dannare nei giorni precedenti. All’orario stabilito scendiamo per strada e veniamo raccolti da un furgoncino insieme ad una coppia di vecchietti della guesthouse vicino alla nostra. Prima di partire verso la destinazione andiamo a prelevare altre persone e poi via!! Il viaggio è più lungo di quanto pensassi e ne approfitto per sonnecchiare un po’.
Quando arriviamo a destinazione ci dividono in due gruppi: quelli che hanno prenotato solo mezza giornata e quelli, come noi, che hanno scelto la giornata intera. Restiamo quindi soli con la coppia di vecchietti e la guida che ci ha preso in custodia. Dobbiamo però aspettare che arrivi un altro gruppo di persone con noi e ne approfittiamo per andare in bagno: per le donne sfruttiamo quello di una casa qui vicina che ci mostra la guida, per gli uomini è sufficiente un albero. Mentre aspettiamo facciamo amicizia con i vecchietti e scopriamo che sono australiani. Da quello che ci raccontano capiamo che sono dei gran viaggiatori e hanno uno spirito invidiabile: vogliamo senza dubbio essere come loro alla loro età, ancora non sazi di fare avventure nel mondo!
Diciamo loro anche del nostro trasferimento in Australia il prossimo Gennaio e la signora mi racconta che anche lei è una “immigrata”: è originaria del Sudafrica e 40 anni fa si è trasferita in Australia…it’s a good place to settle down ci dice (“è un bel posto in cui sistemarsi”)…speriamo signora, noi però siamo tanto spaventati!!
Il gruppo arriva e siamo pronti per la partenza. La nostra guida, un signore anziano magrissimo ma simpaticissimo, ci accoglie e ci spiega come si svolgerà la giornata: adesso faremo un giro nei canali interni con delle piccole imbarcazioni a remi, poi torneremo indietro e raggiungeremo una piccola isoletta in cui ci verrà dato un pranzo tipico keralese, poi nel pomeriggio completeremo il tour con un giro in un canale più grande sulla imbarcazione tipica. Let’s start!
Veniamo divisi in due piccole barchette e due signori forzuti iniziano a spingere con i loro lunghi bastoni di bambù.

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Una maestria degna di un gondoliere

  Attraversiamo il canale grande, che comunque ci offre un paesaggio bellissimo, sembra a tratti il fiume che abbiam attraversato con Kheo in kayak, durante il tour nella giungla in Laos: corsi d’acqua che si intrecciano e vegetazione tropicale foltissima!!
Una volta attraversato il canale, ci accostiamo al bordo e la guida ci dice di scendere: adesso andiamo a vedere come vengono fatte le corde di fibra di cocco. Incontriamo due signore molto impegnate nel loro lavoro: hanno legato in vita un tessuto con dentro fibre di cocco, ricavate dalla corteccia della noce di cocco, che vengono intrecciate per dare origine ad una corda. La fibra viene ricavata facendo “appassire” la corteccia della noce di cocco in acqua per molto tempo, per poi farla essiccare al sole. Così pare che diventi più resistente.
Rimaniamo incantati dalla rudimentalità di questa lavorazione, effettuata avendo a disposizione pochissimi mezzi, ma che dà un risultato eccellente. Ci siamo ormai dimenticati che ci sono molte cose che possono essere ricavate con poco e che le antiche lavorazioni sono dei veri capolavori. Chi avrebbe mai pensato che con quelle piccole fibre si potesse costruire una corda resistentissima, solo avendo a disposizione un piccolo motore che girando fa intrecciare le fibre? Che le corde siano resistenti ce lo dimostra il fatto che vengono usate ovunque, ma soprattutto nelle imbarcazioni in cui sono anche utilizzate per tenere insieme le varie parti della barca!
Bellissimo, è come essere catapultati indietro nel tempo, negli anni in cui hanno vissuto i nostri nonni o forse i nostri bisnonni, in cui tutto si faceva a mano con quello che si aveva e in cui l’intelletto e la manualità erano così stimolati da poter arrivare a produrre cose pregiatissime con niente! Ci piacerebbe tanto portare con noi questa idee per quando avremo una dimora stabile in cui costruire con le nostre mani il nostro nido!
Adesso è tempo di salutare le due simpatiche signore e continuare il nostro giro in barca.
Ben presto lasciamo il grande corso d’acqua per addentrarci nei canali interni e questa è una sorpresa perché avevamo letto che di solito i tour si svolgono solo nei canali grandi. L’atmosfera si fa magica. I canali sono davvero strettissimi e si svolgono in una rete intricata. Vediamo scorrere villaggi o casette isolate, scorgiamo la routine delle famiglie che ci vivono e per le quali questi corsi d’acqua rappresentano una ricchezza enorme. Sono per loro delle strade, ma anche posti in cui le donne lavano i panni dell’intera famiglia o dove tutti si fanno il bagno.

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Il canale è parte della casa

  Vediamo anche delle pentole abbandonate vicino alla riva che ci fanno pensare che queste acque vengano usate anche per lavare i piatti. Salutiamo bambini che giocano con bici mezze rotte, ma che si divertono ad immaginare che quei rottami siano dei potentissimi mezzi a due ruote. Tutti ci guardano e ci donano i loro più bei sorrisi.

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La serenità si legge nei nostri volti

  La seconda fermata di questo giro mattutino riguarda le spezie: scendiamo ancora una volta dalla barchetta e iniziamo ad addentrarci nella campagna. La nostra guida inizia a mostrarci da quali piante derivano le spezie che comunemente sono usate in India per ogni pietanza e così scopriamo una piccola parte di questo immenso mondo delle spezie. Ad esempio scopriamo che la noce moscata nasce da un albero ed è foderata da una gabbia rossa che viene poi separata e usata per preparare il byriani o anche nella miscela di spezie che compongono il masala. Oppure capiamo che la pianta del pepe è una sola e a seconda di quando viene raccolto, o di alcune lavorazioni successive, si hanno i diversi tipi: nero, verde, bianco, rosso. Insomma ogni spezia ha la sua storia e a poco a poco scopriamo, o meglio sedimentiamo, in noi l’idea che la natura ha tutto quello che ci serve, ma purtroppo noi oggi la conosciamo veramente poco!

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La noce moscata direttamente colta dalla pianta

  Questo tour ci ha già soddisfatto moltissimo, non gli avevamo dato una lira di fiducia e invece ci sta piacendo molto e ci sta regalando esperienze e conoscenze che sicuramente il tour tipico ad Allepey non ci avrebbe garantito!

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Un bellissimo abitante di questo ambiente…

 

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…e uno un po’ meno bello

  Dopo questa fermata delle spezie, percorriamo ancora qualche piccolo canale e poi è ora di fare marcia indietro. Il due barcaioli ci mostrano le loro prodezze nel far fare inversione ad U alle barchette in un canale così piccolo…il nostro si è inceppato un po’ ma alla fine si è districato!!

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La pace di questi magici luoghi

  Ripercorriamo tutto il tratto all’indietro fino ad arrivare al canale grande, lo riattraversiamo fino al punto di partenza e scendiamo. Un pulmino ci viene a prendere per portarci in un altro punto del canale da cui raggiungeremo il luogo del pranzo.

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Il nostro barcaiolo mi regala un fiore

  In lontananza vediamo l’isoletta su cui verrà allestito il pranzo e per andarci di fanno salire sul tipico barcone. Immaginiamo che questo venga movimentato a motore e invece vediamo un altro vecchietto con la fedelissima canna di bambù che ci porta a destinazione…che muscoli!!
Quando scendiamo veniamo diretti su un gazebo in cui stanno iniziando ad apparecchiare. Dopo poco ci viene servito il pranzo tipico del Kerala da mangiare rigorosamente con le mani…anche se questa volta ci vengono fornite le posate e decidiamo di adeguarci alla maggioranza e mangiare con esse. Il pasto è servito nella foglia di bambù che funge da piatto e si compone di riso e salse e zuppette di verdure da mangiarci insieme. Ormai siamo degli habitué, ma ce lo gustiamo come fosse la prima volta.

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Il nostro meal sulla foglia di banano

  Alla fine del pranzo veniamo fatti risalire nel barcone. Il solito omino con il lungo bastone di canna inizia a far spostare la barca e in poco tempo riattraversiamo il canale per far scendere nell’altra riva un gruppo di persone che aveva fatto il tour di mattina. Poi si aggiunge un secondo rematore e si riparte percorrendo il grande canale.

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La lenta crociera sul fiume

  Il lento scorrere delle acque sotto di noi, la struttura in legno della barca che infonde serenità, la pancia piena dopo pranzo, la rilassatezza di un caldo pomeriggio tropicale…tutti ingredienti per un inaspettato sonnellino!!

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E il sonnellino!!

  Piano piano riapro gli occhi e risplende davanti a me il magico panorama su cui mi ero addormentata!!
Questa seconda parte del tour è stata anch’essa molto carina, ma se fosse stato tutto il giorno così sarebbe stato un po’ noioso: l’aver invece percorso i canali più piccoli e intricati con la piccola barca e le due fermate alla “fabbrica” delle corde e quella delle spezie ha sicuramente reso questo giro molto particolare ed appagante. Alla fine siamo davvero rimasti piacevolmente sorpresi e profondamente soddisfatti di questa scelta che all’inizio era stata solo un ripiego al mancato tour di 2 giorni nei canali di Allepey!
Intorno alle 16 è tempo di accostare la barca alla sponda e scendere. Salutiamo calorosamente la nostra guida e veniamo fatti risalire nel pulmino che ci porterà a Kochi. E anche qui un sonnellino non ce lo leva nessuno!! Una volta arrivati salutiamo i nostri nuovi amici australiani augurandoci il meglio reciprocamente e andiamo a fare qualche spesuccia prima di rientrare. Stasera vogliamo cucinarci la cena da soli e decidiamo di prepararci un po’ di verdura e delle uova che compriamo dalle bancarelle sotto casa che ad ogni nuovo acquisto ci fanno pagare sempre meno: ci immaginiamo che all’inizio ci abbiamo fatti i prezzi da “turista” un po’ gonfiati e poi siamo diventati a mano a mano fedeli clienti da trattare bene! È anche questo il bello di stare in un posto un po’ più a lungo: si creano così delle piccole abitudini che ci fanno sentire a casa e ci danno la possibilità di entrare più in contatto con la gente del luogo!
In una delle bancarelle troviamo anche del chapati preocotto da riscaldare in padella: perfetto!!
Dopo una lunga ma meravigliosa giornata in giro tra i canali facciamo ritorno alla nostra piccola casa temporanea con la sola idea di farci una bella doccia e riposarci. Verso ora di cena iniziamo a preparare e facciamo il nostro primo esperimento con il chapati precotto: le prime prove non vanno alla grande ma poi capiamo che quando inizia a fare le bolle dobbiamo girarlo, farlo cuocere un altro minuto nell’altro lato e il risultato è grandioso! Queste cenette semplici, ma sane e gustose sono ideali per fare delle brevi pause dal cibo caratteristico del luogo in cui ci troviamo.

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Una cenetta più che meritata

  E dopo questa bella mangiata non ci resta che addormentarci ripercorrendo con la mente tutto quello che è stato impresso nei nostri occhi durante la giornata e tutto quello che abbiamo imparato in questo paese dalla personalità forte!
Sveglia alle 5:45…uno scherzo?!? Eh no!! Per stamattina abbiamo prenotato una lezione di yoga che inizia alle 6:30 e ad ogni ripetizione della sveglia mi chiedo per quale motivo non abbiamo scelto quella delle 10:30!! Facciamo una rapida colazione con frutta e yogurt e poi di corsa con le nostre bici fino al centro in cui si tiene la lezione. Arriviamo puntualissimi, ma tutto sembra chiuso. Entriamo e non c’è nessuno ad accoglierci. Ripetiamo “Hello” diverse volte ma nessuno si presenta, telefoniamo ai numeri presenti nel biglietto da visita e alle quarta volta risponde una voce femminile e chiaramente assonnata. Le faccio presente che abbiamo prenotato la lezione di yoga ma che non abbiamo trovato nessuno, ne prende atto e mi dice di aspettare. Dopo qualche minuto esce da una stanzetta un signore panzuto e ci indica che per la lezione dobbiamo salire al secondo piano…ma scriverlo da qualche parte che si devono semplicemente salire le scale non sarebbe più semplice??
Saliamo sul terrazzo della struttura e troviamo ad aspettarci il maestro di yoga (pure lui poteva aspettare all’ingresso invece di salire sopra!!). Questo personaggetto minuto e dall’età indefinibile (come gran parte degli indiani) si presenta e ci introduce alla lezione di cui noi due siamo gli unici allievi. Prima facciamo un po’ di riscaldamento e poi inizia ad insegnarci le varie posizioni dello yoga…e così ci ritroviamo contorti nei nostri tappettini con lui che cerca di aiutarci a metterci nella posizione corretta. Ma è una roba complicatissima, bisognerebbe essere super sciolti per poter stare agilmente in quelle pose e sicuramente in un’ora non arriveremo neanche ad un livello da principiante! Il maestro, al contrario, quando ci mostra le figure si muove con una eleganza incredibile, quasi come se non avesse un peso, come se con lui la forza di gravità fosse un po’ più permissiva! Raggiungiamo il top quando pretende di farci fare la verticale e alla fine, con il suo immenso aiuto, ci ritroviamo con la testa all’ingiù e le gambe per aria che cercano in ogni modo di mantenere una minima stabilità!
La lezione risulta essere molto carina, ovviamente è fatta solo per far incuriosire gli allievi e dare una breve panoramica delle svariate forme dello yoga, ma usciamo soddisfatti. Prima di salutarlo, il maestro vuole farci delle foto nella posizione dell’albero: quella tanto male non ci viene, ma quanto siamo buffi!!!

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Per fare un albero, ci vuole…

  Il piano adesso è quello di andare a fare qualche acquisto al mercato delle spezie, ma prima abbiamo assolutamente bisogno di una doccia! Ripassiamo quindi dalla guesthouse e ci godiamo un momento di relax. Poi inforchiamo di nuovo le bici e via verso il mercato…di nuovo chiuso‼ Anche la seconda prova è andata male, anche oggi, a causa dello sciopero, tutte le serrande dei negozi sono abbassate. Girando, però, riusciamo a trovare il negozio in cui ci aveva suggerito di andare il proprietario della guesthouse, memorizziamo la posizione e gli diamo appuntamento per domani.
Prima di rientrare proseguiamo in bici verso il quartiere ebreo, passiamo davanti al Dutch Museum e andiamo poi a cercare la famosa sinagoga. Quando ci arriviamo davanti, però, mi accorgo di non essermi proprio vestita nel modo adeguato (qui a Kochi ho un po’ abbandonato i vestiti lunghi‼) e per non avere problemi decidiamo di non entrare.
Per tornare in guesthouse scegliamo di non fare il giro classico, ma di perderci un po’ in strade secondarie che non abbiamo ancora percorso e, come succede sempre, ci troviamo immersi in quartieri molto più autentici in cui immergere tutti i nostri sensi!
Prima di rientrare in camera facciamo spesa dal nostro baracchino di fiducia, che ormai ci ritiene degni di pagare il prezzo locale anziché quello per turisti‼ Per pranzo oggi ci cuciniamo lenticchie e chapati…quanto siamo indianizzati ormai, anche nei pasti!
Nel pomeriggio non abbiamo un granché da fare e decidiamo di goderci questi ultimi momenti di riposo prima del rush finale fino a Mumbai. Ce ne restiamo, quindi, tranquilli nei divanetti della nostra guesthouse e ci occupiamo di scrivere le ultime cartoline per i nostri parenti e amici…le ultime di una vasta collezione che guarderemo con nostalgia e fierezza quando torneremo in Italia.
Per la sera, invece, abbiamo un appuntamento importante: la nostra cena romantica. Cosa festeggiamo? I 9 mesi di viaggio e la sua imminente fine. Ci siamo presi questo spazio per noi due, per ricordare e onorare la nostra opera più grande.
Ci vestiamo bene, con i nostri abiti caratteristici, mi trucco e usciamo un po’ prima dell’ora di cena per goderci una piacevole passeggiata. Nel tragitto ci fermiamo a comprare delle altre cartoline (avevamo fatto male i conti)!

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Prima di uscire Marco da una pulitina…è diventato proprio bravo!

  Il locale che abbiamo scelto è proprio come ce lo aspettavamo, affacciato sul mare, con un ambience perfetto per una serata come questa. Scegliamo il tavolo sulla veranda da dove poter sentire le onde che si infrangono e scegliamo il cibo migliore: stasera non si bada a spese e ordiniamo dei piatti a base di pesce. Al posto del vino (per cui non hanno la licenza) prendiamo dei gustosi cocktail analcolici, osservando che l’alcol non è indispensabile per una serata particolare.
Tutto è perfetto, il cibo è delizioso e ben curato, l’atmosfera è romantica e noi…noi siamo NOI! Noi siamo i protagonisti, siamo i combattenti, quelli che hanno addosso tutti i segni di questa avventura, siamo i sognatori che hanno lasciato la loro vita “perfetta” per vivere di sensazioni che difficilmente si possono mettere in parole. Siamo noi e siamo qui, insieme, sempre più uniti, l’uno affianco all’altra. Abbiamo vissuto tutto questo insieme, non ci siamo mai separati, non ci siamo mai abbandonati, nemmeno nei momenti più difficili, e ora siamo qui a guardarci insieme indietro, a raccontarci con i nostri sguardi tutto quello che a voce non si può spiegare! Ci sono dei momenti nella vita le cui emozioni rimangono indelebili anche a distanza di tempo, quei momenti che quando li racconti puoi rivivere dentro di te le stesse identiche sensazioni; questa serata è uno di quelli. E’ come sedersi dopo giorni e giorni impiegati a finire un’opera. Finalmente ti butti su un divano e stai lì a guardarla, ad ammirarla e ad amarla. Non sei più nell’azione, ma non ne sei ancora lontano, tutto quello che volevi esprimere è già sulla tela, ma mancano gli ultimi ritocchi. È pace, serenità, fierezza, stupore e soddisfazione…è amore, amore sconfinato!

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Giusto una piccola foto per ricordare…il resto ce lo siamo goduto

  Durante la cena ci divertiamo a rivivere questi mesi pensando a quello che ogni paese ci ha dato, quello che ci ha insegnato come il valore della libertà (in Cina) e il mantra “niente è tremendamente importante” (in India). Ma chissà cosa davvero ci porteremo dietro di tutto questo, chissà cosa rimarrà dentro di noi a distanza di anni!
La serata si volge dolcemente a termine e iniziamo ad incamminarci verso casa. In realtà quando usciamo dal ristorante inizia a piovere a dirotto e decidiamo di prendere un tuk tuk. Dopo vari tentativi riusciamo a trovarne uno che non si approfitta della pioggia per chiederci il doppio rispetto al normale. Rientriamo in guethouse e ci godiamo questa ultima notte nella serena e rilassante Kochi.
Dopo questa piacevole parentesi, ci prepariamo psicologicamente per tornare all’azione per questi ultimi 10 giorni di fuoco. Al mattino veniamo invitati dai proprietari della guesthouse a gustare la loro colazione tipica. Finiamo poi di impachettare tutta la nostra roba e facciamo il check out. Fortunatamente ci permettono di usare i locali in comune per tutta la giornata, in modo da potercene andare verso sera.
Finiamo, così, di scrivere le ultime cartoline e facciamo una passeggiata verso l’ufficio postale per questa ultima spedizione.

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L’ultima spedizione!

  In sella alle bici ci dirigiamo verso il mercato delle spezie, sperando che oggi riusciamo a fare un po’ di spese. Finalmente troviamo tutti i negozi aperti, entriamo in quello che ci era stato consigliato, ma ben presto ci accorgiamo che è un ingrosso. Probabilmente i prezzi sono più convenienti che sui negozi per turisti, ma non sappiamo assolutamente come muoverci. Non c’è nessuno che ci dà delle dritte su quali spezie comprare, o anche solo per farci una panoramica delle possibili spezie, i prezzi non sono esposti e nessuno parla inglese. Purtroppo non possiamo fare grandi affari qua dentro. Entriamo, però, in un negozietto vicino in cui due signore ci accolgono dolcemente e ci mostrano tutto…questo è il custode care che ci serve! La scelta è molto lunga, io non sono brava in queste decisioni, ma alla fine usciamo con un sacco pieno di roba: dal masala alla curcuma alla noce moscata. Ci soffermiamo anche a guardare vicino alla cassa una serie di statuette e immagini sacre: le signore ci spiegano con molta soddisfazione che ognuna delle dipendenti di quel negozio professa una fede diversa e che ognuna ha il diritto di esternarla, come si fa a non innamorarsi di questa gente‼
Dopo questi acquisti, mi fermo a comprare il magnete con il tuk tuk che avevo adocchiato da giorni e poi pedaliamo verso la guesthouse. Prima di rientrare andiamo a pranzare nel nostro locale preferito per fare il bis dei dosa formaggio e spinaci che ci sono piaciuti tanto. Nel pomeriggio, invece, ci riposiamo, prima di uscire finiamo le nostre scorte di cibo preparandoci un enorme porzione di curd e frutta a pezzi. Aspettiamo l’ora della partenza sperando che smetta di piovere e, grazie al cielo, i nostri desideri vengono avverati. Così, dopo 5 giorni ci rimettiamo i vestiti da viaggio e ci carichiamo in spalla le nostre casette (sempre più pesanti!). La testardaggine non è cambiata e decidiamo di andare verso la fermata dell’autobus a piedi per non contrattare tuk tuk. Facciamo un po’ di fatica a capire quale bus dobbiamo prendere, ma alla fine ci imbarchiamo in quello giusto. Appena seduti notiamo subito una peculiarità: non ci sono i vetri dei finestrini! Immaginiamo che in un clima come questo sia più utile un po’ d’aria in faccia che i finestrini chiusi!

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E se piove???

  L’autobus ci porta da Kochi alla vicina Ernakulam, da cui parte il nostro mezzo notturno. Ci affidiamo all’assistente del conducente per capire dove ci conviene fermarci; altre persone vengono coinvolte nella decisione e alla fine ci fanno scendere in un punto dimenticato dal mondo e ci suggeriscono di prendere un tuk tuk. Rimaniamo esterrefatti, fino a 2 minuti prima l’autobus percorreva la strada principale di Ernakulam, come è possibile che non ci abbiano fatto scendere in quella consigliandoci di prendere un altro autobus da lì?? La nostra intelligenza, e ormai esperienza, si rifiuta di credere che non ci sia modo di raggiungere la stazione degli autobus senza dover prendere un taxi. Ci incamminiamo, quindi, verso la strada principale e da lì iniziamo a chiedere. Per fortuna, dopo vari tentativi a vuoto, un ragazzo ci dice che qualsiasi autobus passi per questo stradone raggiunge anche la stazione dei bus. Grazie al cielo qualcuno di illuminato‼
Aspettiamo il primo bus e saliamo, diciamo all’assistente la nostra destinazione e troviamo il secondo personaggio illuminato della serata che ci indica correttamente la fermata e la direzione verso cui proseguire per raggiungere la nostra metà. E ancora una volta, ce l’abbiamo fatta con le nostre forze e la nostra testa‼ Batti il cinque‼

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Ancora una sala d’attesa

  Aspettando il nostro autobus, ci mangiamo qualche zozzeria e veniamo accalappiati da un signore in una conversazione che all’inizio sembra dolce, per poi diventare incomprensibile e a tratti inquietante. Marco si allontana per comprare del cibo, ma mi tiene d’occhio per evitare che il signore esageri.
Finalmente arriva il nostro mezzo, si riconosce sempre il nostro, di solito è il più scassato. Ci sistemiamo dentro con le manovre che ormai ci siamo abituati a fare e ci prepariamo per una notte insonne nell’ultimo autobus notturno di questi 9 mesi!

 

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