Kochi - Cavigliere danzanti ed acque silenziose (Parte I)

8 - 10 Ottobre 2016

Si cambia stato: dal Tamil Nadu (o Nandu, come dice Marco :P) al Kerala. E il viaggio in autobus è eccezionale, attraversiamo le colline tra i due stati (con fatica, l’autobus non è nelle condizioni per sostenere quelle ripide salite!!) e approdati nel Kerala iniziamo a vedere distese piene di piantagioni di tè. Entrambi pensavamo che le piante del tè fossero più alte e invece sono piccoli arbusti che riempiono ogni mm2 di terreno: un panorama fantastico e diverso da quello con le risaie!! Addentrandoci nel Kerala iniziamo anche a vedere i villaggi di collina, le cosiddette hill station, modellate ad hoc per i bisogni dei conquistatori occidentali che vi trovavano refrigerio e tranquillità. Ma la cosa che ci colpisce di più è l’enorme quantità di chiese che riempiono i paesini con i loro crocefissi…a perdita d’occhio. E così notiamo la differenza tra i coloni portoghesi e quelli britannici: anche a Pondicherry o Calcutta ci sono chiese, ma non così tante da modificare permanentemente la cultura del popolo…di templi induisti neanche l’ombra!!

 

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Le famose piantagioni di te

  Invece la dominazione portoghese ha imposto, con estrema brutalità, la propria cultura e vedere intere cittadine di indiani così devoti a Cristo, con il rosario in mano, fa anche un po’ impressione; gli indiani sono più belli tutti colorati nei loro templi altrettanto colorati, luminosi e pieni di chiassosa gioia!!

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Marco s’abbiocca in autobus

  In un paesino ci fermiamo per pranzo e con piacere ci uniamo ai locali nella locanda prescelta dall’autista. Vedendoci inesperti, l’autista e il suo aiutante ci invitano al loro tavolo e ordinano per noi il meals, fortuna che già a Madurai abbiamo capito di cosa si tratta e come funziona. Ci viene dato del riso keralese da mischiare con le varie salsine; a malincuore rinunciamo ad un pescetto arrostito e ad un uovo sodo, sempre per paura di prenderci qualche disturbo intestinale!

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Scene di vita immortalate dal finestrino del bus…

 

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…mentre il viaggio prosegue…

 

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…infiniti quadretti si susseguono sotto i nostri occhi

  Lentamente, fin troppo, arriviamo ad Ernakulam, più tardi del previsto, ma per fortuna abbiamo già prenotato per telefono una guesthouse su cui approdare. Dalla stazione degli autobus prendiamo un taxi fino al porto e da lì aspettiamo il traghetto verso Kochi. La traversata dura una decina di minuti nella quale vediamo fin troppe navi merci enormi che rendono il tutto un po’ meno romantico del previsto.
Arrivati a Kochi decidiamo di abbandonarci anche qui ad un tuk tuk, è tardi e noi siamo troppo stanchi. Pattuiamo un prezzo di favore (che è comunque più alto di quello per i locali!) e partiamo. Percorriamo a piedi gli ultimi metri verso la guesthouse e una dolcissima signora ci accoglie amorevolmente, forse anche un po’ troppo!! Ci presentiamo e ci porta verso la nostra camera: una delusione!!! La stanza non è male, ma si vede che è pochissimo curata, puzza di muffa ed è un covo di zanzare…non proprio quello che ci aspettavamo per questa settimana di relax in Kerala. Complice anche la stanchezza l’umore va un po’ giù, ma cerchiamo di riprenderci uscendo per cena.
La dolce signora ci consiglia un posto nelle vicinanze: Dal Roti. Ci facciamo un paio di chilometri a piedi (tanto nelle vicinanze non era) e finiamo per mangiare ancora una volta piatti del nord India e neanche tanto economici: peccato, vorremo scoprire meglio la cucina del sud. Stasera sembra non andarne bene una!! Ma facciamo passare la notte e speriamo che con la luce del sole tutto inizi a risplendere di nuovo!
Al mattino ci alziamo con calma e saliamo nel terrazzo per la colazione inclusa nel prezzo. Siamo arrivati una mezzoretta dopo l’orario di inizio del servizio e già gli altri ospiti si sono spazzolati tutto. Riusciamo comunque a mangiarci qualcosa di dolce e un po’ di frutta e poi chiediamo due bici a noleggio. Inizialmente la signora ci dice di non averle, ma il marito non si fa perdere l’occasione e ci porta delle bici, un po’ malmesse, ma ancora funzionanti. Tanto ci basta!
Il target di oggi, oltre che girare un po’ per il paese, è andare alla ricerca di agenzie alle quali iniziare a chiedere qualche informazione riguardo ad un giro in barca sulle famosissime backwaters con pernottamento. Questa è la maggiore attrazione della zona: tutti vengono qui per visitare l’intreccio di canali e laghi contornati da vegetazione tropicale. Diciamo che non ci aspettiamo niente di diverso dal giro sul delta del Mekong, in Vietnam, ma perché non approfittarne. Oltre all’opzione del giro diurno, ci sono moltissime agenzie che propongono un giro di due giorni con pernottamento in barca e stiamo pensando di regalarci questo ultimo momento di intimità in mezzo alle acque. Per questo motivo ci piacerebbe trovare una bella barca, come quella di Cat Ba Island, anche ad un costo più elevato (grazie ad un regalino che ci è arrivato da poco!).
Il posto ideale per fare l’esperienza sulle backwaters sembra essere Allepey, una cittadina a circa 60 km da qui, ma intanto vogliamo iniziare a vedere se anche da Kochi riusciamo a trovare agenzie che propongano quello che vogliamo.
Iniziamo a girare in bici, ma sembra tutto deserto e di agenzie neanche l’ombra. Dopo un bel po’ ne troviamo una e chiediamo. Il costo non è così elevato come ci aspettavamo, ma qualcosa non ci convince. Prendiamo il depliant e ci riserviamo di sentire altre agenzie. Passiamo anche per il mercato delle spezie ma essendo domenica è tutto chiuso.
Decidiamo così di arrivare fino ad Ernakulam, nella speranza che nella città più grande ci sia più offerta. Parcheggiamo le bici e aspettiamo il traghetto.

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Sul traghetto il trono “dell’acceleratore umano”

 

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Selfie nel traghettino

  Arrivati nell’altra riva ci facciamo la passeggiata lungomare, ma le nostre aspettative vengono infrante: quello che pensavamo fosse il covo delle agenzie, in realtà è una città moderna, distaccata dal turismo, un agglomerato di case e attività commerciali. Perdiamo le speranze e decidiamo così di andare direttamente alla fonte: domani ci facciamo una bella gita in motorella ad Allepey!
Prima di riprendere il traghetto cerchiamo un posto in cui pranzare. Quello che avevamo trovato su Tripadvisor sembra non esserci più e entriamo in uno a caso che sembra avere un aspetto decente. Purtroppo i piatti del menù sono troppo banali e ci facciamo l’ennesimo pasto senza emozioni…è da un bel po’ che non rimaniamo soddisfatti mangiando!
Torniamo al porto e quando arriviamo alla biglietteria per il traghetto rimaniamo impietriti: una lunghissima fila ci attende e chissà se ce la faremo a prendere il prossimo traghetto o se dovremmo aspettare quello ancora dopo (ovvero tra 1 ora). Mi metto io a fare la fila nel “reparto” donne (eh si, anche le biglietterie hanno file separate per uomini e donne) e grazie ad una serie di rinunce davanti a me, riesco ad arrivare allo sportello prima che finiscano i biglietti del traghetto in partenza: è andata meglio del previsto!
A Kochi risaliamo in sella alle nostre bici scassate e proviamo a fare un giro più ampio, sempre alla ricerca di agenzie, ma anche questa volta è un buco nell’acqua. Prima di rientrare in guesthouse andiamo a vedere un locale per una cena di pesce in modo da decidere se ci convince. Proprio lì accanto troviamo un’agenzia e ne approfittiamo subito. La ragazza è molto disponibile e telefona a delle agenzie di Allepey per avere info sul giro in barca che vogliamo fare. Ci dice, come già sapevamo, che i prezzi in questi 4 giorni sono un po’ più alti del solito in quanto è un periodo festivo, ma ci dice comunque che l’offerta che le hanno fatto per telefono risulta ancora accettabile. Con una onestà inaspettata ci dice anche di non aspettarci una barca lussuosa, ma al pari di un 3 stelle di un albergo…indiano!! Potremmo accettare, ma rimaniamo ancora con l’idea che se facciamo questa esperienza è perché vogliamo passare due giorni da principi…altrimenti non ci troviamo nessun vantaggio, dato che giri su canali tropicali ne abbiamo già fatti!
Cogliamo l’occasione anche per chiedere di tour di una sola giornata e anche di spettacoli del Katakali, un tipo di teatro danzante indiano, e di autobus per la nostra prossima meta, Mysore. Ci facciamo un pieno di informazioni che poi rielaboreremo! Per oggi basta così!!
Ancora un po’ delusi dalla giornata inconcludente, dal posto che pensavamo fosse più affascinante e della guesthouse che non ci ha per niente soddisfatto, torniamo alla base. In camera non si può stare, la puzza di muffa sembra essersi affievolita, ma il mio nasino delicato ne è ancora infastidito. La signora della guesthouse ci ha, di sua sponte, offerto di cambiare camera domani mattina, dopo il check out degli attuali occupanti; questa nuova speranza ci ferma dall’andare a trovare subito un altro posto più consono alle nostre esigenze!!
Nel frattempo ci mettiamo nel terrazzo della colazione per cercare ancora un po’ di informazioni sui tour delle backwaters, ma arriviamo sempre alla stessa conclusione: dobbiamo andare direttamente ad Allepey se vogliamo avere un quadro più chiaro.
Quando si fa ora di cena ci prepariamo per la prima cena di pesce (a cui ne faremo seguire una di più alto livello nei prossimi giorni per coccolarci e per festeggiare il nono e ultimo mese di questo splendido viaggio!). Ristorante: Oceanos! Per l’occasione decido di indossare il mio coloratissimo Punjabi dress e pettinarmi i capelli con una treccia…proprio come le vere indiane (peccato che io sia bionda!).

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Gioco a fare l’indiana

  Mentre camminiamo verso il locale andiamo a chiedere informazioni per il noleggio di sccoter per il giorno dopo, soprattutto gli orari di apertura, dato che vorremmo partire il prima possibile!
Raggiungiamo il ristorante ed entriamo seguiti dagli sguardi di turisti occidentali che probabilmente si chiedono perché mi sono voluta travestire da indiana, ma me ne frego dei loro giudizi: a me piace assorbire la cultura di un luogo, con i propri modi di fare, di parlare e anche di vestire!!
Ordiniamo due piatti di pesce cucinati alla keralese e ce li gustiamo serenamente rimanendo molto soddisfatti del luogo…forse abbiamo un po’ esagerato con il prezzo, ma ogni tanto coccolarsi fa proprio bene!!
Prima di tornare in camera ci facciamo una bella passeggiata sul molo e poi torniamo indietro dalla nostra cara muffa che domani speriamo di abbandonare!!
Al mattino ci alziamo relativamente presto per poter partire di buonora per Allepey. Questa volta riusciamo a raggiungere il tavolo della colazione prima che gli altri si finiscano tutto con una voracità disarmante. Poi la signora ci dice di preparare i nostri zaini che oggi facciamo il cambio della stanza, dobbiamo però aspettare che gli altri ospiti facciano il check out. Le spieghiamo allora che non possiamo aspettare fino alle 11 così lei si offre di spostare la nostra roba indipendentemente dalla nostra presenza…benissimo, impacchettiamo tutto allora e speriamo che la nuova stanza sia migliore!
Ci incamminiamo poi verso il posto in cui noleggiano scooter, il primo è ancora chiuso, proseguiamo verso il secondo. Incontriamo quindi il proprietario di un ristorante e di una guesthouse che, a tempo perso, noleggia anche mezzi a due ruote…chissà se possiamo fidarci! Perlomeno ci viene fatto firmare un contratto, non so se sia meglio o peggio! Ci vuole un po’ per pattuire il prezzo in quanto il nostro interlocutore ci vuol far pagare di più in quanto andremo ad Allepey; “se rimanevate in zona vi facevo 50 rupie in meno”…ma che discorso è?? Gli facciamo notare che visto che la benzina è a carico nostro, a lui non cambia niente se restiamo per qui o se ci spingiamo a 60 km di distanza, quindi quelle 50 rupie in più sono una fregatura. L’abbiamo messo alle strette, è costretto a scendere di prezzo!
Infiliamo i caschi (che stavolta ci vengono forniti e sono anche integri) e partiamo. La strada che facciamo esce da Kochi per passare su una lingua di terra che ci connette all’altro pezzo di terraferma, svolgendosi poi interamente sulla costa indiana. Fortunatamente qui il traffico è un po’ meno pronunciato di altre città indiane, anche se non deve MAI scendere l’attenzione, meglio non fidarsi della guida degli indiani. E soprattutto si deve rispettare la regola d’oro del suono del clacson…per qualsiasi cosa…in curva per avvertire che stai arrivando, quando sorpassi, quando passi vicino a gente che sta camminando a piedi per avvertirli di stare più al bordo della strada, ecc.
I panorami sono mozzafiato, siamo di nuovo immersi tra le bellissime ed esotiche palme tropicali, da piantagioni di riso e qui anche di reti di pescatori (reti cinesi) che spuntano all’improvviso sui corsi d’acqua.

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Le famose reti cinesi

  Ci fermiamo più volte ad immortalare questo spettacolo della natura e, per permettere a Marco di scattare foto più agilmente, prendo io la guida del mezzo. E io suono! Ah, quanto mi diverte prendere le abitudini del luogo in cui mi trovo!! Suono il clacson in continuazione, quasi quanto loro (no, molto meno, la loro frequenza è imbattibile) e tutto scorre alla perfezione. Stiamo bene, liberi, rilassati, di nuovo sulle due ruote che, come dice il nostro amico Imi, smuovono l’anima…anche quelle di un piccolo scooter!

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be-beeeeeeep

  Attraversiamo paesini, campagne, salutiamo persone gioiosamente, osserviamo lo scorrere lento della loro vita e ci innamoriamo ancora di più di questa terra magica, che è capace di regalare una sensazione di serenità e libertà impareggiabile, così all’improvviso, nei momenti che sembrano più insignificanti, quando meno te lo aspetti.

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Una chiesina tropicale

  E in questi momenti non ti frega niente dell’odore di muffa in camera, dell’immondizia per le strade, dei clacson e delle svampe di cattivo odore. Sei tu, a contatto con un popolo diverso, che ha saputo mantenere le proprie tradizioni e la propria unicità, sei tu e la natura selvaggia, sei tu in una terra senza tanti fronzoli, con poche sovrastrutture, genuina, pura, vera!

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Le backwaters!

  Dopo un paio d’ore iniziamo ad entrare nel territorio di Allepey e iniziamo a chiederci dove dobbiamo andare per trovare le agenzie che stiamo cercando. Proviamo sul lungo mare…macchè, tutto deserto, scaricaticcio, di certo non un posto in cui passeggiare amabilmente. Allora proviamo ad andare verso i canali più interni…ma quali? Vaghiamo completamente al buio, a tentativi e ovviamente non troviamo nulla. Solo una piccola agenzia che non ci convince per niente.
Per non vagare ancora a vuoto decidiamo di fermarci per pranzo e approfittare della sosta per fare un ragguaglio. Cerchiamo su TripAdvisor un locale e andiamo. Non lo troviamo, non nella posizione indicata su internet, ma a forza di fermarci e chiedere riusciamo a raggiungerlo. Deserto! Entriamo e c’è solo un bambino che continua a giocare incurante di noi. Dopo una serie di “Hello!” viene un ragazzo ad accoglierci e ci porta nell’altrettanto deserto ristorante. Ma non ci avevano detto che siamo in uno dei momenti più turistici dell’anno dato la festività indù?? Dove sono tutti?? Ci accomodiamo ma ci viene poi detto che hanno pochissime pietanze disponibili…e a dei prezzi esagerati. Come siamo entrati ce ne andiamo, ormai non ci vergogniamo più a fare cose simili!
E ora dove andiamo?? Girando ancora un po’ troviamo un ristorante locale cui non sappiamo se affidare i nostri stomaci, ma alla fine non abbiamo altra scelta. Il posto serve solo byriani, ma ci accontentiamo. Ne prendiamo uno solo perché di solito servono porzioni enormi e infatti facciamo bene. Questo posto è tipo una tavola calda a menù fisso per i pranzi di chi lavora, sembra molto frequentato e servendo un solo piatto ci fidiamo anche che gli ingredienti usati siano freschi. Il byriani è davvero delizioso, ne rimaniamo piacevolmente colpiti. Ancora leccandoci i baffi paghiamo (come dicevo, qua i pasti sono toccata e fuga) e usciamo.
Nel frattempo che mangiavamo abbiamo guardato su internet il posto in cui trovare le agenzie che cerchiamo: sono nella strada che costeggia un canale, quella che abbiamo fatto prima, ma ancora più in fondo a dove ci siamo spinti noi. Ecco, dovevamo solo proseguire un pochino invece di fare marcia indietro!! Ma con la pancia piena si ragiona meglio!!
Finalmente raggiungiamo il posto giusto, la strada si fa piena di agenzie turistiche che offrono vari tipi di pacchetti per visitare le backwaters. Mentre scegliamo quella che ci convince di più in cui entrare, ci ferma un ragazzo che ci offre un eco-tour. Non abbiamo fretta e ci fermiamo ad ascoltarlo sedendoci al tavolino del suo bar.
La proposta è la seguente: con una barca a remi percorriamo i canali, anche quelli più interni a suo dire, fino a raggiungere la barca grande che è ancorata in un punto del lago e lì consumeremo i pasti e dormiremo. Dalla barca grande possiamo spostarci nel pomeriggio con canoa o barca a remi per scoprire i più piccoli canali. Grazie che la barca è ecologica: è parcheggiata e non si muove!! L’idea un po’ ci convince e un po’ no, comunque prendiamo del tempo per pensarci, nel frattempo il tipo dice che ci vuol inviare delle foto della barca. Salutiamo e ripartiamo!
Come sempre, facciamo poi un controllo su TripAdvisor e troviamo delle descrizioni non proprio entusiasmanti: pare che lo stato della barca non sia un granché, soprattutto della camera da letto e, cosa peggiore, il proprietario non contraddice le recensioni negative ma risponde dicendo che a quel prezzo non ci si poteva aspettare di più. Mi sa che l’ecotour è scartato!!
Ci fermiamo ad un altro paio di agenzie, ma pare che non abbiano posti, fino ad arrivare a quella che per un attimo ci è sembrata quella definitiva!! Il ragazzo e la ragazza dell’agenzia ci propongono una barca che hanno da poco comprato (da un italiano tra l’altro) e che hanno appena finito di rinnovare, in pratica noi saremmo i primi ospiti a salirci. Dalle foto sembra come ce l’aspettavamo e il prezzo è ragionevole. Il giro proposto è sempre lo stesso di tutte le altre agenzie, ma con una barca così poco ci importa. Dopo aver definito altri particolari come una cena di pesce inclusa nel prezzo ci lasciamo anche qui del tempo per pensare, non molto perché si sta avvicinando l’ora di rientrare.
L’agenzia ci ha talmente convinto che decidiamo di non andarne a sentire altre, adesso la decisione è se spendere quella cifra per un tour con pernottamento o se accontentarci del giretto diurno classico molto meno costoso. Quale miglior posto per decidere se non davanti ad un chai bollente e qualche dolcetto. Veniamo attirati da un ometto fuori da una bettola e decidiamo di fidarci della loro igiene. Ci sentiamo sempre a nostro agio in questi posti così caratteristici, così poco turistici, così veri…anche se abbiamo a volte dovuto rinunciarci per tenere sotto controllo il nostro stato di salute.
Chiudiamo gli occhi e decidiamo: vogliamo farci questo regalo, l’ultimo di questo viaggio! Prendiamo la motorella e torniamo in agenzia. Nel percorso ci viene in mente di chiedere se possiamo vedere la barca prima di prendere una decisione, tanto per vedere se è in linea con le nostre aspettative (e con il prezzo!). Quando facciamo questa richiesta in agenzia, il tipo ci dice “ok, ma ve l’ho detto che la barca è in costruzione?” Cosa???? No, questo piccolissimo particolare non ce l’hai detto mio caro. Chiediamo delucidazioni. Tutti quanti ci rassicurano che stanno solo ultimando alcuni particolari minimi, che finiranno sicuramente per quando ci serve a noi (tra due giorni). Va bene, ma a maggior ragione adesso vogliamo vederla. Ci dicono che è a qualche km da qui, ma non ci spaventa di certo fare un po’ di strada. Assoldano un collaboratore per accompagnarci facendoci strada con il suo scooter. Si parte!!
Presto usciamo dalla città e iniziamo a addentrarci nella campagne, anche qui piene di palme e di risaie…ma come sempre bellissime da togliere il fiato. Siamo grati che con la scusa di andare a vedere la barca stiamo anche facendo un giretto in territori poco battuti, che ci stanno dando una fotografia ancora più bella dello splendido Kerala. La strada scorre sotto di noi e i 10 km che ci avevano dichiarato diventano molti di più. Ad ogni svolta pensiamo di essere arrivati e invece il signore davanti a noi continua. Perdiamo qualsiasi speranza di poter tornare a Kochi prima del buio, ma va bene così, abbiamo fatto un giro che ne vale la pena.
Finalmente arriviamo, parcheggiamo lo scooter e già da lontano ci sembra che ci siano fin troppe persone a lavorare nella barca, ma siamo fiduciosi. Attraversiamo uno stretto ponticello sul canale in cui è ancorata la barca e saliamo: ORRORE!!!! Non c’è niente, assolutamente niente, di accettabilmente pronto. La cucina è insistente, le camere da letto sono tutte sotto sopra con fili elettrici che pendono da tutte le parti, la sporcizia regna. E noi che pensavamo che stesse in fase di lucidatura. Non siamo pessimisti, ma siamo abbastanza lucidi per capire che in 2 giorni questa barca non potrà essere finita, neanche lavorandoci giorno e notte. Magari possono far in modo di metterla un po’ alla meglio, ma non sarà assolutamente lussuosa come vorremmo e non varrà il prezzo che dovremmo pagare per questa esperienza. Siamo affranti, davvero pensavamo di aver trovato un’ottima occasione!! Per di più adesso è tardi e non abbiamo più tempo per sentire altre agenzie e anche se le sentissimo ormai non ci fideremmo più senza vedere la barca!
Diciamo al nostro accompagnatore che abbiamo visto abbastanza, ora possiamo tornare indietro. Il mood del ritorno è molto diverso di quello dell’andata: siamo molto delusi. Ci riserviamo ancora di andare in agenzia e vedere se ci propongono qualcos’altro ma ormai siamo enormemente sfiduciati. Infatti quando entriamo la ragazza tenta di offrirci vari sconti, ma salutiamo e diciamo addio al nostro tour romantico tra le acque dei canali tropicali!
Rapidamente risaliamo nello scooter e prendiamo la strada verso Kochi. Il primo turno lo faccio io per sfruttare il tempo in cui ci sarà ancora luce, per poi lasciare la guida a Marco quando scenderà la sera. Cerchiamo in ogni modo di tirarci su di morale e ci riesce per noi una bellissima spiaggetta che intravediamo da lontano, tutta ricoperta di altissime palme. Il tramonto da qui è sensazionale e non vorremmo più andarcene.

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Il morale si solleva con questa struggente tramonto

 

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Un giovane papà e il suo piccolo di fronte al mare

  Adesso la guida passa nelle mani esperte di Marco e rapidamente scende il buio. L’illuminazione delle strade ovviamente è inesistente, ma quello che più è pericoloso è che pare che l’usanza indiana sia quella di tenere accesi i fari abbaglianti di notte. Geniali!!! Ma non ve ne siete mai accorti che chi viene investito da un fascio di luce abbagliante non ci vede più una mazza??? Siamo increduli che ancora nessuno abbia spiegato loro come cavolo si usano i fari di notte. Marco rimane concentratissimo per tutto il percorso, io mi fido ciecamente di lui, ma davvero non si vede nulla quando incrociamo un’auto o uno scooter nell’altro senso. Per un tratto riusciamo a seguire un’auto davanti a noi che ci dà una visibilità maggiore della strada, ma dopo un po’ svolta e noi rimaniamo di nuovo soli. Contiamo anche che gli indiani sono soliti passeggiare beatamente per strada, anche in gruppo, senza nessun segnale per essere visibili…quindi incrociamo le dita e speriamo di non mettere sotto nessuno.
Faticosamente riusciamo a rientrare a Kochi, anche questa volta sani e salvi. Riportiamo la motorella al proprietario e torniamo passeggiando verso la guesthouse. Prima però ci fermiamo in un piccolo locale che abbiamo intravisto nel tragitto che ci ha colpito per il suo cartellone pubblicizzante dosa con spinaci e formaggio. Ne rimaniamo estasiati, sono davvero eccezionali e combinano la ricetta tipica indiana con i gusti un po’ più occidentali. Prevediamo già di tornare a mangiarne altri.
Siamo ancora un po’ scottati dalla delusione del tour nelle backwaters, ma proviamo ad essere positivi pensando che tra pochi passi vedremo la nuova camera in cui i proprietari della guesthouse ci hanno spostato. E invece…SBAM! Altra delusione della giornata. La camera è forse un pizzichino più riammodernata dell’altra, ma sempre con una puzza di muffa incredibile. Come se non bastasse dentro c’è un vero e proprio covo di zanzare, ce ne sono a decine…decisamente troppe. Come abbiamo fatto l’altra volta, chiediamo di nuovo lo spray anti-zanzare al proprietario che si rivela alquanto reticente nel darcelo: dice che appena accendiamo il ventilatore se ne usciranno beatamente dalle finestre…ma in quale mondo fantastico?? Insistiamo per avere il prodotto e alla fine ce lo porta, dicendoci, però, di spruzzarne poco. Marco glielo “strappa di mano” e inizia a spruzzare quanto basta. L’omino se ne sta li fuori a controllare e ad ogni spruzzata mi ripete “Too much, too much” disperato. Tesoro, va bene che ci tieni alla nostra salute, ma se ci prendiamo la malaria o la dengue sarà pure peggio di inalare quella sostanza!!
Siamo esausti e questa guesthouse ci innervosisce notevolmente. Per carità, siamo stati in posti ben peggiori, soprattutto all’inizio del viaggio quando ancora eravamo freschi, ma a prezzi notevolmente più bassi. Qui paghiamo una cifra indecente perché il nome della guesthouse si trova tra i consigli della Lonely Planet, ma quello che offre ha un valore notevolmente inferiore: quando paghiamo, pretendiamo pure! E allora basta, prendiamo la decisione che avremmo dovuto prendere 3 giorni fa: domani ce ne andiamo e ne cerchiamo un’altra!! Buonanotte!!

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